➥[042]

933 130 97
                                    

"Io, ora" (2)

Devo assolutamente calmarmi.

Il cuore mi frulla nel petto impazzito e il respiro mi esce con leggero affanno dalla bocca. Se non fossi un soggetto sano temerei quasi un attacco di cuore.

Cerco di isolare la mia mente, ritrovare quel rifugio che mi ha già permesso in passato di affrontare situazioni del genere, di premere quell'interruttore che mi permette di riacquistare lucidità.

Ma Hoseok è qui, davanti i miei occhi e io semplicemente non riesco.

Ha il viso stanco per aver passato due giorni senza dormire, gli occhi sono leggermente gonfi. Indossa la camicia bianca, quella morbida, è la mia preferita, anche se non gliel'ho mai detto. Profuma ancora di buono, non so come faccia, ma lui profuma sempre di buono, anche dopo ore e ore passate a lavorare senza sosta.

Il suo odore mi ricorda il primo pasto caldo cucinato dalla vecchietta che ha ospitato me e Jelo anni addietro. Le note olfattive non hanno nulla in comune... è la sensazione ad essere simile.

La sensazione di essere finalmente al sicuro.

E nonostante mi abbia appena detto di aver puntato un fucile di precisione sulla mia testa e di aver tenuto il dito sul grilletto... quell'odore è ancora qui. E mi da ancora conforto.

Lo sento nelle narici, fino in fondo alla gola. Riesco quasi ad assaporarlo sulla lingua. Posso assaggiarlo dalle mie labbra su cui ha appoggiato le sue poco fa. So che nell'incavo del suo collo è più intenso è corposo, quasi come miele che gli ricopre la pelle.

Sono un idiota, mi dico. Mi sono fatto fregare.

Ho previsto ogni variabile, classificato ogni nemico, analizzato ogni possibile eventualità.

Perché allora non ho trovato strano il comportamento di Hoseok? Perché sono stato così ingenuo? Ho davvero ignorato tutti i segnali? Sono stato davvero così cieco?

E lui? Cosa ha pensato lui in tutto questo tempo?

Sento la gola tremarmi. Qualcosa che non voglio identificare mi preme dietro gli occhi.

Lo odio in questo momento.

Mi ha tradito.

Io ho tradito lui.

Se fossi stato un ragazzo normale, mi dico con il solo scopo di farmi del male, lui non avrebbe avuto bisogno di guardarmi attraverso un mirino.

Alla fine, anche stavolta, è colpa mia?

Tanto vale chiederlo a lui. «È colpa mia?»

Hoseok apre la bocca per rispondermi ma la richiude, assottiglia lo sguardo e mi scruta dentro l'anima. Odio il fatto che riesca a leggermi dentro con una tale facilità.

«Tu non puoi fare a meno di essere quello che sei» mi dice. «E io non posso fare a meno di essere quello che sono.»

Non lo capisco. Che vuole dirmi? È una cosa buona o una cosa cattiva? E perché cerco di afferrarmi ad ogni brandello di speranza, ogni sfumatura della sua voce, ogni guizzo nei suoi occhi? Perché cerco redenzione, per me e per lui?

Fingere non è più un'opzione stasera. «E che vuol dire Hoseok? Spiegamelo, perché in questo momento non so nulla.»

Mi solleva a sedere e io non sono sicuro che riuscirò a tenere la schiena dritta.

Sono più alto di lui, dovrei guardarlo dall'altro in basso, ma ho le spalle così accasciate che ciò che ho davanti agli occhi è la pelle lasciata scoperta dal colletto sbottonato della sua camicia.

HACKER ➥ [Vhope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora