Occhi verdi e profondi mi fissano da dietro spesse lenti da vista dandomi dei strani brividi, provo a deglutire ma la bocca si è fatta nuovamente secca, improvvisamente, in pochi millisecondi ed il cuore ha preso a danzare furioso nel petto dandomi dei leggeri tremori sulla punta delle dita. Volevo essere forte e coraggiosa, pronta a tutto per quello che aveva da dire ma è più difficile da quello che pensavo. Si può mai essere davvero pronti a sentire qualcosa che cambierà la tua vita per sempre?
Stringo con forza i braccioli della sedia a rotelle sentendo la spugna entrare sotto le unghia cercando di sostenere quello sguardo intenso e materno, anche un può magnetico che mi sta scrutando aspettando di trovare qualche senso di rottura in questa facciata che sono riuscita a mettere su con la paura di mandarmi in frantumi definitivamente ma entrambe siamo consapevoli che ci sono cose che devono essere fatte, non importa quanto possa fare male o sarà doloroso.
Per tutta questa premura che sta usando nei miei confronti le sono quasi grata ma in alcuni casi e nel mio soprattutto è preferibile utilizzare la tecnica del cerotto, potrebbe rivelarsi la migliore soluzione. Uno strappo veloce, il dolore durerà per pochi secondi o minuti ma poi sparirà, devi solo fare in modo che la ferita prenda aria, con il tempo e con le cure adeguate riuscirà a guarire come si deve.
«Possiamo farlo qui?» domanda Nathan dietro di me attirando un può di quell'attenzione riuscendo ad alleggerirmi almeno un pò «È meglio spostarci in camera» intreccio la mano con la sua stringendola forte, osservo i due piccoli esserini che riposano tranquillamente nelle loro bolla priva di pericoli, anche io vorrei averne una adesso «Dobbiamo parlare di argomenti importanti, è meglio farlo in un posto appartato» aggiunge sistemandosi la montatura scesa sulla punta del naso e lisciando il camice impeccabilmente candido.
«Va bene» borbotto rimandando il primo suono dopo quella che sembra un eternità beandomi un ultima volta per adesso della vista dei due nuovi arrivati lasciandomi guidare fuori dal nido.
Ogni passo è una tortura, sono solo pochi metri ma sembrano lunghi mille miglia, al tutto si aggiunge il silenzio che aleggia in questo campanello di quattro persone che formiamo e la tensione aleggia sopra le nostre terre assomiglia ad una nuvola piena di pioggia, neanche tutta la felicità di questo mondo potrebbe rendere il momento diverso.
«Ellen» la dottoressa si ferma nel bel mezzo del corridoio quando un dottore brizzolato le si avvicina con uno strano sorriso sul volto, cerca di sembrare amichevole ma sua espressione dura riesce ad insinuare un moto di ansia e disagio all'altezza della bocca dello stomaco davvero poco carina.
«Arrivo subito Charles» risponde lei per poi osservare l'infermiera rimasta in disparte per tutto questo tempo, un ombra silenziosa «Emilia puoi sistemare Angie nel suo letto?» domanda con gentilezza anche se non ricorda per nulla ad una richiesta ma vorrei poter restare da sola con Nathan ancora per un po' «Possiamo fare da soli» provo ma nessuna delle due sembra dare ascolto alle mie parole, anche il ragazzo che ho alle spalle è disorientato ma continua a spingermi nello stesso medesimo modo che ha usato fino ad adesso fermandosi al lato destro del letto, quello libero, sfiorando un paio di volte i pollici le spalle leggermente ricurve.
«Ricordati di respirare» sussurra ma per il mio corpo risulta come un comando.
I polmoni si riempiono di aria pulita e asettica che riesce a darmi forza, provo ad alzarmi da sola, la solita indipendente commenterebbe mia madre, ma riesco solo a farmi male, digrigno i denti ricadendo a peso morto sul cuscinetto della seduta «Ti strapperai i punti» severa e con tono duro borbotta la bionda intenta a mettersi i guanti in lattice «Volevo provare» borbotto mordendomi il labbro inferiore.
Ho i brividi in tutto il maledetto corpo.
«So che non do questa immagine ma sono molto forte e devo forse ricordarti che sono qui per aiutarti?» conclude con dolcezza facendo a Nathan segno di farsi da parte, resta lì fermo ad osservare tutto con la solita circospezione. «Hai appena subito un intervento difficile e lungo, il tuo corpo è stressato ed ha bisogno di riposo nonostante quello che vuoi andare a vedere e tu lo sai perfettamente, sei una donna intelligente e spero tu non voglia contraddire tutte le persone che mi hanno parlato bene di te» sbuffo sentendo le sue mani sistemarsi in punti strategici aiutandomi a prendere posto sul letto provocandomi solo qualche fitta sporadica, il tocco di un esperto è molto differente.
«Se avessi fatto fare subito a me ti saresti risparmiata del dolore e tempo utile.»
Prova davvero piacere a scavare con il dito nella piega ancora sanguinante.
«Provo una certa diffidenza nei confronti delle persone che mi danno degli ordini»
«Sei madre e sai benissimo che alcune cose vengono dette per far del bene» annuisco mordendomi il labbro inferiore «Alcune volte però torno bambina. Può essere divertente»
«Ma fai impazzire noi» borbotta sotto voce il moro facendomi alzare gli occhi al cielo, cosí melodrammatico, si anche comportarmi all'occorrenza «Sappiamo entrambi che questa cosa alcune volte ti diverte o non riusciresti neanche a sopportarmi» imbronciare le labbra ma non aggiunge nulla e fin troppo impegnato ad osservare la dottoressa che entra in camera con disinvoltura ed in mano una cartella colorata, o almeno immagino sia lei.
«Scusate, un collega voleva una delucidazione su un paziente con un amnannesi difficile» si guarda intorno sorridente sorridente, praticamente non incanta nessuno, ecco nuovamente la tensione scendere velocemente nella stanza portando il battito del cuore a pulsazioni mai raggiunte prima d'ora «Nathan vuoi sederti?» lui scuote la testa incrociando le braccia al petto.
«Dottoressa sono una donna adulta capace di affrontare molte cose quindi qualunque cosa sia successa durante la mia operazione può dirmela. Riuscirò a gestire la cosa» stringe le labbra tra loro trasformandole in una linea dura «Credo tu abbia capito che ci sono state delle complicazioni» annuisco contorcendo le dita, non riesco proprio a restare ferma «Alcune volte può succedere che durante il parto via sia una rottura dell'utero» lancio uno sguardo a Nathan che continua a tenere lo sguardo basso ed ha il respiro frenetico.
«I bambini si muovevano troppo dentro il tuo corpo e vi è stato un eccessivo stiramento stiramento dell'utero. Ho provato a ricucire il tessuto il tessuto lacerato ma era impossibile da recuperare, perdevi troppo sangue» mi mordo il labbro inferiore cercando di non fare tremare la mandibola, non lo ha ancora detto ma sappiamo entrambe cosa ha dovuto fare, lo immagino, e nonostante le brutte notizie la reazione del mio corpo mi sento meglio. Sono cosí strana, dovrei disperarmi, sentire il mio mondo andare in pezzi.
«Ho dovuto eseguire un isterectomia per salvarti la vita.»
Adesso credo dovrebbe esplodere qualcosa nella mia testa o sentire una musica di sottofondo drammatica, succede sempre cosí nei film almeno.
Sono riuscita a mettere al mondo quattro figli con gli uomini più importanti della mia vita, il mio orgoglio più grande, la mia forza. Rappresentano i miei pregi e i miei difetti. Il bene e in alcuni casi anche il male. I figli diventano l'universo di chi li mette al mondo.
Ma quanto basterà a lui? A lui?
Lexie, Mikhail e Aaliyah sono sangue del suo sangue, una parte di lui che non perderà mai e nonostante lui ami alla follia Tommy un giorno potrebbe non voler più vedere questo ricordo del passato.
«Angie stai bene?» domanda la dottoressa osservandomi con circospezione, osservando Nathan con la coda dell'occhio cercando di trovare un appoggio ma anche lui sembra spaesato «Io- Si. Sto bene» si sposta ai piedi del letto prendendo posto sedendosi una ciocca di capelli sfuggita alla coda alta sistemandola dietro un orecchio «Sei sicura tesoro? Sei ancora molto giovane tu e Nathan potevate volere altri figli, la notizia ti può sconvolgere ma potrei consigliarti qualcuno con cui parlare di questo.»
Passo una mano tra i capelli tirando su con il naso, non voglio piangere ma tutto il viso ha preso a pizzicarmi furiosamente. Non mi serve passare con nessun strizzacervelli qualcosa del genere, Nathan basta e se lui aprisse bocca sarebbe molto meglio però.
«Dottoressa ha finito?» domanda Nathan sotto voce avvicinandosi al letto, ha il passo sicuro, deve essersi già abituato all'idea nelle ore in cui riposavo ma le mani gli tremano allo stesso modo, me ne accorgo subito quando afferma le mie tra le sue stringendole con forza «Si.» La donna scambia un occhiata con l'infermiera per poi alzarsi «Se avete bisogno di qualcosa sono qui fuori» si volta verso la porta «Anche se avete solo voglia di parlare» conclude lasciandoci soli e in silenzio.
STAI LEGGENDO
L'amore non mi basta
RomanceTutto e cambiato. Una nuova ma vecchia vita, nuova ma vecchia città, nuovo ma vecchio lavoro, nuove ma vecchie abitudini. Vado avanti, ci provo non solo per i miei figli, che ormai sono la luce dei miei occhi, l'essenza stessa della mia vita ma anch...