22 Caterina

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La cena sembra di suo gradimento, ha spolverato tutto con famelico gradimento e adesso ci stiamo gustando il gelato sul divano. Mi sembra di rivivere la serata di ieri ma a parti invertite e mi nasce un sorriso sulle labbra.

"Perché sorridi?" mi domanda subito

"Pensavo ad Oscar e Filippo –ed è vero, in parte – avevi una faccia oggi."

"Me lo potevi dire" Mi risponde fingendo di essere offeso.

"Te l'ho detto infatti." Lo guardo e sorrido "Non è che potevo arrivare in ufficio e sbandierarlo ai quattro venti. Anche se potrei accendere un cero, ora chiamo mia cugina e lo dico a lei"

"Di accendere un cero?" mi domanda stupito

"Più o meno – rido – mia cugina è buddista è una vita che prega per me, Oscar e Ale. Domani la chiamo e le racconto un po' di cose."

"Quali cose?" mi domanda ironico mente mi si avvicina tipo gatto.

"Del lavoro, del mio ragazzo, di Oscar, del ragazzo di Oscar." Dico con voce sempre più bassa mente sento la sua bocca vicino alla mia.

"E del tuo ragazzo cosa le dirai?" mi chiede mentre mi succhia il labbro inferiore e fa scorrere le sue mani sui miei fianchi.

"Tante cose – sospiro – tante..." la sua lingua si è insinuata nella mia bocca, non serve parlare.

Mi sfila la canottiera la gonna, sono di nuovo totalmente alla sua mercé e mi piace da morie. Mi spoglia della biancheria e mi fa distendere sul divano, le braccia alzate sopra la testa. Continuo a guardarlo mentre si stacca da me e prende la vaschetta del gelato, ne toglie un po' col cucchiaino e lo mangia, poi con la bocca gelata mi succhia e mordicchia i capezzoli. Gemo, inarcando la schiena, non è freddo quello che recepisce il mio corpo, ma è caldo una scossa calda e violenta.

Giorgio ride soddisfatto, si toglie la camicia e ricomincia ad assaporare la mia pancia, la lingua e le mani gelate mi regalano degli spasmi di piacere travolgenti. Lo sento scendere in mezzo alle mie cosce ed affondare la lingua cercando il clitoride, non credo di poter resistere ancora mi inarco e lui mi afferra il bacino immergendo la sua faccia in mezzo alle mie cosce e strizzandomi le natiche.

"Oh sì – un filo di voce mi esce – Gio.." il resto è un'orgasmo potente.

I suoi occhi continuano a fissarmi mentre prende le mia mani e le porta sopra i suoi pantaloni.

"Sono ancora vestito piccola." Il suo tono è dolce ma canzonatorio. E' vero non l'ho ancora neanche sfiorato talmente ero persa in lui.

"Dobbiamo assolutamente rimediare." Mi metto seduta slaccio i bottoni sentendo la sua erezione prepotente nei boxer. Adoro questi boxer aderenti, lo libero delle scarpe delle calze, poi piano dei pantaloni, carezzandogli le gambe dalle caviglie fino all'inguine, indugio sulla zona pelvica con le mani e la bocca. Giorgio geme, un gemito addominale, basso, roco così eccitante. Gli tolgo l'ultimo indumento rimasto liberando il suo membro decisa a ricambiare la sua goduriosa tortura a base di gelato. Mi sono sempre fatta un sacco di problemi col sesso orale, ma con Giorgio mi sembra così naturale, così intimo, che mi passa anche l'imbranataggine. Afferro cucchiaio e gelato e ripeto il precedente rituale, sentendo il suo corpo contrarsi e rilassarsi sotto la mia bocca.

"Cate, piccola, ti prego..." non è voce la sua è un unico suono, basso, profondo, mi tira su di se e mi gira sotto di lui, allargo le gambe lasciandolo entrare. Sento il suo corpo caldo fondersi col mio e perdersi in una danza dal ritmo sempre crescente. Giorgio affonda sempre più dentro di me e sentirlo così mio mi provoca un'eccitazione che non credevo, stringo le gambe intorno ai suoi fianchi e ci lasciamo travolgere da un altro, bellissimo, orgasmo.

Decisamente questo divano porta bene, ottimo acquisto Caterina! Sento Giorgio disteso su di me e piano piano riprendiamo la respirazione regolare.

"Resti a dormire qui?" domando come se fosse la cosa più normale del mondo.

"Non ci avevo pensato, ma perché no? Passerò da casa prima di andare in ufficio a cambiarmi."

E ci dirigiamo in camera, così non solo sarà il primo con cui ho fatto l'amore nel mio letto, ma pure il primo che ci dormirà con me, e la cosa mi piacce assai.


Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora