Capitolo 8 (x)

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Capitolo 8: The dwarves and elves , like cats and dogs

La notte passò in fretta, e il sole nacque di nuovo.

Stavo dormendo in una posizione comodissima e stranamente ero al caldo, non avevo alcuna voglia ne intenzione di aprire gli occhi. Quasi come per magia il cuscino che stringevo possessivamente si mosse, lì per lì non capii cosa stesse succedendo, ero troppo assonnata per usare la mia mente e formulare un pensiero di senso compiuto. Capii cosa dovevo avere tra le braccia quando una grande mano iniziò ad accarezzarmi dolcemente i capelli. Brontolai qualcosa, in una lingua sconosciuta a tutti i popoli della Terra di Mezzo, il cuscino venne scosso da risate. Aprii svogliatamente un occhio per guardare il nano. Lo stavo abbracciando. L'orgoglio non prevalse sulla comodità e la pigrizia che si erano impadroniti della mia anima, non mi mossi di un singolo dito.

-Buongiorno, nemmeno un orco in punto di morte avrebbe uno sguardo così cattivo Betrys.- aveva la voce molto roca, doveva essersi svegliato da poco, la trovai dannatamente sensuale. Brontolai contro il suo petto e lo strinsi ancora di più, volevo dormire ancora e nessuno me l'avrebbe impedito.

-Posso concederti ancora qualche minuto, poi dobbiamo prepararci a partire.- lo guardai implorante, mi limitai a sbuffare, sapevo perfettamente che lui poteva farci ben poco –Hai così tanta voglia di alzarti?-

-Non ho mai disdegnato la compagnia di una donna a letto, devo ammettere che è una delle prime volte che vado in bianco.- quella frase scottò come fuoco rovente, mollai subito la presa e mi girai dall'altra parte, in fin dei conti, anche il mio cuscino era assai comodo. Il nano si lasciò sfuggire un'altra risata, due forti braccia mi avvolsero da dietro e venni spinta di nuovo contro il suo petto –Sarà una delle ultime volte che dormiremo in un comodo letto, sei sicura di non volerne approfittare?- sussurrò rocamente al mio orecchio, la frase non mi lasciò del tutto indifferente, ma in quel momento il mio unico pensiero era dormire –Se con approfittare Thorin, intendi dormire qualche altra ora, molto volentieri, se invece hai altre intenzioni è meglio se ci alziamo.-. Thorin sbuffò contro il mio collo, ma non lasciò la presa, anzi, si mise più comodo.

Ero sul punto di riaddormentarmi quando iniziai a sentire una presenza, al livello dei miei glutei, una presenza molto grossa. Avvampai sul momento, realizzando le dimensioni, provai a discostarmi, ma le braccia del nano me lo impedivano –Vuoi già alzarti?- chiese sbadigliando –Si, meglio prepararci, oramai sono sveglia.- il che era vero, Thorin non disse nulla, mi lasciò semplicemente andare, mi alzai e puntai verso il bagno, mi volsi un attimo e vidi Thorin ancora nel letto, che si grattava la testa, i capelli erano diventati indomabili, aveva gli occhi lucidi e un rivolo di bavetta gli colava dall'angolo della bocca. Lo trovai semplicemente adorabile. Quando anche il nano puntò lo sguardo su di me mi voltai, ed entrai nel bagno, avevo bisogno di un altro bagno.

Quando uscii Thorin era riuscito a malapena a vestirsi, lo trovai seduto ad un lato del letto mentre litigava con i suoi capelli. Mi avvicinai cauta e lo osservai –Hai bisogno di aiuto?- di primo acchito mi lanciò uno sguardo furente, poi sembrò ponderare le mie parole, e , notando che non vi era alcun accenno di scherno nella mia voce ma, anzi, era una domanda fatta per cortesia, annuì e mi porse la spazzola. Mi sedetti a cavalcioni dietro di lui, iniziando a pettinargli i capelli da metà della loro lunghezza. La spazzola scivolava dolcemente nei suoi setosi capelli, mai avrei pensato potessero essere così tanti e così morbidi, mi erano sempre apparsi ruvidi. Il nano non si lamentò del trattamento che gli stavo riserbando, in poco tempo finii di pettinarlo. Gli porsi la spazzola ma lui scosse la testa –Se ti va potresti farmi anche le trecce.- Annui, prese dal comodino cinque fermagli, mi domandai dove dovessero essere messi due, dato che ho sempre visto i capelli del nano domati da tre soli fermagli. Feci la coda dietro la sua nuca, fermandola saldamente, tenni libere le due ciocche che partivano da sopra le sue orecchie e, stando attenta, per ognuna feci una treccia, fermandola alla fine –Thorin, gli altri due fermagli?-

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