23 Caterina

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Svegliarsi con Giorgio nel letto fa già effetto, ma svegliarsi con Giorgio nel letto sapendo che lo rivedrò a breve in ufficio ha un impatto dirompente sulle mie coronarie.

"Buongiorno tesoro bello." Gli dico piano con un bacio a seguito.

"Buongiorno bellissima." Mi risponde ancora impastato di sonno. Perché certi ragazzi sono così sfacciatamente belli anche appena svegli? Osservo il suo viso rilassato da vicino.

"Dobbiamo andare a lavorare – mi dice malizioso – e se mi stai così vicino faremo tardi."

Non ho mai amato il sesso mattutino, come gran parte delle donne, ma stamattina ho voglia di provarlo.

"No abbiamo tempo." Rispondo e lo sento scivolare su di me la bocca sul mio collo le mani sul seno fino a concederci un appagante amplesso mattutino ed una doccia insieme.

Giorgio scappa a casa sua mentre io finisco di prepararmi e mi avvio.

In ufficio, anzi, alla mia scrivania, trovo Leonardo ad aspettarmi. Niente completo giacca e cravatta, camicia chiara, jeans e scarpa casual, devo ammettere che fa la sua porca figura. Si volta appena mi sente entrare, mi squadra con l'espressione del velociraptor, ma resta nella sua posizione, ho un gran brutto presentimento.

"Buongiorno Leonardo." Fingo indifferenza.

"Buongiorno Caterina. Sei arrivata presto." Mi si avvicina e pronuncia queste parole sulla mia nuca. Continua a non piacermi.

"Sono arrivata alla mia ora io; tu sei arrivato prima di tutti anche prima di Marisa." Cerco di scherzare, ma lui non raccoglie la battuta e continua a fissarmi in troppo intensamente.

"Può darsi, mi piace il silenzio dell'ufficio." Si avvicina, troppo vicino. La sua mano sfiora la mia che automaticamente ritraggo. Che diamine ha in mente? "Trovo sia intimo e al contempo elettrizzante. Poi avevo voglia di stare un po' solo con te." Mi vanno in tilt le sinapsi del cervello.

"Ci stai tutto il giorno con me." Mi allontano ma lui mi segue, mi prende la mano e la intreccia con la sua. Ma che cavolo fa, si può sapere? "Leonardo per favore." Proviamo con la gentilezza, ma lui non mi sente, mi prende il viso e prova a baciarmi. NO! "Leonardo io ho un ragazzo e...e che palle, basta!"

Scappo fuori in cerca di non so chi o cosa e mi imbatto in Biagio, sempre sia lodato, che mi guarda preoccupato.

"Caterina, tutto bene?"

"No!" E sento le lacrime di nervoso riempirmi gli occhi. Biagio mi cinge paternamente col braccio ed andiamo a prendere un caffè mentre Marisa mi chiede se vada tutto bene.

"Sì – risponde Biagio – solo un mal di testa femminile." E guadagniamo l'uscita.

"Grazie Biagio – mormoro – non sapevo che fare." Mi vergogno ma mi sento sollevata.

"Figurati, mi spiace, quello è proprio stronzo. E non lo puoi neanche mandare in culo perché sennò arriva la Gestapo e ci fa il mazzo a noi." Il turpiloquio non si addice a Biagio.

"Maledetti – ringhio tra i denti – per favore non dire nulla a nessuno, soprattutto a Giorgio."

Mi guarda, capisce e mi sorride.

Chi non capisce e, soprattutto, non sorride è proprio Giorgio in versione 'collega irreprensibile', che appena mi vede inizia a impartire ordini sul da farsi per il progetto. Non riesco a seguirlo e non voglio che capisca che c'è qualcosa che non va, così mi invento una riunione e scappo dal mio capo.

Marcello si è bevuto la storia che avevo del lavoro da fare e mi lascia alla scrivania insieme ad Enrico, che seppur maschio tra maschi ha un'intuizione ma non sa che chiedere finché non si materializzano i controllori. Sento il sangue defluire dal mio viso, mi serve un appoggio che trovo nel mio tavolo. Leonardo ha un sorriso perfido sul viso, sembra il Jocker di Bat Man. Vorrei mettergli la scrivania per cappello, bastardo, si dirigono dal capo parlottando fitto fitto. Enrico mi guarda e finalmente domanda "Che ti ha fatto quello?"

"Mi rompe, pesantemente, ecco che mi ha fatto."

"Cerca di stare tranquilla allora." Prova ad essere rassicurante ma ne è poco convinto pure lui.


Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora