Le nuvole si sono diradate all'improvviso, una forte luce mi sta colpendo in pieno viso denudandomi dalle imperfezioni. Vengo attraversata da intense scariche elettriche che riescono a farmi volare, toccare il cielo. Soltanto lui può fare questo, lui che mi scorre nelle vene ma l'amore si sa, fa diventare pazzi, stupidi, cambiare e desiderare costantemente l'altra persona.
Mani che corrono veloci su di un corpo assente, alla disperata ricerca di aria, provocando piacere, tastandolo, conoscendolo, assaporandolo. Labbra che ne toccano altre rosse per i baci dati e ricevuti, assaggiandole, rendendole proprie innumerevoli volte. Respiro che si smorza ad ogni movimento dettato dall'istinto o involontario. Cuore che non riesce a sostenere quelle emozioni e batte furioso nel petto, nelle orecchie rendendolo l'unico rumore udibile.
Piccole cose, impercettibili, ma che rendono il momento pieno di frenesia, passione. Un momento di pura estasi, a trasportare solo il piacere, dalla bramosia, dalla continua ricerca di quest'ultimo.Sospiro rotolando giú dal corpo di Nathan cercando di riprendeee fiato, il ragazzo steso accanto a me è nelle mie stesse condizioni. Osserviamo il soffitto della camera, le gambe intrecciate, le mani unite tra loro e deboli spasmi ad attraversarmi il corpo per poi venire sostituiti da fastidiosi brividi. Nathan se ne accorge coprendoci con il lenzuolo arrotolato ai piedi del letto lasciando un bacio sulla fronte stringendomi forte a se, poggio il volto sul suo petto lasciandogli un bacio all'altezza del cuore, vicino al tatuaggio, accarezzandolo con la punta delle dita.
Adora quando ci facciamo le coccole dopo aver fatto l'amore e devo ammettere che non dispiace neanche a me. Il suo petto è un buon posto dove dormire, accogliente ma soprattutto caloroso.
«Dovremmo dormire un pò» sussurra accarezzandomi la schiena con i polpastrelli.
Ha ragione dovremmo riposare, domani siamo a pranzo dai suoi genitori e sará una cosa stancante per tutti, il riposo è una parte importante ma adesso sono troppo felice, elettrizzata e sicuramente molto piú rilassanta.
«Non ci riesco» sussurro a mia volta per poi ispirare a fondo alzando lo sguardo su di lui, cercando i suoi occhi «Come mai?» domanda passando ai capelli. Se portassi gli anelli giocherei con quelli ma visto che non li porto mordo il labbro inferiore con forza sentendo il sapore ferroso.
«Non voglio dirlo a tutti. Non adesso almeno» alza un sopracciglio mettendosi seduto e portandomi con se continuando a giocare con le ciocche dei miei capelli «Perchè?»
«Conosci i tuoi genitori e anche i miei, ne farebbero un affare di stato e per i primi mesi voglio qualcosa di tranquillo, qualcosa che sia solo nostro facendo tutti i controlli del caso senza la loro pressione. Sarà solo per un paio di mesi.»
Storce le labbra per un paio di secoli ed infine deglutire facendo muovere in modo sexy il suo pomo d'Adamo, lo adoro.
«Va bene. Faremo come vuoi tu ma poi diciamo tutto ai nostri genitori e soprattutto ai bambini»
«Domani mattina per prima cosa prendo un appuntamento con la dottoressa Green sperando abbia un posto libero, almeno avremo una certezza significativa»
«Non ti fidi?» domanda sbalordito osservando i test di gravidanza ancora sul comò «Na abbiamo fatti cinque e sono tutti positivi. Vuoi avere altre certezze?»
Il mio gomito finisce "accidentalmente" tra le sue costole sentendolo gemere di dolore «Oh, scusa amore» dico cercando di non ridere, sputa fuori l'aria per poi digrignare i denti «Ho capito. Chiamare la dottoressa saprà la prima cosa da fare domani mattina»
«Bravo il mio ragazzone» dico dandogli qualche pacca sul petto per poi sbadigliare battendo un paio di volte le palpebre.
Adesso inizio ad avere sonno.
«Stai per crollare.»
La sua non è una domanda ma un affermazione e si rimette sdraiato con me a dosso coprendomi fino alle spalle «Buonanotte» e mi lascia un bacio sulla fronte.
«Notte» riesco a bisbigliare crollando lentamente nel dolce mondo dei sogni tra le sue grandi braccia, l'unico posto sicuro.Tamburello con le dita sul marmo del bancone aspettando e sperando che qualcuno risponda. Lo studio della dottoressa Green apre alle otto e mezza ed io sto telefonando da circa venti minuti buoni, dovrebbero rispondere, in teoria.
Sospiro osservando i bambini fare colazione con i bambini sul tavolo giocando con loro, caricandoli con gli zuccheri, pronti a far festa con i loro cugini per tutto il giorno.
Provo per l'ennesima volta ad avviare la chiamata.
«Buongiorno. Studio della dottoressa Green. Come posso aiutarla?»
«Buongiorno sono la signora Rodriguez. Volevo prendere un appuntamento di controllo con la dottoressa nei prossimi giorni»
«Aspetti un momento» il fruscio della carta e quello di una penna che scatta un paio di volte.
«La dottoressa può concederle un appuntamento domani mattina alle otto e mezza precise. Se ha bisogno di un controllo immediatamente è l'unico momento libero per i prossimi cinque mesi»
«Per ne va benissimo» qualche secondo di silenzio «Segno a nome Rodriguez?»
«Si, grazie
«A domani signora.»
Chiudo la chiamata poggiando il telefono sul bancone continuando a tamburellare in modo nervoso sentendo i brividi attraversarmi il corpo, forse sarà per il vento che entra dalla finestra aperta o della gravidanza ma è una sensazione sgradevole che grava sulla bocca dello stomaco. Diamine, non è per nulla piacevole.
Corro verso il bagno nel sottoscala rigettando tutta la colazione che ho mangiato poco fa, si è proprio una gravidanza, soltanto io posso dare di stomaco in questo modo.
«Ehi» pulisco la bocca con un fazzoletto guardando con la coda dell'occhio verso la porta dove se ne sta Nathan appoggiato al muro dietro di se «Nausee?» annuisco sciacquandomi la faccia con dell'acqua gelata. Spero non continui cosi tutto il giorno o se ne accorgeranno tutti e subito, la cosa mi darebbe molto fastidio.
«Stai bene?» le sue braccia mi circondano la vita stringendo mi forte «Si, tranquillo, è una cosa normale. Lo sai» reclino la testa sulla sua spalla intrecciando le dita con le sue. «Preso l'appuntamento con la dottoressa?»
«Si. Domani mattina all'apertura dello studio, poi non aveva piú posto per dei mesi»
«Per me va benissimo, devo essere alla base per mezzogiorno. Ho tutto il tempo e poi non me lo sarei perso.»
«Bravo ragazzo» borbotto dandogli qualche pacca leggera sul petto dando un occhiata all'orologio da polso, è tardi, siamo sempre in ritardo ultimamente. Che sia per colpa sua, mia o dei bambini non arriviamo mai in tempo, è una cosa che odio.
«Dove pensi di andare?» mi tira a se stampandomi un bacio leggero a fior di labbra per poi approfondirlo non dando mi modo di respirare.
«Chissà come mai sai sempre di buono» mi sussurra sulle labbra facendomi alzare un sopracciglio, questa è una cosa davvero strana soprattutto perché ho appena dato di stomaco e lui è troppo romantico, sdolcinato.
«Forse sei tu quello ad essere strano» borbotto osservandolo da sotto le lunghe ciglia non spostandomi da lui di un solo millimetro «Sai che non mi piace quando mi baci dopo che domani di stomaco»
«A me la cosa non importa» mi da un buffetto sulla guancia «Sei tu ad essere fissata con questa cosa»
«Penserai che sono stupida ed insensata» un altro buffetto sulla guancia «Non dire stupidaggini. Io ti amo in ogni caso»
«Adulatore.»
Il suo sguardo diventa serio in un attimo da far paura, trasmette sicurezza e anche della sfrontatezza, ricordo l'esatto momento in cui ci siamo incontrati per la prima volta a scuola «Puoi scommettere che lo sono. Per stare con te devo esserlo e poi non voglio che qualcuno lo porti via. Sei troppo importante. Ti amo troppo, amo la nostra famiglia, amo quello che c'è tra di noi.»
Lo fisso a bocca aperta sentendo il corpo premere e quello che provo per lui esplodere in qualcosa di piú intenso del semplice amore, qualcosa che ha messo radici dentro di me da molto tempo sta sbocciando pronto per diventare un magnifico fiore che splende di luce propria.
È per questo che lo amo cosí tanto, con semplicità riesce a dire le cose piú romantiche, quelle che ti toccano il cuore e lo fanno battere più forte, che ti fanno sudare le mani e tremare le gambe.
«Ti amo» sussurro dandogli un leggero bacio sulle labbra, mi stringe piú forte a se «Anche tu sei un abile adulatrice» sorrido divincolandomi dalla sua presa, per quanto tutto questo mi piaccia è ora di mettere da parte il piacere concentrandosi sui doveri.
«Ma dove vai?» si lamenta seguendomi fuori e lungo il corridoio «A finire di sistemare i bambini. Ti ricordo che dobbiamo andare dai tuoi. Sei stato tu a dir loro che li avremmo raggiunti oggi»
«Facciamo finta di star male, di avere un virus intestinale o qualcosa del genere» sussurra afferandomi per la vita un'altra volta «Cosí sarebbe anche peggio. Si unirebbero tutti qui per occuparsi di noi»
«Ma io voglio stare tutto il giorno a letto con te»
«Di certo non possiamo. Abbiamo dei bambini a cui badare e soprattutto non voglio annullare. Gli impegni vanno rispettati e di certo non lo disdirrò per te. Non fare il bambino» alzo gli occhi al cielo cercando di staccarmelo di dosso, cosa altamente inutile vista la sua corporatura e la mia.
«Anderson vai a cuccia o ti ci spedisco io e non sarà per nulla piacevole» alza le mani in segno di resa allontanandosi di un paio di passi «Come vuole lei mia signora» commenta sarcastico raggiungendo i bambini che non si sono mossi dal salotto «Ma sappi che sta sera ti avrò tutta per me e non avrai modo di scappare.»
È inutile dire che solo lui può dire un cosa del genere e non farmi morire dalla vergogna ma divertire e anche illanguidire.
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L'amore non mi basta
RomanceTutto e cambiato. Una nuova ma vecchia vita, nuova ma vecchia città, nuovo ma vecchio lavoro, nuove ma vecchie abitudini. Vado avanti, ci provo non solo per i miei figli, che ormai sono la luce dei miei occhi, l'essenza stessa della mia vita ma anch...