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«Sono incinta»

Hoseok sentì letteralmente la terra tremargli sotto i piedi tanto che si voltò a guardare il lampadario aspettandosi di vederlo oscillare.

Non era così.

«Ripetimi un attimo quello che hai detto perché non penso di aver capito».

«Sono incinta» le ripeté lei ed aggiunse «ma non è tuo».

Il detective fece un inumano sforzo fisico per non urlare dalla gioia e assumere comportamenti poco consoni.

Cercò di controllare la sua espressione facciale e pensò di esserci riuscito finché lei non disse: «Almeno cerca di non sorridere così tanto».

«Okay». Serio, Hoseok, serio.

«Hoseok, non perdiamo tempo, la nostra è stata una relazione noiosa» il detective annuì, in fondo pensava la stessa cosa, «prova più passione mia nonna nel suo matrimonio che noi, e lei è vedova».

Hoseok annuì di nuovo, decise che quella risoluzione degli eventi stava dando buoni risultati. Perché intervenire?

«Io avrò sbagliato, ma mi sono innamorata di un altro e adesso sono incinta. Non avrei voluto farti quest-» Hoseok la prese per le spalle interrompendola.

L'abbracciò, perché in fondo erano stati buoni amici, e le disse: «Sono felice per te».

Lei ricambiò il suo abbraccio, capendo dai silenzi del ex compagno che era sincero. Poi lo lasciò andare e si asciugò una lacrima solitaria sul viso sorridente. «Sii felice anche tu».

E così come era venuta se ne andò, lasciando dietro di sé una sensazione malinconica ma allo stesso tempo felice.

Hoseok la guardò finché non scomparve dietro le porte dell'ascensore poi tornò in casa e prese la valigia che aveva preparato.

Scese in strada e diede indicazioni precise alla ditta di traslochi che lo aspettava.

Aveva reciso il suo contratto d'affitto.

Si infilò in auto dopo aver consegnato le chiavi al padrone di casa e si diresse verso la periferia di Seoul.

Quando giunse sul posto, scese dall'auto dopo averla parcheggiata e entrò nell'edificio di fronte a lui, tenendo ben a mente tutte le password che servivano.

Arrivato all'ultima porta bussò, giusto per non essere troppo invadente.

Gli aprì V, che appariva già alquanto contrariato.

«Che ci fai tu qui?» gli chiese sorpreso di trovarselo di fronte.

«Ci vengo a vivere» rispose Hoseok oltrepassandolo e depositando la valigia in soggiorno, proprio come se fosse a casa sua.

Tre voci risuonarono all'unisono.

«COSA?!»

«Ho i capelli rosa!»

«Allora ordiniamo la cena fuori!»

Hoseok passò accanto a Jelo e accarezzandole il capo le disse di ordinare quello che voleva, avrebbe offerto lui.

Poi all'hacker chiese: «dev'è la tua stanza?»

Rispose Jelo, «Al piano di sopra».

Hoseok si avviò con la sua valigia verso la stanza di V, mentre quest'ultimo gli andava dietro urlando indignato. Ora non sembrava più così impassibile.

Jelo invece guardava un Jimin sconsolato che si passava le mani tra i capelli.

«Guarda che ti stanno bene».

Jimin si coprì il viso con le mani e Jelo temette che stesse per mettersi a piangere. Lei non sapeva che fare con la gente che piangeva.

Dal piano superiore risuonò la voce di Hoseok: «JIMIN, BELLO IL NUOVO COLORE DI CAPELLI!»

La ragazza guardò l'analista con le mani sui fianchi e un'espressione saccente sul viso. «Che ti avevo detto?»

«Sei un mostro» le disse Jimin sconsolato.

Qualcosa di indefinito passò negli occhi della ragazza, qualcosa che le fece perdere per un attimo il sorriso e fare qualche passo indietro.
Jimin se ne accorse, ma prima che potesse fare nulla Jelo era tornata ad essere la solita e stava chiamando il ristorante giapponese per ordinare.

«JELO» le urlò di nuovo Hoseok dal piano superiore, «ordina per otto persone, ho invitato tutta la squadra a festeggiare il mio trasloco».

«CHE COSA?». V doveva essere arrivato al suo limite perché afferrò Hoseok per la camicia e gli urlò in faccia, tra imprecazioni varie, che quella non era casa sua e non poteva quello che gli pareva.
Hoseok, per nulla turbato da quella scenata, lo baciò dolcemente accarezzandogli il viso.

«Io dormo sul lato sinistro del letto» e detto ciò lo lasciò lì a fissare il vuoto, mentre lui scendeva al piano di sotto per controllare cosa stesse ordinando Jelo.

Taehyung rimase in contemplazione del letto per qualche minuto, poi iniziò a prendersela con un povero cuscino, che dopo essere diventato un sacco da boxe finì per essere scaraventato dall'altro lato della stanza.

Ovviamente quello sarebbe stato il cuscino di Hoseok.
No! Si corresse, Hoseok non avrebbe dormito nel suo letto.

Scese anche lui, deciso a venir a capo di quella situazione, ma gli altri iniziarono ad arrivare.

Tutti erano curiosi di toccare i nuovi capelli di Jimin e, ubbidienti, tutti gli fecero i complimenti mentre Jelo passava tra loro.
Jin ne era genuinamente affascinato.
Yoongi e Namjoon decisero di non bere troppo quella sera, se poi svenivano e si ritrovavano con qualche colore strano in testa?
Jungkook, stranamente silenzioso all'inizio, si sciolse in fretta di fronte alla postazione per i videogame di V.

Hoseok fu una vera spina nel fianco per l'hacker. Non solo aveva annunciato a tutti che si sarebbe trasferito lì, come se fosse la cosa più normale del mondo, ma quando Taehyung stava per obiettare l'aveva baciato, di nuovo, di fronte a tutti.

Nessuno si era sorpreso della cosa, nemmeno quella traditrice di sua sorella che ridacchiava della scena insieme a Namjoon. E quand'è che quei due erano diventati amici?

Taehyung fece qualche altro tentativo per dominare quel caos, ma ben presto si rese conto che Hoseok lo baciava ogni volta che iniziava a lamentarsi per zittirlo.
Si sedette così imbronciato in disparte ma durò poco anche quello.
Qualcuno propose di giocare ai videogame.
Qualcuno disse di essere il migliore con un controller in mano.
Taehyung dovette alzarsi.
Era giunto il tempo di insegnare a quella banda di plebei cosa voleva dire davvero giocare.
Si fece strada tra loro come Mosè che apre le acque e diede inizio alla carneficina.
Alla fine di quel massacro era così felice di averli battuti tutti che non si lamentò nemmeno quando Hoseok lo baciò per congratularsi con lui.

Solo dopo aver distribuito coperte e cuscini ai suoi ospiti che dormivano nel suo soggiorno, aver messo sua sorella a letto perché si era nuovamente addormentata addosso a qualcuno, Yoongi stavolta, ed essere stato letteralmente trascinato a letto da Hoseok si rese realmente conto di quello che era successo.

Nella casa silenziosa ogni tanto si sentiva qualcuno russare, qualcun altro parlare nel sonno.
Sì voltò verso Hoseok che dormiva sul lato sinistro e lo stringeva con un braccio, quasi temesse una sua fuga, e capì che probabilmente il tavolo da quattro persone che avevano in cucina non sarebbe più bastato.

HACKER ➥ [Vhope]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora