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Layla Johnson Point of View..

Di solito in una situazione delicata come la mia ovvero che qualcuno minaccia non direttamente di volerti violentare ci si agita o addirittura si piange. Forse io sono stupida o forse sono troppo ingenua, ma a me veniva da ride. Nolan è quel tipo di ragazzo che si da delle arie e si fa grande. Non mi spaventava niente, figuriamoci un 18 enne ormonato che vuole vendicarsi sul fratello.

"Non credo che tuo fratello non riesca ad arrivare ad uno scaffale." Lo sfido.

"Non dire "tuo fratello" lui non è mio fratello." Sputa fuori acido.

Sapevo che dopo averlo scoperto si sarebbe vendicato su di me. Questa cosa non la accetto. Che se la prenda con Shawn, tanto Shawn lo manderebbe in ospedale con un semplice sputo.

"Se i tuoi genitori sono stati così ingenui da non dirtelo non è colpa mia! Dovresti parlarne con loro e lasciare in pace me." Rispondo. Sento il suo fiato caldo sul collo e questo mi da il disgusto.

"Ti desideravo sai.. ti guardavo a scuola tutti i giorni. Ti guardavo camminare per i corridoi e saltare le ore, ti guardavo mentre litigavi con i professori perché ti segnavano assente mentre tu eri solo andata in bagno o stavi passeggiando o spiavi i ragazzi che si allenavano a lacrosse. Ti bramavo così tanto da farmi paura. Ma tu avevi occhi solo per lui." Risponde. La cosa che non ho mai capito di Nolan è che non fa trasparire alcuna emozione. Non si riesce mai a capire se è triste, incazzato o felice.

"Il distributore automatico?" Dico sarcastica.

"No idiota. Parlo di Shawn." Sbotta incazzato.

"Nolan.. mi sembra che tu mi stia scambiando con qualcun'altra. Non ho mai guardato Shawn a scuola, e poi che sono tutte queste manie da psicopatico? Ma sei serio?" Rispondo irritata.

È sempre stato Shawn a seguirmi dappertutto. Se per infastidirmi o altro non ne avevo idea. Ma ero più che sicura quando dicevo che Shawn era un vero e proprio rompi palle.

"Io ti amavo." Confessa. Facendomi rabbrividire.

"Mi dispiace per te, sono una persona cattiva." Dico. Con la gamba sana gli tiro un calcio nei gioielli facendolo piegare in due dal dolore. Ne approfitto e inizio a correre barra camminare velocemente.

Sento il cuore battermi ed arrivarmi in gola e l'adrenalina a mille. La paura che Nolan possa raggiungermi mi fa sudare. Aumento il passo fino ad arrivare da Starbucks. Entro dentro praticamente correndo, tant'è che alcune persone sussultano.

"Signorina sta bene? Le serve aiuto?" Mi chiede preoccupata la barista. Scuoto la testa riprendendo fiato, mi accascio sulla sedia stanca.

"Vuole che le chiamo qualcuno?" Mi chiede gentilmente. Mi offre un bicchiere d'acqua e la ringrazio.

"No.. alloggio a 100 metri da qui.. la ringrazio mille." Rispondo riprendendo fiato. Mi sorride e ritorna a lavorare.

Mi maledico mentalmente per non essermi portata il cellulare con me. Da una semplice passeggiata per schiarire le idee e per liberare la mente si è trasformata in una corsa contro un ragazzo che credevo dolce come la nutella. Evidentemente Nolan è come le frizzine, buone all'apparenza ma aspre all'interno.

La barista torna con un frappuccino.

"No mi scusi.. ma non ho portato i soldi con me." Risponde gentilmente.

"Veramente lo ha offerto quel ragazzo laggiù." Risponde indicando il ragazzo. Guardo sul punto che ha appena indicato la barista.

"Liam!!" Urlo correndo ad abbracciarlo.

He And His Bad ReputationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora