➥[017]

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"Sugar"

Il giorno dopo Yoongi, con delle profonde occhiaie scure sotto gli occhi, entrò come una furia nell'ufficio e senza dire una parola si diresse verso l'hacker afferrandolo per la felpa con l'intento di dargli una lezione, ma, prima di rendersene conto, si ritrovò schiacciato contro il muro e una mano stretta intorno alla gola, il viso impassabile di V a pochi centimetri dal viso.

«Non toccarmi» e, detto ciò, lo lasciò andare.

Yoongi, così come gli altri, guardarono sconvolti il ragazzo che, nelle loro aspettative, avrebbe dovuto essere un nerd tranquillo e timido.

«Quello era Krav Maga?» gli chiese Jungkook con gli occhi che brillavano, ignorando completamente il fatto che Yoongi si tenesse il collo con gli occhi strabuzzati.

L'hacker si limitò ad annuire con il capo senza mai perdere di vista il poliziotto ancora appoggiato contro il muro e spostandosi in modo da avere la porta alle spalle e tutti gli occupanti della stanza di fronte a lui.

La cosa non sfuggì ad Hoseok che iniziava a capire di aver giudicato male l'hacker. Forse era un pazzo, ma gli piaceva il fatto che sapesse difendersi.

«Tu» lo indicò Yoongi, stavolta ben attento a non toccarlo «per colpa tua non ho chiuso occhio tutta la notte, che cazzo hai fatto con il mio numero?»

«Non so di cosa tu stia parlando» rispose l'hacker guardandolo stranito.

«Non lo sai!? Mi sono arrivate telefonate e foto di cazzi tutta la notte! Non solo mi devi una notte di sonno, ma anche un cellulare nuovo!» Gli urlò Yoongi non credendo nemmeno per un momento alla sua innocenza.

«Ti ripeto, non ho idea di cosa tu stia parlando».

«Ma per favore, ieri litighiamo e guarda caso la notte stessa il mio numero sembra il centralino di una linea erotica» lo derise.

V non parve per nulla turbato dalle sue parole. «Non abbiamo litigato. Tu lo hai fatto, da solo. Ed è davvero presuntuoso da parte tua sopporre che qualche tua semplice parola possa incidere sul mio stato d'animo».

«Bene, allora se non sei stato tu chi è stato?!»

«Con il tuo carattere credo che tu abbia una vasta scelta di candidati» gli suggerì l'hacker, «ma non vedo come io potrei saperlo».

«Nessuno di loro oserebbe, tu sei l'unico che avrebbe potuto» si impuntò Yoongi deciso ad arrivare in fondo a quella faccenda.

«Io non... aspetta un momento». Dubbi spaventosi gli attraversarono la mente. Prese il cellulare dalla tasca dei jeans e chiamò sua sorella mentre cinque paia d'occhi erano fissi su di lui.

«Jelo um, sì l'ho preso il pranzo che mi hai lasciato sul tavolo... no, non è per questo che ti ho chiamato, ti volevo chiedere un'altra cosa. Sei stata tu?»

Una risata, che i più potrebbero definire diabolica, venne fuori dal ricevitore e fu udita da tutti nonostante non fosse impostato il vivavoce.

Namjoon si avvicinò a Yoongi e gli diede delle, non troppo leggere, pacche sulla schiena, non provando nemmeno a nascondere la sua ilarità. «Beh direi che questo chiarisce la situazione».

In quel momento il cellulare nuovo che Yoongi, acquistato quella stessa mattina, iniziò a vibrare.

Numero sconosciuto.

Se era ancora qualche demente a chiamarlo...

«Hey, fai il bravo con mio fratello, altrimenti la prossima volta finisci dritto su un sito sadomaso».

HACKER ➥ [Vhope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora