Deglutisco un paio di volte continuando a guardarlo negl'occhi cercando qualcosa da aggiungere alla mia uscita, che può far girare la testa non una ma un paio di volte, ma dalla mia bocca non esce un singolo suono, il cervello non segue gli imput e lui sembra nella medesima situazione se non è anche peggiore. Le cose si devono comparare, lui dovrebbe esprimersi ma non fa nulla di tutto questo, le sue mani accarezzano le mie con gesti sconnessi per poi lasciarmi un bacio sulle labbra quasi impercettibile ed un altro sulla fronte guardandomi ancora per un paio di secondi per poi lasciarmi andare, prendere la giacca andare via.
Non posso credere che lo abbia fatto davvero. Dopo tutto quello che ha fatto e detto, non può succedere di nuovo, non glielo permetterò non di nuovo ma non riesco a muovermi o parlare. Il mio cervello sembra essersi spento con uno sciocco di dita, non si muove ai miei comandi eppure non riesco a smettere di pensare. Le rotelle che formano gli ingranaggi, quelli che mi rendono la persona che sono, non si fermano, continuano a girare imperterriti riempiendomi di pensieri inutili. So che devo comprare il detersivo per i piatti, il latte, un tappeto per la camera di Tommy e andare a vedere la cassettiera mandata a restaurare. Pensiero completamente inutili ma riesco a pensare solo a questo.
Cerco di spegnermi guardando le porte aperte della cabina armadio bagnandomi le labbra ogni tanto cercando di capire da quanto tempo sono in questo stato, forse solo pochi minuti o ore ma sono sempre un corpo inanimato.La porta di casa viene aperta nuovamente e chiusa con forza, facendomi trasalire e muovere, finalmente, mi giro verso la porta trovandoci Nathan davanti con un piccolo sacchetto in mano ed il fiatone. È parecchio sudato, deve aver corso per tutto il viaggio.
«Dove sei andato?» riesco a domandargli alzandomi cosí da poterlo raggiungere e fronteggiare allo stesso tempo «Dobbiamo saperlo» dice cercando di riprendere fiato «Io voglio -» ispira a fondo «Saperlo» annuisco ed ecco che mi porge la busta, do un occhiata dentro trovandoci dentro cinque test di gravidanza, tutti diversi, non do quanta pipí dovrei fare per tutti questi ma se vuole posso bere un intera cisterna, soltanto per farlo felice.
«Anch'io ma sono davvero troppi» ne prendo due facendo un sorriso forzato ma lui si blocca afferrandomi per un polso fissandomi con i suoi occhi glaciali «Falli tutti. Dobbiamo essere sicuri» annuisco guardando la sua mano ancora a contatto con la mia pelle ma la allontano come se mi fossi scottata «Io sarò qui quando esci» lo guardo un ultima volta entrando in bagno chiudendomi la porta alle spalle poggiandoci la testa contro.
Ho davvero voglia di piangere, saranno gli ormoni.
No, non è vero. Voglio piangere perchè è stato tutto molto, troppo freddo, freddo da farmi dolere il petto e stringere il cuore di un paio di taglie.
Non è giusto. Non doveva essere cosí, non è questo l'umore che volevo avere.«Finito?» alzo lo sguardo dal mucchio di test di gravidanza poggiandoli sul bordo del mobile per poi prendere posto accanto a lui sul bordo del letto guardando le venature del pavimento annuendo «Ci vogliono cinque minuti borbotto allontanandomi dal suo corpo di un paio di centimetri.
Saranno, decisamente, dei lunghi, lunghissimi minuti se occupati da questo silenzio asfissiante e decisamente fuori luogo. Abbiamo già una figlia, passato questa fase e molte altre, dovrebbe essere tutto molto più' semplice.
«La cassiera mi guardava davvero male» annuisco giocando con le dita e poi con gli anelli.
«Cosa cè?» domanda dandomi una leggera spallata cercando di farmi sorridere, e poi sarei io quella con gli sbalzi d'umore improvvisi, è una cosa davvero poco gradevole e decisamente fuori contesto «Aspetto» lo fa ancora una volta «Non è vero, ti conosco» mi giro verso di lui spintonandolo con forza facendolo quasi cadere «Sei un idiota» dico dura alzandomi e controllando quegli stupidi aggeggi che possono cambiarmi la vita per i prossimi trenta o quarant'anni ma non vi è ancora nessun responso.
«Non dirmi che sono gli ormoni della gravidanza. È un pò presto, decisamente presto» adesso vuole essere ucciso lentamente e con forza ad ogni colpo «Non sono gli ormoni perchè sarebbe troppo presto. Questo è il mio carattere. È poi non sappiamo se sono incinta» alza un sopracciglio «E la cosa dovrebbe renderti felice» si alza dal letto sfilandosi la giacca gettandola sul letto «Na cosa diamine stai dicendo?»
«Beh dalla tua reazione di prima o tratto delle conclusioni»
«Angie sei impazzita?» domanda facendomi davvero innervosire «IDIOTA» urlo lanciandogli dietro un candelabro mancandolo per un pelo, forse sono gli ormoni o forse sono davvero impazzita.
«Te ne sei andato lasciandomi qui da sola senza una reazione, un emozione»
«Io stavo andando dietro le tue emozioni. Sembravi cosí distaccata»
«Certo che lo ero» mi lamento prendendo nuovamente posto sul letto stringendo forte il che ci non da esposizione reprimendo il desiderio di urlare «Ci avevo pensato tutto il giorno e piú cercavo di non farlo piú succedeva. Volevo capacitarmi della cosa e poi tu hai iniziato ad insistere. Non volevo mentirti ed ho dovuto diertelo. Non mi hai fatto pensare a sufficienza»
«Ma a cosa devi pensare?» domanda quasi urlando facendomi alzare gli occhi al cielo «A tutto.»
Fa un paio di passi per poi ripensarci, credo, quando nota il mio sguardo assassino e torna indietro appoggiandosi alla parete libera dietro di lui incrociando le braccia al petto aspettando la pazza, che in fondo so di essere io, fare la sua scenata: urla, cose rotte, persone che sbattono le porte.
È questo che ci si aspetta da me.
«Puoi spiegarmi cos'è questo 'tutti' di cui parli?»
«C'era una lista di cose da fare: vivere insieme, sposarsi e poi avere altri figli. Te lo avevo detto la notte del mio incidente quando ho gentilmente reclinato la tua proposta di matrimonio»
«Stai scherzando?» domanda passandosi una mano tra i capelli «NO DIAMINE NO» urlo sbuffando «Soltanto una volta volevo fare le cose per bene per la prima volta nella mia vita. Fare le cose al meglio
«E questo bambino potrebbe rovinare tutto?» domanda sconvolto «No» abbasso la voce asciugandomi una lacrima uscita per puro caso. Mi sembra di avere le emozioni tutte sotto sopra, di non riuscire a capire assolutamente nulla «Si puó sapere di cosa stai parlando?»
«Non lo so» mi copro gli occhi scuotendo un paio di volte la testa sentendo i suoi passi sul parquet e poi il letto abbassarsi sotto il suo peso «Sembri una pazza»
«Lo so»
«Parlami, non sparare solo cose a caso facendomi impazzire»
«Se sono incinta tutto cambierà» tolgo le mani che mi coprono il volto vedendolo annuire un paio di volte «Certo, ne sono consapevole»
«Dovremmo decidere come organizzare gli orari con i bambini, se e quando dobbiamo dirlo ai nostri genitori ed io non ero pronta per un altro bambino. Non ho ancora finito di sistemare le cose con Tommy, gli do ancora il latte, insegnando ad usare il vasino» prende le mie mani nelle sue per poi tirarmi a se facendomi accomodare sulle sue gambe lasciando un bacio prima sulle sue labbra, un bacio leggero appena percettobile strofinando il naso contro il mio «Ci sarò io ad aiutarti e si, dovremo parlarne ma non adesso. Prima vediamo come va» annuisco poggiando la fronte contro la sua sentendomi piú leggera di almeno venti chili anche se in fondi non abbiamo detto nulla di realmente concreto.
«Nathan» sussurro abbassando lo sguardo sulle sue labbra per poi deglutire «C'è un altra cosa che mi preoccupa» alza un sopracciglio aspettando che continui a parlare «La cosa che mi spaventa di piú sei tu» butto fuori mordendomi il labbro inferiore con forza facendolo sanguinare, aspettando che dica qualcosa, anche che mi urli contro con tutta la voce che ha. I suoi pollici mi accarezzano i fianchi avvicinandosi verso il ventre centimetro dopo centimetro. Riesce a farmi passare ogni preoccupazione e arrabbiatura, sará perchè lo amo cosí tanto.
«Sai, hai ragione» sussurra facendo sfiorare i nostri nasi un paio di volte «L'altra volta non sono stato all'altezza del mio compito ma se quei test saranno positivi io sarò accanto a te da adesso fino a quando non mi urlerai di andare fuori ma io ti ignorerò» annuisco sorridendo.
«Sarei felice se fossi incinta» mi sdraia sul letto alzando la maglia osservandomi la pancia ancora completamente piatta sfiorandola «Nonostante tutto anche io» mi solletica con la barba appena accennata facendomi concentrare, gli blocco la testa alzandola cosí da poterlo guardare «E se fossero negativi?»
«Non ti sbagli mai di questo» ribatte mettendosi seduto, mi sorteggi sui gomiti «E se questa volta succedesse?» sorride.
«Faremo le cose della tua lista. Le spunteremo una per una.»
Sospiro guardandolo da sotto le ciglia nervosa, i cinque minuti devono essere passati, dovrei alzarmi, andare a controllare e non vivere in questa bolla dove la gravidanza è certa.
Dove avremo un altro bambino vivendo ogni singolo momento come si deve.
«Angie» mi richiama balzando giú dal letto e porgendomi una mano «Andiamo a vedere?» annuisco prendendo la sua mano per poi aggrapparmi al suo braccio chiudendo gli occhi facendomi trascinare, soltanto un paio di passi e poi il rumore della plastica e il suo respiro che si accorcia «Cosa dice?»
«Guarda tu stessa» apro un occhio trovandomi davanti due strisce rosa. Lui lo mette da parte per poi abbracciarmi forte facendomi volteggiare in arua per un paio di volte «E gli altri?» domando con il cuore in gola «Tutti positivi»
«Diventerai papà» gli sussurro sulle labbra «E tu mamma»
«Ci manca soltanto di dirlo ai bambini e ai nostri genitori»
«Sarà una passeggiata» commenta baciandomi a fondo.
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L'amore non mi basta
RomanceTutto e cambiato. Una nuova ma vecchia vita, nuova ma vecchia città, nuovo ma vecchio lavoro, nuove ma vecchie abitudini. Vado avanti, ci provo non solo per i miei figli, che ormai sono la luce dei miei occhi, l'essenza stessa della mia vita ma anch...