1 Si comincia

1.1K 46 19
                                    


Se non siete mai stati a Firenze ci dovete venire, e se ci venite fatelo tra aprile e giugno; avrete belle giornate di sole ma senza morire di caldo, i colori saranno netti, luci sapori e odori vi avvolgeranno e vi culleranno portandovi in luoghi magici e anfratti romantici.

Ovviamente se siete turisti. Se invece dovete attraversare Firenze per andare a lavoro, vi consiglio di partire in tempo e non di ridurvi all'ultimo minuto essendo così costretti a correre tipo Valentino Rossi al GP di Valencia nel 2015. Come stava facendo adesso Caterina.

'Maremma impestata ladra, accidenti a me e alla mia maledetta disorganizzazione! Non posso arrivare tardi proprio oggi che è il mio PRIMO giorno di lavoro!' E mentre si insultava girava il polso destro verso il basso aumentando la velocità ma non troppo. Curva sinistra, curva destra, esci larga, drizza lo scooter aumenta il gas percorrendo il viale alberato in direzione del piccolo ponte in fondo al parco. 'Dai ci siamo quasi..'

Ed è quel quasi che frega a volte perché nel momento esatto in cui si profila nella mente di Caterina questo barlume di speranza, dalla sua sinistra si materializza, come uscito da uno stargate, un SUV nero, con i vetri oscurati, guidato quasi sicuramente da Terminator dato che le stava per piombare addosso "Ma che caaavolo fai idiota patentato! Nel vero senso della parola!" Dice rivolta al guidatore, e con una manovra degna del miglior Marquez, quando gli si spenge il cervello, intraversa il suo Yamaha per impostare l'ultima curva e, soprattutto, evitare di essere sorpassata imboccando per prima lo stretto ponte che la conduce verso l'altra parte della città.

'Ok sono arrivata in tempo, non mi sono scompigliata, il trucco è in ordine, posso entrare.' Sfodera un sorriso trionfante e si presenta al bancone dell'accoglienza 'Se anche mi mettono qui in portineria mi va bene, questa ragazza sembra simpatica.' In effetti di là dal bancone ad accoglierla c'è un bel volto sorridente e gentile.

"Buongiorno lei è?"

"Caterina Capello, oggi è il mio primo giorno di lavoro." Annuncia in tono trionfante.

"Piacere io sono Marisa, sai anche in quale ufficio devi andare?"

"Sì – pausa, respiro – l'ufficio del signor Bastiani."

"Allora è facile, in fondo al corridoio a sinistra."

Il corridoio per fortuna non è troppo lungo e la porta è facilmente visibile, dai muovi la maniglia ed entra, sennò come fanno a sapere che ci sei? Ma non fa in tempo a rispondere alla sua coscienza che la porta si apre e una calda voce pacata la accoglie con un "Spostati o prendi la porta nel muso!"

"Buongiorno anche a te."

"Ciao scusa, chi sei?"

"Caterina Capello e.."

"Ah quella nuova, benvenuta! Io sono Enrico Bianchi, il tuo collega formatore, vieni con me ti porto alla tua scrivania."

L'ufficio è luminoso, semplice ma accogliente, quattro scrivanie, una serie di armadi alle pareti ed una bellissima porta finestra che conduce ad una corte esterna.

"Questa è la mia postazione?"

"Sì, qui di fronte ci sono io, lì accanto tecnicamente altre due colleghe, di fatto solo una, part time, l'altra è in maternità. Motivo per cui sei arrivata te."

"E non c'è più nessuno?"

"Sì un sacco di gente, te li presenterò un po' alla volta, alcuni non li conosco nemmeno io. Allora caffè poi si inizia."

"Il capo?"

"Arriva domani"

E così è stato, caffè, lavoro sodo, pausa pranzo, ripresa del lavoro, pausa caffè.

"Andiamo su alla bouvette, un caffè chimico ci rimetterà in sesto."

"Va bene ma questa volta offro io." Dice parandosi di fronte alla macchinetta, ma con tutte le cose che Enrico le ha insegnato oggi non si ricorda come vuole il caffè.

"Enrico come lo vuoi il caaaaaaa..." avrebbe voluto dire caffè ma due occhi blu cobalto incastonati da folte ciglia, sopra una bocca di una tonalità rosso ciliegia, glielo hanno impedito. Forse ha anche smesso di respirare.

"Macchiato, grazie. Ah ecco lui è Giorgio Lami, uno degli altri colleghi, precisamente informatico. Lei è Caterina la nostra nuova collega."

"Pi-piacere." Gesù pigola come un pulcino.

"Piacere." Meno male uno che mantiene un contegno decente. "Primo giorno oggi?"

"Sì, scusa sono un po' frastornata." Frastornata? Hai preso la targa del Tir che ti ha investita?

"Ci credo, conoscendo Enrico, oggi avrete lavorato come se tu lo facessi da sempre."

"In effetti...ma va bene così, almeno la giornata è passata veloce." Sì ma adesso vorrei si fermasse per sempre.

"Allora benvenuta. Ciao Enrico!"

"Ciao."

"Ciao." Ti prego levati quell'espressione idiota dalla faccia.

Fine giornata, 'Sono distrutta e sconvolta. Devo chiamare Oscar.' E mentre cerca di fare un breve riassunto della giornata si avvicina allo scooter dove spicca, prepotentemente, un biglietto:

se lavori come guidi questa azienda andrà in fallimento. 



E così ho vinto tutte le mie paure. Spero che amiate questa storia quanto me. Attendo i vostri commenti/suggerimenti   

Quel non so che di unicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora