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 "Magic is believing in yourself. If you can make that happen, you can make anything happen." – Johann Wolfgang Von Goethe


Layla Johnson Point of View...

"Layla... tesoro sveglia, farai tardi a scuola." Mi rigiro sul letto, ancora sfinita dal party a casa di Liam della sera precedente e con la volontà pari a zero per scendere giù da esso, ed avere il coraggio di affrontare l'ultima settimana di scuola.

L'ultimo anno scolastico era stato davvero estenuante e se non fosse stato per il mio migliore amico Liam probabilmente non sarei arrivata neanche al punto in cui mi trovavo adesso.

Mio padre sbuffa annoiato da ormai quella che era la mia routine pre-scuola, per poi lasciare la mia camera. Esulto mentalmente quando credo di averla scampata per bene e aver saltato scuola, ma dopo qualche minuto sto già saltando giù dal letto imprecando contro mio padre.

"Papà! Ma sei matto?" Gli urlo contro, in un nano secondo scatto in avanti per cercare di acchiappare mio padre, ma mi ritrovo sul pavimento della mia camera che impreco ancora di più dal dolore.

"Su tesoro! Si felice, pensa positivo, tra una settimana avrai finito la scuola." Mi sorride.

Mio padre era decisamente la persona più irritante al mondo, seguito poi da mio fratello, i due diventavano davvero fastidiosi e puntualmente mi ritrovavo a pregare il dio della calma.

"Come diavolo faccio ad essere felice se vengo svegliata puntualmente in questo modo?" Domando irritata strizzando giusto un po' i capelli cercando di togliere quanta più acqua possibile e vado in bagno per asciugarmi.

Ero già in ritardo quindi non potevo assolutamente fare una doccia.

Mi convinco mentalmente che prima o poi quella tortura sarebbe finita e che presto avrei detto addio alla mia vecchia vita, per accogliere una nuova me al college, una me che aspettava da troppo tempo seduta in disparte, lontana da tutto e tutti.

"Ah si... quello, mi aspetto che tu pulisca tutto! Guai a te se non trovo la tua camera in ordine! Giuro che non uscirai più di casa, e tanto meno vedrai Ariana!" Mi urla dalla camera, prima di raggiungere il piano di sotto.

Dio che fastidio le persone che urlavano in piena mattinata! Come se l'urlare in piena mattinata cambiasse qualcosa, e poi ci sentivo perfettamente, dannazione.

Sto per ribattere ma lui mi precede con, "Non voglio storie ragazzina!" sbuffo pesantemente.

Ritorno in camera mia per iniziare ad asciugare il casino creato da mio padre, cercando di fare più attenzione possibile a non scivolare e spezzarmi l'osso del collo, e dopo aver finito ripongo tutto al suo posto.

Prendo dall'armadio un paio di Jeans neri, una maglia bianca e dal cassetto il mio intimo con i coniglietti, e ritorno in bagno a prepararmi all'ennesima giornata di merda a scuola.

Cambio l'intimo e metto quello precedentemente scelto, quando d'un tratto vedo la porta aprirsi e istintivamente cerco di coprirmi il più possibile.

"Ma che cavolo ti sei messa?" Esclama mio fratello scoppiando a ridermi in faccia.

Questo è Jack, Jack non ha mai imparato l'educazione dello bussare alla porta, o comunque l'educazione in sé, eccessivamente irritante anche all'età di quasi vent'anni.

"Che vuoi Jack?" Sbuffo irritata dalla sua presenza, non solo in bagno ma nell'intero universo. So che probabilmente non è l'intimo che userebbe una qualsiasi altra ragazza, ma a me piaceva e lo trovavo molto carino, anzi quello era il mio intimo preferito in assoluto.

He And His Bad ReputationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora