Quel sentimento mi ricordava il periodo in cui ero abbastanza grande da rendermi conto di ritrovarmi senza madre e in preda a una crisi adolescenziale.
Il peggio di perdere una persona è vederla soffrire, ma non poter cambiare nulla per farlo stare meglio.
Un dolore lancinante m'invase tutto il corpo che reagì in maniera rapida e difensiva; poco dopo il buio assoluto.Aprì gli occhi lentamente quando la luce riesce a filtrare dentro; il letto è di un candido bianco, appoggiato alla parete di una camera enorme e spaziosa.
Un'enorme vetrata dava sul mare e alla mia sinistra un'enorme libreria ricopriva il muro colorato di blu scuro.
Mi alzo un po' stordita e scorgo una porta semichiusa; sento l'acqua scorrere, ma mi faccio coraggio e la apro.
Non s'intravedeva nulla se non la figura di un uomo alto e atletico.
L'acqua all'improvviso smette di scorrere, quest'ultimo afferra un accappatoio sistemato sopra la porta della doccia.
Mi si forma un nodo in gola perché stavo iniziando a capire.
"Amore, ti sei svegliata" s'avvicina a me e si china per darmi un bacio.
"...Jay..." le parole non mi uscivano di bocca tanto era forte l'emozione.
"Kris che succede? Sembra tu abbia visto un fantasma!" Mi passa vicino per buttarsi sul letto.
Tutto questo non era reale. Non poteva esserlo.
Lui non è qui, non è sano e non sono neanche sicuro se mai lo sarà.
Inizio a disperarmi, piangere, e non ero più sicura in quale mondo lo stessi facendo, se in quello dei sogni, o in quello reale.
Volevo il mio Jaydon, la persona che mi ha reso felice negli ultimi mesi, quella che non sapeva cosa stessi iniziando a provare per lui.
Non era a conoscenza di nulla e continuavo a maledirmi per questo."Tesoro ti prego svegliati" mi sentii richiamare e non sapevo cosa fosse più la realtà.
I miei occhi e la mente rifiutavano di svegliarsi perché loro quella realtà non potevano accettarla.
Sentii piangere qualcuno vicino a me mentre mi teneva per mano e a quel punto aprii gli occhi.
"Kristen!" Qualcuno mi abbracciò talmente forte da scuotermi pure il cuore, era il mio fratellino Erik.
"S-sto bene...credo" risposi alzandomi.
Mi stavano tutti intorno mentre io ero seduta sul bordo di un letto simile ai miei sogni, solo che Jay non c'era e io non ero felice.
"Mi hai spaventato a morte piccola" mio padre si avvicinò con le braccia aperte e occhi gonfi dal pianto.
"Mi dispiace...io...dov'è lui?" Domandai sapendo quanto male mi farà vedere l'immagine di Jaydon disteso indifeso su un letto.
"È meglio se per ora ti riposi Kris...eri talmente scioccata che sei svenuta..." rispose dolcemente mio padre conoscendo già la mia reazione.
"Ma ora sto bene! Voglio vederlo, adesso!"
Non volevo perderlo perché non ero sicura se sarei mai riuscita a sopportarlo, ma finché era lì avrei passato con lui persino tutta la giornata sperando nel suo risveglio.
Tutto mi guardavano neanche fossi pazza, ma non m'importava.
Con un cenno del capo la madre di Jay fece intendere agli altri di svuotare la camera per lasciarmi quei pochi minuti di tranquillità insieme a lui...o quello che ne restava.
"Se hai bisogno di qualcosa noi siamo qui fuori..." aggiunse prima di chiudere la porta.
Ringraziai cambiando il tono di voce come per scusarmi del mio comportamento da disperata, anche se forse un po' lo ero.
Con movimenti in slow motion mi alzo in piedi dal mio lettino, messo a qualche metro da quello di Jay.
Non potevo credere ai miei occhi...tutti quei tubi, i macchinari, gli aghi infilati nelle braccia.
Piangevo in silenzio, mentre toccavo delicatamente la sua mano, e non sentendo la sua presa forte e sicura mi sentii morire dentro.
"Mi dispiace così tanto..." continuavo a dire cose senza senso, scusandomi di contino.
"Perché l'hai fatto Jay? Avrei potuto aiutarti, ma non me l'hai permesso..." aggiunsi con la speranza che in fondo riuscisse a sentire le parole che dicevo.
"...ma so che sei forte e ce la farai, devi farcela. Almeno questa promessa mantienila e potremo ricominciare daccapo, davvero...non m'importa, non fartene una colpa. Ti prego..."
Il pianto silenzioso divenne via via più rumoroso, mi faceva male tutto...lo stomaco, la testa, la gola...il cuore.
Senza neanche accorgermi una mano si posò delicatamente sulla mia spalla, ma non volevo andarmene da lì.
"Kris...girati per favore, guardami..." la voce di mia madre fermò per un istante il mio pianto disperato.
Mi girai a guardarla e riuscivo a intravedere la sua sofferenza di vedermi ridotta così.
"Non me ne vado da qui..." continuavo a ripeterlo senza sosta, tenendo ancora per mano Jaydon.
"Tesoro, immagino sia difficile...però devi darti un po' di tempo a metabolizzare la cosa. Ti porto a casa, una bella doccia e poi torni qua se vuoi. Va bene?" M'implorava con gli occhi mentre con l'altro braccio cercava di allontanarmi.
"LA COSA? JAYDON È QUI, SOFFERENTE IN UN LETTO D'OSPEDALE E IO NON POSSO FARE NIENTE PER AIUTARLO!" Risposi d'impeto, terrorizzata.
Mi aggrappai a mamma sapendo che aveva ragione e in quel momento era l'unica che sarebbe mai riuscita a farmi ragionare.
Cedetti e con grande dolore me ne andai da quell'edificio che tanto odiavo.
Uscendo mi resi conto che quasi tutti avevano sentito le mie imprecazioni disperate perché mi osservavano con occhi compassionevali.
Ma io non avevo bisogno di compassione, né di una doccia, né di andare a casa.Erik, ridotto alquanto male come me, decise di venire con noi, e papà ovviamente ci seguì perché non voleva assolutamente lasciarmi sola.
Una volta arrivati a casa agì come un robot e mi feci una doccia calda; infondo mamma aveva ragione, forse avevo bisogno di un po' di tempo.
Quel giorno decisi quindi che era meglio aspettare l'indomani per rivederlo, pronta ad essere forte per tutti e due.🌹🌹🌹🌹🌹🌹
NON UCCIDETEMI!
SONO CONSAPEVOLE DELL'ENORME QUANTITÀ DI TEMPO PASSATA,QUINDI NON STARÒ A FARE LE MIE SCUSE PERCHÉ NON SARANNO MAI SUFFICIENTI.
IN QUESTI MESI HO RISCONTRATO PARECCHIE NOVITÀ,PERSONE ED ESPERIENZE CHE MI HANNO PROVOCATO UN VERO E PROPRIO BLOCCO DA "SCRITTRICE".
SPERO VIVAMENTE CHE NEI PROSSIMI GIORNI TUTTO TORNERÀ COME PRIMA DATO CHE IMMAGINO QUANTO SIA FASTIDIOSO PER VOI.
COME SEMPRE,SPERO CHE QUESTO NUOVO CAPITOLO VI PIACCIA!
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Like a tattoo
RomanceKristen Pierce, una ragazza diciottenne che vive a San Francisco insieme al padre e alla sua compagna, Kate. All'apparenza tutto è tranquillo, ma dall'incontro casuale con una persona, tutto cambierà e le verità del passato usciranno a galla.