Strong emotions

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Ecco qui il nuovo capitolo. Di solito non "contamino" i capitoli scrivendo prima ma appena dopo ho scritto qualcosa. Spero passiate a leggere. Grazie.

Tra inganni, sotterfugi e menzogne tutti noi continuiamo a vivere ma non pensavo che la spada di Damocle che pendeva sulla testa dei Pavlov fosse un fratello, un figlio.
Per esperienza personale so che le famiglie nascondono dei segreti.
Il nostro era lo zio Pit, il fratello maggiore di papà, non l'ho mai conosciuto davvero, di lui ho un immagine distorta.
Avevo appena due anni quando gli è stato diagnosticato l'Alzheimer precoce, soltanto quando ho avuto l'età giusta per comprendere a pieno la faccenda lui faceva fatica a ricordare chi erano i suoi cari ma i miei hanno sempre detto che è stato lui a non volere che la malattia fosse resa pubblica. Sarebbe stata una vergogna, una rovina per la sua reputazione, quella di un giudice che ha condannato molti criminali di atti orribili non può essere scalfita in questo modo. Sarebbe stata la fine e tutto quello che ha fatto, le persone che ha aiutato, reso giustizia non avrebbero più avuto nulla.
Era per il suo bene ma soprattutto per il loro.
Per un periodo anche io sono stata un segreto, la mia gravidanza con più precisione l'ho è stato. Fu un breve momento ed una decisione presa per cercare di sopravvivere a tutte le domande, alle accuse. Si tratto in ogni caso di una sorta di protezione. Se non ricordo male anche gli Anderson nascosero Stephen, la sua ubicazione quando era trattenuto contro la sua volontà.

-Se sapessero cos'ha fatto non farebbero delle domande.-

Era così che diceva il mio ragazzo quando si parlava di lui durante le cene di famiglia e ancora oggi quando sua madre in tavola il discorso raccontando degli enormi progressi che ha fatto in questi anni, passando da detenuto a cittadino modello, anche in questo caso Nathan commenta qualcosa di simile. Davvero non riesce a sopportarlo, a comprendere il suo atto dopo tutto questo tempo.
Quindi si, tutti abbiamo qualcosa da nascondere ma davvero non riesco a capire per quale motivo questo bellissimo ragazzo, che non parve avere nessuna malattia incurabile o malformazione strutturale, sia stato escluso da tutto quello che riguardi la sua famiglia.
È una cosa che mi destabilizza molto. Non penso di poter fare una cosa del genere ad uno dei miei figli.
Batto un paio di volte le palpebre osservandoli ancora per un attimo, sono davvero così somiglianti esteriormente ma posso già affermare che il loro carattere è decisamente diverso. Mi scrollo di dosso tutti i pensieri che mi affollano la testa allungandogli la mano così da potermi presentare, anche il ragazzo fa la stessa cosa vergognandosi delle mani sporche di vernice ma la cosa non mi infastidisce, amo quella sensazione sui palmi.
《Angie Evans》mi presento sorridendogli e stringendomi nel giubbotto, nonostante siamo dentro e in piena estate, sento freddo.
《Leo Pavlov》 si presenta sorridendo, uno di quelli che ti potrebbe far sciogliere e con me di certo lo fa. È così brillante, rilassante, pieno di calore.
《È un piacere conoscerla》 dico mordendomi il labbro inferiore, di solito in queste circostanze si aggiunge che ho sentito parlare di lui ma non è così, non sapevo della sua esistenza fino a questo preciso momento 《Io-》
《Prima di tutto dammi del tu》 dice sfilando la mano dalla mia 《E so che non hai mai sentito parlare di me. La cosa non mi sorprende. Conosco mio fratello》 do un occhiata al diretto interessato che alza le spalle.
《Ma io ho sentito parlare molto di te》 ammette 《Spero che Aleksey abbia detto solo cose belle》 commento mordendomi la lingua così da non aggiungere altro.
《Puoi esserne certa, mio fratello ama lavorare con persone come te》tutti i suoi familiari stanno dicendo la stessa cosa, è strano 《Competenti?》 domando sorridendo 《Anche》 si gira verso il fratello per alcuni secondi per poi superarmi e chiudere la pesante porta 《Posso offrirvi qualcosa?》
《Per Angie una cioccolata calda, sta per diventare un ghiacciolo, per me del whiskey》 sospiro fulminandolo con lo sguardo anche se ha ragione《Io non ho neanche parlato》 mi lamento seguendo il fratello in un ampia cucina in acciaio, simile a quella che Alex ha nel suo ristorante soltanto che è molto più piccola 《Hai le labbra viola, hai bisogno di qualcosa di caldo, ne ha bisogno. Non sei abituata alle nostre temperature》
《Ha ragione lui》 dice Leo facendomi segno di prendere posto su uno degli sgabelli, preparando la cioccolata e mettendomi davanti dei biscotti al burro su cui mi tuffo quasi subito.
Ho una fame pazzesca.
《Hai litigato con papà?》 domanda senza neanche guardarlo avvicinandosi al mobile bar versandogli  una generosa dose di quello che gli ha chiesto lasciandolo sul bancone per poi tornare da me dandomi la cioccolata ed un altro sorriso 《Se vuoi ho anche della torta》 mi sussurra mettendomi in imbarazzo. Devo sembrare affamata e in effetti lo sono ma voglio essere professionale, in fin dei conti sono qui per vedere i suoi quadri.
Bevo un sorso della bevanda calda sentendomi subito rinvigorire, hanno ragione, il mio corpo non è più abituato alle "basse" temperature 《Perchè hai litigato con papà?》 cambia domanda appoggiandosi al bancone con un fianco incrociando le braccia al petto gonfiando i bicipiti, deve fare molta palestra, di certo non è il tipo che si arrende 《Dov'è Cam?》 domanda in risposta l'altro togliendosi la giacca.
《Sta lavorando, ha il turno serale ma tu non hai risposto alla mia domanda》 ribatte facendosi spuntare una leggera ruga di espressione tra le sopracciglia. Alek ispira a fondo bevendo una generosa dose dal suo bicchiere 《Come sai la nostra famiglia ha il vizio di parlare a sproposito quindi eccoci qui》
《E poi sarei io il minore della famiglia, quello infantile》 borbotta indurendo la mascella distogliendo lo sguardo da quello del fratello 《Quando siete voi a comportarvi come dei bambini》 si lamenta.
Voglio davvero esternarmi da questa conversazione, ne ho abbastanza della loro famiglia per oggi, bevo un altro della cioccolata girandomi sullo sgabello e osservando il luogo da dove è arrivato il ragazzo, da qui riesco a vedere una stanza o almeno una parte. La parte che riesco a vedere e piena di innumerevoli quadri ammassati o sovrapposti, alcuni colori coazzano tra loro ed altri si armonizzano ma in tutto quel trambusto un bel rosso attira la mia attenzione. Ne riesco a vedere solo un angolo ma quel colore acceso mi elettrizza, le emozioni che vi ha impresso sono così forti, oserei dire che rappresentano il puro spirito animalesco. I due fratelli stanno ancora continuando a parlare fittamente, non si accorgono neanche che mi alzo, superando di corsa l'ingresso, e entrare nello studio rimanendo accecata, meravigliata. È un tripudio di emozioni che escono dai quadri in scintille, fili luminosi di diverse colorazioni e intensità che si mescolano, si avvolgono, creano qualcosa di nuovo. Non ricordo di aver mai visto una cosa del genere, è come se fossi drogata, ne che io ne sappia qualcosa di sostanze illegali ma posso affermare che tutto quello che sto vedendo è reale, nella mia testa ha un senso più che logico. Riesco a distinguere quelli dipinti il più recente possibile e quelli che hanno molto più tempo, devono essere qui da molto.
《Sono bellissimi》 borbotta mordendomi il labbro inferiore bevendo una generosa dose di cioccolata calda, osservandoli con attenzione, posso riconoscere che cosa ha usato, il modo in cui il pennello è stato passato sulla tela, gesti delicati ma precisi. La sua tecnica è ancora rudimentale, sicuramente può ancora migliorare, ma è questo che li rende speciali, unici nel suo genere. Aveva di certo ragione Alek quando diceva che una foto non avrebbe reso giustizia a tutto questo, mi sarei persa il più grande spettacolo dopo il big bang.
《Grazie》 mi giro ad osservare Leo che è fermo davanti alla porta, le braccia incrociate al petto e rabbia impressa sul volto 《Scusa non dovevo entrare senza il tuo permesso, anche a me da fastidio quando qualcuno entra nel mio studio senza permesso, mi fa imbestialire.》 Dovevano essere delle scuse ma non vi somigliano per nulla al mondo, distolgo nuovamente lo sguardo da lui osservando i quadri 《Non ti preoccupare e poi non mi da alcun fastidio. Sei qui per questo è avere la tua opinione mi fa molto piacere. So che conosci innumerevoli artisti dal potenziale illimitato》
《Non dire sciocchezze, la mia opinione non vale molto. Io posso apprezzare qualcosa ma poi è il mondo dei critici a decidere chi ha successo e talento da chi sta sprecando il proprio tempo》 piega la testa di lato accennando un sorriso ma dura davvero poco, si fa subito serio avvicinandosi.
