Il mio battito cardiaco si fermò improvvisamente insieme al suo, assorta dalla paura e preoccupazione di quel istante.
"Chiamate i dottori!" Urlava la madre. "Sta morendo, salvatelo vi prego!"
Iniziò a piangere istericamente mentre in una frazione di secondo la stanza fu occupata da decine di persone, di cui assistenti e dottori.
Il più esperto di loro posizionò la mano sulla fronte di Jay portando indietro la testa, mentre con l'indice e il medio sollevò il mento per aprire le vie aeree.
"Porta fuori Stefano, per favore" mi supplicò la madre. Di conseguenza Erik, vedendo la mia agitazione prese per mano il fratello di Jaydon, che tra varie proteste, uscì dalla stanza.
Dopo essermi assicurata che fosse al sicuro, tornai da Jay, ma c'era troppa gente e non mi restò che rimanere dietro a tutti.
L'aria diventò istantaneamente pesante, e pregavo che tutto ciò non fosse reale; intanto il dottore si posizionò verticalmente sopra di lui iniziando il massaggio cardiaco.
"Non sta reagendo, portatemi subito quel dannato defibrillatore!" Tuonò mentre cercava disperatamente di rianimare il suo cuore.
"Eccolo, fate spazio! Uscite dalla stanza, siamo in troppi!" Urlò l'assistente.
Rapidamente manovrò quel strumento mettendo uno dei due elettrodi sotto la clavicola destra, mentre l'altro sotto l'ascella.
"Scarica, adesso!" Ordinò mentre leggeva attentamente l'analisi del defibrillatore "e nessuno lo tocchi!" Aggiunse riferendosi ai pochi rimasti, soprattutto alla madre di Jay ed io.
Pochi secondi dopo, mentre tutti aspettavamo con ansia che ritornassero le onde sullo schermo, il battito piano piano iniziò a stabilizzarsi così come anche il mio e di tutti coloro lì presenti.
Il dottore soffiò appoggiandosi al comodino, inchinando la testa verso il basso.
"Lo stavamo per perdere, ci mancava veramente poco..." ci disse sollevato e allo stesso tempo amareggiato.
"Elena! Che cosa succede? Sono arrivato in meno tempo possibile, ma il traffico era orribile..." entrò di colpo il padre di Jay, rivolgendosi alla moglie "...mi dispiace di non essere stato qui."
Iniziò a piangere mentre lei le raccontava tutto nei minimi dettagli, trasmettendogli tutto il terrore di quei minuti interminabili.
Nel frattempo rientrarono anche Erik e Stefano, felici che almeno quello era stato risolto.
"Ma ancora perché non si sveglia?" Chiese il fratellino.
"Non ne ho idea..." risposi "ma vedrai che si riprenderà, Jaydon è più forte di quanto noi possiamo credere." Abbracciai Stefano portandolo vicino al letto.12:39.
Ormai era ora di pranzo e decisi di tornare a casa per riprendere un po' in mano la mia vita quotidiana, anche se alla fine tutto mi riportava a pensare a Jay e non avrei ritrovato la pace finché non si fosse svegliato.
Raccontai l'accaduto a chi non aveva assistito e rimasero tutti scioccati.
"Credo che il suo corpo sta combattendo con tutte le sue forze per mantenersi vivo, oggi ne abbiamo avuto la prova. Sono sicuro che nei prossimi giorni aprirà gli occhi."
Papà aveva ragione, perciò mi aggrappai a quel briciolo di speranza.Pranzai silenziosamente insieme agli altri membri della mia famiglia. A sostenermi c'erano anche Matt ed Alex, che nonostante i loro impegni sono venuti per assicurarsi che non impazzissi o che mi sentissi sola.
Dopo pranzo mi misi a sedere sul divano cercando di distrarmi con qualche stupido programma televisivo, fin quando sentì "Sembri un panda con quelle occhiaie" riuscì a sorridere mentre guardavo Matt sistemarsi vicino a me.
"Diciamo che non ho dormito granché, ma ti giuro che quando Jay si riprenderà, recupererò tutte le ore di sonno!" Affermai cercando di smorzare un po' quell'atmosfera triste.
"Non sei l'unica..." risponde sovrappensiero.
"Come sta... Abigail?" chiedo cercando di fargli sputare il rospo.
"La gravidanza sta andando bene, tra un mese e mezzo sapremo il sesso del bambino e inizieramo a decidere il nome. Per il resto Robert la sostiene, non so con quale coraggio, sembra che ci tenga veramente, anche se, detto tra noi, è proprio stupido, non riuscirei a stare accanto alla donna che amo, ma che è incinta di un altro uomo."
"Effettivamente non lo consideravo così protettivo e buono..." affermo pensierosa.Dopo una breve conversazione decidiamo di fare una passeggiata in centro noi quattro: Matt, Alex, Alli ed io.
Mi mancavano questi momenti, dato che ora ci vediamo di meno a causa dello studio e del lavoro di Alex; certamente la tempistica non è il massimo, ma mi sono arresa al fatto che non posso cambiare il corso della vita o aiutare Jaydon in qualche modo.
In qualsiasi caso un pensiero è sempre rivolto a lui e sono sempre attenta al cellulare in caso mi dovessero arrivare notizie.
Insieme ad Allison ci addentriamo nei vari negozi, provando qualche capo e comprando i migliori, mentre i ragazzi sono entrati in un negozio di giochi per playstation.
Il pomeriggio scorre tranquillamente, ogni tanto chiedo notizie riguardo Jay, e quando mi rispondono "niente di nuovo" non so mai se prenderla come una cosa negativa o meno, dato che perlomeno la sua situazione è stabile.Per cena decidiamo di fermarci in un ristorante per mangiare la pizza, dato che tutti la adoriamo ed era da tanto che non la mangiavamo tutti insieme.
Una volta arrivata a casa, e dopo aver salutato e ringraziato gli altri, decido di fare una doccia veloce e mettermi subito a dormire. Domani sarei tornata a scuola, perché nonostante tutto è importante che non resti troppo indietro con le lezioni. Una volta uscita sarei andata a visitare Jay, rimanendo un po' con lui.
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Like a tattoo
RomanceKristen Pierce, una ragazza diciottenne che vive a San Francisco insieme al padre e alla sua compagna, Kate. All'apparenza tutto è tranquillo, ma dall'incontro casuale con una persona, tutto cambierà e le verità del passato usciranno a galla.