Capitolo 7

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Capitolo 7: A perfect start , with a bitter surprise

Il giorno successivo al levar dell'alba ci rimettemmo in cammino, notai, con la coda dell'occhio che Ori teneva ben custodito qualcosa, di primo acchito mi parve un libro, un diario forse, appena ne ebbi l'occasione chiesi al giovane nano

-Oh Betrys, questi sono solo... appunti di viaggio.- mi disse arrossendo fino alla punta delle orecchie, sorrisi e gli chiesi se potessi dargli un'occhiata, inizialmente fu riluttante nel consegnarmelo, poi, su incitamento di Balin, me lo lasciò consultare. Rimasi ammaliata dalla meravigliosa calligrafia, non capivo una sola parola, ma era comunque uno spettacolo incantevole per gli occhi.

Rimasi probabilmente diversi minuti ad incantare quelle pagine perché ad un certo punto Oin arrivò di gran carriera a richiamarmi, preoccupato che potessi esser stata colta da un improvviso malore. Cancellai la miriade di pensieri che mi ronzavano in testa per lasciar spazio alla sorpresa, era da un paio di settimane che eravamo in viaggio eppure non mi ero mai resa conto di quanto alcuni nani tenessero di già alla mia persona. Probabilmente si erano solo rassegnati della mia presenza, così pensavo a quel tempo.

Sorrisi solare ad Oin e lo rincuorai, stavo molto bene, ma subito dopo la mia attenzione tornò sulle pagine di quel diario, non osavo chiedere a nessuno di insegnarmi la loro lingua, ero ben conscia che era un segreto solo per nani, ben pochi altri conoscevano il khuzdul. Balin intuendo i miei pensieri si fece avanti –Bambina, vorresti che ti insegnassi qualche parola?- immediatamente, come un fulmine, Thorin si girò verso di noi –Balin, sai perfettamente che è un segreto!- l'anziano nano non si fece di certo prendere in contropiede –Hai ragione Thorin, ma mi pare maleducato tenere un diario sul nostro viaggio e non dire alla signorina cosa esso contenga, potrebbe pensare che vi siano malelingue su di lei.-

A dirla tutta, quel pensiero non mi aveva mai scalfito la mente, non perché credessi che non vi fossero malelingue su di me, ma semplicemente non ritenevo possibile che Ori, quel Ori, potesse scrivere malelingue su qualunque essere vivente, eccezion fatta per orchi e varie creature maligne.

Thorin ponderò attentamente le parole di Balin, e dopo essersi confrontato con il suo luogotenente, Dwalin, brontolò qualcosa che alle mie orecchie parve come un –A tuo rischio e pericolo Balin.-. Il nano canuto si volse verso di me raggiante, evidentemente non vedeva l'ora di metter mano su giovani menti, con un accenno di timidezza, sussurrando, mi rivolsi a lui –Si potrebbe far lo stesso discorso per Mastro Baggins?.-

-Oh ma ovvio mia cara! Assolutamente, sempre che mastro Baggins sia d'accordo.- il piccolo hobbit cadde dal ramo più alto di un pino, lo diceva chiaramente il suo sguardo, non aveva seguito una singola parola del discorso appena fatto, probabilmente stava pensando alla seconda colazione che non aveva potuto fare. Ovviamente per colpa di Thorin.

-Chiedo venia Balin, non ho seguito il discorso, in cosa vorreste implicarmi?.-

-Nell'apprendimento della nostra lingua, perlomeno la scrittura, così saprete cosa scrive Ori sul nostro diario.- lo hobbit aveva gli occhi di un verde smeraldo dal tanto che era contento, era evidentemente in visibilio per la notizia. Bilbo doveva sapere tanto quanto me che i nani custodiscono con cura i loro segreti più preziosi, venirne a conoscenza era un vero e proprio onore.

-Bilbo. Voi alla Contea non avete un linguaggio solo per voi hobbit?- colsi il povero scassinatore di sorpresa, per l'ennesima volta –Io.... Beh.... Sinceramente... ehm... credo che tempi addietro ne utilizzassero uno, ma oggigiorno è in disuso, non credo che vi sia un singolo hobbit in tutto il Decumano che ne conosca una singola parola. Te Bea invece?- i miei occhi probabilmente lasciarono trasparire qualcosa che invece avrebbero dovuto celare perché lo hobbit iniziò subito a scusarsi –No, tranquillo Mastro Baggins, non è colpa tua, la domanda non era affatto scortese. Il problema è che ho avuto una vita molto particolare, non ti saprei dire quale sia la lingua della gente di mio padre, perché non so chi possano essere.-

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