《Allora cosa ne pensi? Voglio che tu sia molto sincera》 con la coda dell'occhio noto due figure sulla soglia, una è Aleksey, lo riconosco dalla postura rigida, l'altra non la riconosco ma è meglio se non mi soffermi troppo su questo 《Adoro il fatto che non usi soltanto una tipologia di colore, li rende vividi ma quello che mi affascina notevolmente sono le emozioni che gli hai impresso. Riesco a vederle uscire dai quadri in filamenti di colore diverso》 mi avvicino al primo quadro che avevo notato.
Ritrae due uomini nell'atto dell'amplesso, non è osceno, sono coperti da un lenzuolo di colore chiaro ma esprime amore, uno di quelli profondi.
《So che posso sembrare pazza ma in parole povere sono carichi di sentimenti da non riuscire ad essere trattenuti dalla tela》 increspa le labbra restando ad osservarmi, Alek si avvicina sorridente dando una spallata al fratello 《Te lo avevo detto che è brava tralasciando le lucine che vede, alcune volte è un pò fuori》 mi mordo la guancia dall'interno piegando la testa di lato 《Come sei divertente ma questo è quello che posso offrirti e non mi sembra tu ti sia mai lamentato delle mie scelte》 alza entrambe le mani continuando a sorridere 《E non lo farò mai.》
《Vuoi farmi esporre alla galleria?》 domanda il giovane Pavlov fremendo sul posto, ha gli occhi lucidi 《Se tu vuoi si. Inizieremo con una mostra per pochi intimi, persone che saranno obiettive. Vedremo come va.》 Lui scatta in avanti abbracciandomi forte, lo fa così tanto da sentirmi soffocare, è così felice, riesco a sentire alcune lacrime bagnarmi la guancia 《G-gra-zie》 borbotta allontanandosi, osserva la mia figura per alcuni brevi secondi per poi girarsi e saltare a dosso al ragazzo fermo sulla porta baciandolo a fondo e con tanta passione da farmi arrossire.
La cosa non mi è di certo nuova, Terry e Andy riescono a fare di peggio, ma non avevo alcun sentore anzi tutto il contrario. Il sorriso che mi ha fatto quando sono arrivata non lo comunicava affatto  -Sono omosessuale - ma forse il mio radar, quello che il mio amico mi ha aiutato a perfezionare, sembra essersi rotto.
《Perché quella faccia sconvolta?》 domanda Alek affiancandomi ad osservare lo scenario che ci si pone davanti 《Io non pensavo che...》 mi blocca prima che possa finire di parlare 《Lui non ama parlarne》
《È non voglio farlo, non adesso almeno. Ti ricordo che mi hai promesso la verità》 annuisce sorridendo, è finto come quello che ha fatto suo padre soltanto un ora fa. Nonostante lui provi ad essere diverso dall'uomo che lo ha cresciuto è inevitabile che abbia acquisito alcune delle sue caratteristiche.
I due si staccano sorridendosi a vicenda lasciandosi ancora qualche dolce bacio sulle labbra.
Adesso riesco a vedere il nuovo arrivato bene. È alto, muscoloso quanto basta, abbronzatura californiana, una folta capigliatura bionda, profondi occhi azzurri, labbra rosee e una cicatrice sul sopracciglio destro. Formano davvero una bella coppia, le loro bellezze si completano a vicenda e poi sembrano così affini, oserei dire affiatati. È una cosa davvero bella da vedere.
Leo si asciuga gli angoli degli occhi dandosi un paio di buffi sulle guance per poi intrecciare la mano con quella del ragazzo ritornando verso di noi sorridendo, è così felice, sta riempiendo la stanza di gioia 《Cameron lei è Angie Evans》 il ragazzo sorride porgendomi la mano 《Cameron Smith》 dice, riesco a sentirlo subito, a lui manca completamente l'accento che caratterizza i fratelli Pavlov anche se in alcuni è proprio marcato. 《Angie Evans》 gli stringo la mano cercando qualche lineamento, caratteristica che mi faccia capire da dove provenga 《Americana?》 doamnda cingendo la vita del ragazzo che ha accanto lasciandogli un bacio al lato del collo 《Si. Nata a New York e trasferita a Los Angeles da qualche anno》 proprio come ha fatto il suo ragazzo mi abbaglia con il sorriso, qui ci vorrebbe un grosso ventilatore per togliere il rossore dalle gote 《Siamo vicini di casa. Io sono di San Francisco.》
《Sei passato dal caldo soffocante al freddo gelante》
《Ci si abitua》 borbotta facendoci segno di ritornare in cucina 《Per quanto adori i tuoi quadri l'odore di pittura mi da alla testa e sono già ubriaco offaltivamente》 si gira verso di me 《Faccio il barman. Rende parecchio ma quando torno a casa sono più ubriaco dei miei clienti.》
Alek ride di gusto dando un occhiata all'orologio da polso facendo una smorfia ma non si scompone, prende posto sullo sgabello facendo versare un altro pò del whiskey al fratello 《 Dovresti smettere di bere, devi tornare a casa》 lo riprende il minore 《Hai ragione》 butta giù in un colpo il contenuto del suo bicchiere 《Ma riesco a reggere l'alcool ed è meglio bere che uccidere nostro padre》 dice con la mascella serrata passando una mano tra i capelli disordinandoli.
Leo prende di bicchieri di cristallo versandoci dentro un bel pò del liquore ambrato riempiendo nuovamente quello del fratello, Cameron lo guarda male 《Per una volta puoi anche trasgredire alla tua regola, dobbiamo bere sta sera》 gli avvicina il bicchiere lasciandogli un bacio sulle labbra, prende il suo e mi avvicina quello che suppongo dovrebbe essere il mio 《Io passo》 borbotto prendendo il posto accanto ad Aleksey 《Se bevo io lo fai anche tu》 borbotta Cam annuendo il contenuto del suo bicchiere facendo una smorfia 《Sarei incinta e tecnicamente non mi è concesso.》
La coppia decisamente è sotto shock osserva Aleksey che non smette di fissare il proprio bicchiere 《Aleksey》 lo richiama il fratello minore 《La smettete tutti di chiamarmi con questa voce spaventata》 esplode arrabbiato 《Lei è incita ma non sono io il padre. Ha un compagno. Smettete di credere che io vada ad impollinare qualsiasi fiore io conosca》 continua a lamentarsi facendomi alzare gli occhi al cielo 《Adesso noi andiamo. Ci sentiamo per decidere tutti i dettagli della tua mostra》 lascia il bicchiere ancora quasi pieno uscendo dalla porta di ferro.
《Ha il carattere di nostro padre nonostante lo odi》 il ragazzo beve dal suo bicchiere sospirando 《La domanda viene naturale sentendo come parla di te ma a quanto pare è solo lavorativo》 mi immobilizzo mordendomi il labbro inferiore 《Scusa erano solo delle stupide congetture. Nostro fratello non parla molto e se lo fa succede mal volentieri. Soltanto se lo si punzecchia molte volte. La stessa cosa è successa con te, ho dovuto tirargli fuori le cose con le pinze》 annuisco osservando prima la coppia e poi la porta lasciata aperta sospirando poggiando la tazza sul bancone. Non riesco a comprendere fino in fondo i loro dubbi, lui non ha mai mostrato interessi amorosi nei miei confronti o forse, più semplice, non me ne sono accorta.
Nathan mi dice sempre che ho i paraocchi, chissà forse è vero.
《Me ne sono resa conto》 borbotto riscaldandomi le mani sfregandole tra di loro, sono nuovamente fredde 《Non si fa avvicinare facilmente ma ho la sensazione che stia cambiando lentamente》 alza un sopracciglio la testa di lato 《Credi?》 domanda il compagno bevendo anche lui dal bicchiere 《Se non fosse così io adesso non sarei qui a conoscere tutti voi ma a casa mia al caldo》
《Non hai tutti i torti》 afferma Cameron 《Forse lei riuscirà a farlo parlare un pò, far sì che si apra un pò.》
Il telefono che ho in tasca inizia a squillare fastidiosamente, è Aleksey, scommetto che si sta innervosendo ad aspettare. Normalmente anche io lo farei.
《Sto scendendo》 mi lamento riagganciando due secondi dopo, mi starà maledicendo in questo momento ma ho imparato qualcosa in più su di lui 《Grazie di tutto ragazzi》 sorrido loro 《Leo ti farò sapere quando tutto sarà pronto, tu continua a creare come sai fare tu》 annuisce lasciando il fianco del suo ragazzo abbracciandomi forte 《Grazie a te, stai realizzando uno dei miei sogni》
《Ci sentiamo tra qualche giorno》 gli lascio un bacio sulla guancia per poi abbracciare forte anche Cameron e correre giù infilandomi velocemente nella Lamborghini 《Mi hai riattaccato in faccia》
《Scusa》 alza le spalle uscendo dal parcheggio 《Ti va di andare a mangiare qualcosa?》

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