Innaugurazione

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Avevo capito che Lexie era impaurita da questo primo giorno di scuola invece dopo la nostra partenza ha iniziato a pregare Nathan di poter tornare a casa per potersi nascondere sotto le coperte e non uscirne mai piu.
Un pò esagerato per una bambina della sua età.
All'inizio Nathan ha resistito cinque minuti ma quando la piccola ha usato gli occhioni da cucciolo di foca il ragazzo stava per cedere per non far soffrire la sua piccola. Devo proprio insegnargli quali sono le basi per non farsi fregare dalla bambina che adesso è arrabbiata con lui ma non sembra essersene accorto così quando alla radio ha iniziato a suonare una delle canzoni del momento si è messo a canticchiare tenendo il ritmo con le dita sul volante anche se è veramente fuori tempo, Tommy si è addormentato poco dopo la nostra partenza da casa e lui è il più tranquillo dentro l'auto, Lexie cerca di tenere il muso cercando di non ridere alle facce buffe che le fa il padre quando si ferma ad un semaforo rosso ed io li guardo solamente beandomi di tutto questo è dando qualche volta un'occhiata al telefono che di tanto in tanto suona quando ricevo un messaggio da parte di Terry o Charlie.
Quei due sono più in crisi di me e continuano a mandarmi messaggi di puro terrore facendomi ridere anche se non è la cosa giusta da fare, sono davvero preoccupata per quello che potrebbe succedere sta sera ma è decisamente meglio avere pensieri positivi.
«Come va con il gruppo dei matti?» domanda il ragazzo entrando nel parcheggio della nuova scuola guardandosi intorno con la bocca aperta «Come al solito. Ci sono i pazzi che vanno fuori di testa e poi ci sono io che cerco di tranquillizzarli anche se dovrebbe essere decisamente il contrario»
«Hanno vissuto questa cosa con te mi sembra una cosa normalissima» risponde «Tu sei sicura che siamo nel posto giusto?» domanda strabuzza di gli occhi fermando la macchina nel posto auto vuoto che trova «Certo che ne sono sicura»
«Sembra una scuola per gente con la puzza sotto al naso» borbotta scendendo dall'auto con uno sguardo contrariato sulla faccia «Che problema ha questa scuola?» domando contrariata prendendo Tommy con gentilezza cercando di non svegliarlo ma la cosa è inutile, dopo un lento movimento batte le palpebre un paio di volte guardandomi con gli occhi pieni di lacrime «Oh no tesoro» gli metto il ciuccio in bocca dondolando dolcemente e in poco tempo sta già dormendo nuovamente attaccato al mio petto.
«Su Lexie scendi» dice Nathan aprendo lo sportello alla bambina che alza gli occhi al cielo sistemandosi la giacca rossa della divisa che sta mattina non voleva indossare, anche se gli sta così bene, afferrando la mano del padre che gli sorride «Andrà bene» le sussurra prendendola in braccio stampando le un bacio sulla punta del naso che la fa ridere.
Il parcheggio è pieno di genitori ben vestiti che tengono i bambini per mano accompagnandoli verso il grande edificio colore sabbia circodato da alte siepi rigogliose dal taglio netto «E questa sarebbe una scuola per bambini?» domanda sconvolto quando entriamo osservando quello che ha attorno «È una scuola privata»
«E per quale motivo hai deciso di iscriverla qui?» mi guardo attorno cercando la classe di Lexie «È la migliore scuola in tutta Los Angeles. Da qui sono passati alcuni dei migliori esponenti del paese» sbarra gli occhi «Come Justin Bieber» borbotta in modo sarcastico facendo una voce davvero assurda «È canadese» rispondo ridendo facendogli una smorfia, alcune volte siamo peggio dei bambini «E quanto ti viene a costare questo circo?»
«O guarda quella è la classe giusta».
Una ragazza dai capelli color caramello chiusi un una stretta coda alta e da profondi occhi verdi sta davanti alla porta sorridendo ai genitori e a i figli che entrano in classe, i bambini sembrano così felici e spero che la mia tornerà ad avere quel sorriso quando si sarà ambientata «Buongiorno» dico dando uno sguardo al bambino che si è lamentato «Oh buongiorno» squittisce allegra dandoci un'occhiata «Lei deve essere la signora Rodriguez» annuisco porgendogli la mano che lei si affretta a stringere «Io sono la signorina Ellen Cullen» si presenta per poi abbassarsi così da guardare la bambina, che adesso è con i piedi per terra, negli occhi «E tu la piccola Lexie» lei annuisce nascondendosi dietro il padre «La scusi. Alcune volte è un pò timida» la maestra alza lo sguardo sull'uomo che ha davanti rimanendo abbagliata dai suoi occhi azzurri «Io sono Nathan Anderson» stringe la mano anche a lui tenendola stretta nella sua fissandolo con la bava alla bocca, fa sempre lo stesso effetto a tutte le donne che lo incontrano «Il padre di Lexie» continua cercando di scollarsela di dosso «È un piacere conoscervi» dice quando torna in se portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio dando un'altra occhiata a Lexie che non ne vuole sapere di lasciar andare Nathan allora entra in classe tornando con una bambina con il suo stesso colore di capelli ma dagli occhi colore nocciola nascosti da un paio di occhiali dalla montatura nera «Lexie lei è Lola mia figlia. Ti va se ti accompagna a conoscere il nostro coniglio Bunny?» chiede alla bambina che mi guarda cercando di capire cosa fare «Si» mi afferra un lembo della maglietta «Noi ci vediamo appena finisce la scuola» annuisce «Fai la brava e divertiti» le lascio un bacio sulla testa accostandosi al padre e aspettare la stessa effusione.
Con lo zaino in spalla e mano nella mano se ne va con Lola dandoci un'ultima occhiata.
Sarò preoccupata per lei tutta la mattinata.

L'amore non mi bastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora