25 L'aperitivo

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Uscire con mia cugina è una delle cose che amo di più al mondo. Lei è sempre stata la mia 'guida' quando ero piccola, forse per i quattordici anni di differenza, forse perché non ho sorelle, forse perché solo i cugini capiscono le pazze dinamiche di famiglia, insomma io con lei sto bene. Inoltre ha una dote meravigliosa: sa perfettamente inquadrare una situazione e dare i giusti consigli, nel giusto modo e nel giusto momento.

Ovviamente quando non si tratta di lei, perché come viene coinvolta minimamente questa dote sparisce nel nulla, ma siccome lo sa chiede immediatamente aiuto. Cosa che ho sempre fatto anch'io, come ora in fin dei conti. E lì seduta a quel tavolo, con quel bicchiere pieno e colorato sto cercando di organizzare tutti i pensieri.

"Insomma, hai un nuovo lavoro, che ti piace, dove hai trovato un ragazzo che piace ad Oscar, un ragazzo che piace a te e che conosce uno che piace ad Alessio. Vedi che le miei preghiere funzionano? Devi cominciare anche te a dirle." E ride.

"Sì poi ora è successa una cosa antipatica." Dico bevendo un sorso e le racconto tutta la faccenda cercando di schiarirmi le idee.

"Insomma cosa c'è che non ti torna?" Mi chiede alla fine.

"Non lo so è come se avessi qualcosa sotto gli occhi ma non la vedessi. Che palle!"

"Allora cambia punto di vista. Guarda la cosa da un'altra angolatura e per stasera smetti di pensarci. Ecco è arrivato Oscar e quello dev'essere Filippo."

Infatti i ragazzi ci raggiungono al tavolo e dopo tutte le presentazioni ci godiamo la serata. Io spengo il cervello e mi dedico a queste persone stupende. Ma il karma fetente non mi molla perché a fine serata, bella e tranquilla serata, mi accorgo che poco distante da noi c'è Francesco seduto ad un tavolo con altre persone. Mi sento in dovere di andare a salutarlo, no mi sento in colpa per Alessio.

"Ciao Francesco." Mi avvicino quasi timorosa, mi sento un po' in imbarazzo. Ma lui si volta si alza e mi saluta tutto galante, secondo me è di nobili origini.

"Ciao Caterina." Bel sorriso, un completo azzurro impeccabile, me lo mettessi io quel colore sembrerei di sicuro un puffo.

"Scusa se ti disturbo sei in compagnia." E indico il tavolo, "Ma ti volevo fare un saluto. Ora vado."

"Aspetta ti presento i miei colleghi, Riccardo Mosti il capo, Federico Mori, Serena Angeli e Claudia Casini. Lei è Caterina Capello."

Azz...Claudia Casini?? Quella tipa ex dipendente, lavora con Francesco????

"Piacere, scusate il disturbo."

"Nessun disturbo, favorisci qualcosa con noi?" Il tono troppo formale del capo mi fa capire che è una cena di lavoro alla quale preferisco non unirmi.

"No grazie stavo andando – poi mi giro verso Francesco – ci vediamo presto per un'uscita tutti insieme, va bene?" E contaci che ti chiamo per avere informazioni.

Torno al tavolo col criceto in testa che pedala come un forsennato e vedo tre facce scrutarmi con aria molto interrogativa.

"Quello è il tipo di Alessio – dico a Giada indicando Francesco – e quella vestita di rosso è Claudia Casini ex collega mia, in realtà non l'ho mai conosciuta ma lavorava nel mio ufficio."

"Ma chi quella degli appunti strani di oggi?" Mia cugina si ricorda sempre tutto. Filippo si volta incuriosito "Che è sta storia degli appunti e di quella tipa?" Domamda.

Sospiro mi faccio forza ed inizio "Stamattina mentre ti preparavo i documenti nella penna usb, ho trovato dei files della collega in maternità del mio ufficio. Ed in quei files ci sono appunti e note che non mi tornano tanto mi sembrano un po' strani ecco."

"Li hai visti prima o dopo il bacio di Leonardo?" Fulmino Oscar con lo sguardo, troppo tardi il povero Filippo ha già gli occhi sgranati.

"Questo non c'entra nulla." Rispondo feroce.

"No no c'entra, la tua capacità di giudizio potrebbe essere stata compromessa." Ride Oscar, io ti strozzo, con amore, ma ti strozzo.

"Comprometto te. Comunque ci sto pensando tutto il giorno e non riesco a fare quadrare i pezzi." E' frustrante tutto ciò.

"Dai domani li guardiamo insieme, quattro occhi vedono meglio di due." Menomale che c'è Filippo.

Appena arrivo a casa vorrei mandare un messaggio a Giorgio perché ho voglia di lui, ho voglia di raccontargli quello che so e stranamente casa mia mi sembra tristemente vuota, ma sai che? Lo chiamo.

Uno, due, tre squilli...

"Pronto?" Oddio che voce tremendamente sexy.

"Ciao sono io, ti disturbo? Avevo voglia di sentirti." Respira Caterina, respira.

"No stavo solo dormendo sul divano...hai fatto bene a svegliarmi. Tutto bene?"

"Sì, insomma, mi sei mancato stasera poi ho un sacco di cose da raccontarti ..."

"E me le vuoi raccontare ora?" Sento il sorriso attraverso il telefono.

"Se tu fossi qui, sì, ma siccome non lo sei. Domani sei tutto mio." E non solo domani.

"Ci sto, ma adesso andiamo a dormire."

"Buonanotte tesoro."

"Notte piccola."

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Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora