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"La stanza bianca"


Jelo rubò il cellulare a suo fratello mentre quest'ultimo si avvolgeva in un bozzolo di coperte per tornava a dormire.

Dopo aver chiuso la telefonata con il detective di Taehyung, buttò i pancake bruciati nella spazzatura e iniziò a farne altri.

Mentre mescolava le uova e la farina fino ad ottenere un impasto denso che profumava di vaniglia distrattamente ascoltava l'edizione mattutina del telegiornale.

L'elegante presentatrice aveva iniziato a parlare dei casi di omicidio perpetrati dal Killer del codice a barre e Jelo, curiosa di saperne di più, alzò gli occhi dalla ciotola in cui stava aggiungendo le gocce di cioccolato fondente e guardò lo schermo che in quel momento mostrava l'immagine della scena del crimine delimitata dal nastro giallo.

La voce fuori campo del giornalista informava il pubblico dei pochi progressi fatti, con un non troppo velato tono di biasimo nei confronti della polizia, mentre il cameramen, probabilmente con l'intento di aggiungere ulteriore suspense alla storia, zummava sugli oggetti che erano stavi rinvenuti indosso alla vittima che la scientifica stava portando via, tra questi: una borsa.

Non una semplice borsa ma una Chanel 2.55 Reissue nera con un graffio a forma di uncino sulla caratteristica chiusura dorata.

Ricordava come era stato fatto quel graffio, con una penna biro con chiusura a scatto di colore blu e il logo di un'azienda farmaceutica, la Chong Kan Dong, impresso su di essa. La dottoressa si era molto arrabbiata dopo, aveva appena acquistato la sua bella borsa che faceva parte di un'edizione limitata di soli duecentocinquanta esemplari.

Sorrise al ricordo, nonostante il dolore che seguì il suo atto di ribellione fosse ancora impresso nella sua mente.

Dopo aver messo l'impasto da parte a riposare, prese il suo portatile rosa ricoperto di adesivi a forma di unicorno e si inoltrò nel sito della polizia per guardare i verbali dell'autopsia.

Le bastò vedere una foto per riconoscerla, non era cambiata poi molto, sul suo viso, dalla pelle sempre curata, le rughe erano aumentate, ma la tonalità peonia del rossetto era sempre la stessa, così come la discreta matita color tortora che le contornava gli occhi.

Era morta per avvelenamento da arsenico, così aveva scritto il medico legale, ciò significava che aveva sofferto, e molto.

Il suo sorriso si allargò, nonostante i pancake bruciati, la sua giornata era appena migliorata. Canticchiando ripose il portatile e iniziò a cuocere la colazione.

Quando Taehyung arrivò in cucina, Jelo stava ricoprendo una pila enorme di pancake di cioccolato e panna e canticchiava allegramente seguendo la musica che veniva fuori dalla radio poggiata sul ripiano della cucina.

Si fermò per momento, osservandola meglio, mentre lei saltellava in giro euforica. Normalmente un simile comportamento sarebbe stato interpretato in maniera positiva, ma Taehyung conosceva troppo bene la sua piccola peste e poteva facilmente riconoscere quello scintillio sinistro che aveva negli occhi.

«Sai tutto vero?» le chiese circospetto.

Jelo sorpresa si girò di scatto e se lo ritrovò di fronte, cipiglio imbronciato sul volto e braccia incrociate sul petto.

Annuì e con un sorriso angelico sul volto lo guidò fino alla sedia mettendogli davanti un piatto stracolmo di cibo.

Piroettando intorno al tavolo prese posto di fronte a lui e affondò la forchetta nei dolci ricoperti di panna e cioccolato dinanzi a lei.

HACKER ➥ [Vhope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora