Le parole sono solo buone scuse o almeno dovrebbero esserlo

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Non mi voglio separare da Lucas, sono tra le sue braccia tremante e con le lacrime agli occhi che spingono per uscire con forza lasciandomi per un attimo senza respiro ma sono al sicuro, certa che in questo preciso istante niente mi può scalfire. Le sue mani sulla mia schiena che la accarezzano con gesti gentili cercando di farmi calmare ma non sta funzionando, il mio intero corpo sta tremando e non riesco a darmi un contegno «Tesoro» mi richiama in un sussurro alzandomi il volto con due dita osservandomi, scrutando al mio interno con il suo sguardo indagatore facendomi sentire piccola ed insignificante, piena di dubbi e preoccupazioni.
«Cosa succede?» domanda. Asciugo le lacrime che veloci scendono sulle guance lasciando dei solchi pen visibili ad occhio nudo «Niente» deglutisco cercando di mandare giù il peso che mi si è creato all'altezza della bocca dello stomaco con fatica ma non scompare, è ancora lì e persiste «Sono solo felice di vederti.»
Passo una mano con delicatezza sulla guancia per poi salire lentamente verso i capelli puntandoli indietro cosí da mostrare gli occhi rossi, il viso gonfio e un leggero sorriso ad illuminarmi il volto.
Uno spiraglio in una questa immensa tristezza.
«Non sai mentire» afferma piegando la testa di lato sorridendo «Ma abbiamo abbastanza tempo per parlare quando te la sentirai» annuisco stringendo le labbra tra loro entrando in cada guardandolo con la coda dell'occhio prendere il borsone ed entrare anche lui in casa osservando quello che ha in torno meravigliandosi per quello che sta vedendo, per come è sistemata la casa per poi guardare i bambini che adesso sono in salotto: Lexie guarda la televisione sul canale dei cartoni e Tommy adesso è sveglio a giocare con i suoi giochi, ha fatto un breve pisolino.
Il ragazzo posa il borsone sul parquet entrando nella stanza dove sono i bambini ed attirando la sua attenzione «ECCO I MIEI NIPOTI» urla.
La bambina per un secondo resta interdetta ma alla fine si alza dal divano «ZIO LUKE» urla correndogli incontro per saltare tra le braccia dell'uomo che l'afferra senza alcuna esitazione lasciandole molti baci sul volto iniziando a ridere divertita «La mia bella nipotina, mi sei mancata»
«Anche tu» se la stringe forte al petto «Come mai sei qui?» domanda la bambina senza peli sulla lingua quando la mette giù «Che bambina impertinente» dice lui lasciandole un bacio sulla fronte «Adoro questa cosa» risponde facendole il solletico all'altezza dei fianchi «Si vede che sei una Roudriguez» dice alzando il pugno cosí che la bambina possa schiantare il suo più piccolo per poi farlo esplodere «SI!» afferma la bambina cercando di strizzare gli occhi ed incastrando la lingua tra i denti.
«Sei qui per passare il Natale con noi?» domanda ancora Lexie mettendo gli occhi da cucciolo e la bocca a cuoricino «Il Natale e per il compleanno di tuo fratello.»
La bambina sorride felice per poi girarsi verso di me e mostrarli anche a me facendomi sciogliere il cuore «Lo zio resterà qui?» annuisco mordendomi il labbro inferiore «Certo che si. La camera degli ospiti è tutta dello zio .»
Inizia a battere le mani saltando in giro per la stanza facendo agitare anche il bambini che butta fuori dal box tutti i suoi giochi ha subito lo zio è da lui, lo prende in braccio salutando anche lui con dei teneri baci «Ed ecco l'ometto di casa» gli lascia un bacio su una delle mani «Sei cresciuto davvero tanto» poggia la fronte sulla sua «E mi sei mancato.»
Li guardo ancora un'ultima volta per poi sorridere.
È una di quelle scene che mai nessuno vorrebbe perdersi perchè sono davvero molto carini ma non sono in vena di cose dolci in questo preciso momento, dovevo restare abbracciata a Lucas.
«Lexie lo zio non andrà da nessuna parte e tu devi andare a fare i compiti cosí domani puoi dormire»
«Ma mamma...» inizia la bambina pestando i piedi, incrocio le braccia al petto «Lexie non voglio discutere con te quindi fai questo favore alla tua mamma» sbuffa gonfiando le guance per poi prendere lo zaino a salire le scale arrabbiata borbottando «Non è giusto.»
Guardo l'uomo che sorride poggiando nuovamente il bambino nel suo box facendo alcune facce buffe che lo fanno ridere, lì guardo un'ultima volta per poi entrare in cucina facendo il caffè e tagliando tre pezzi della torta al cioccolato prendendone un pezzo dalla mia assaggiandola. È davvero venuta bene.
«Che buon odore»
«Torta al cioccolato e caffè per noi, per Lexi torta e succo» verso due tazze di caffè mettendo in entrambi due zollette di zucchero e un goccio di latte porgendogliela «Caffè caldo e un dolce, è come se fossi tornato ad essere bambino» commenta prendendo un pezzo della torta ed assaggiandola con calma «Sei davvero brava con i dolci»
«Riesco a fare qualcosa in cucina» commento prendendo un sorso del caffè osservandolo finire la torta in un batter d'occhio non lasciando neanche le briciole, meglio di un aspirapolvere, gli avvicino anche il mio pezzo, sposta lo sguardo dal pezzo di torta a me con fare indeciso «Su mangiala, so che la vuoi.»
Beve un sorso del caffè prendendo anche l'altro pezzo mangiandolo con gusto «Vado a portare questo a Lexie, se vuoi ti mostro la camera degli ospiti» diniega l'invito con la testa «Fai come se fossi a casa tua e mangiala tutta se vuoi na lascia uno spazio per sta sera, preparo le costolette d'agnello in salsa agrodolce» sorride per poi annuire e sorridere «Ho spazio tranquilla. Il mio stomaco aspetta impaziente la cena e anche io.»

L'amore non mi bastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora