Capitolo 24

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CAPITOLO XXIV: Memories under the star

Per tutta la mattinata continuò a ronzarmi per la testa la domanda riguardo al proprietario di quegl'abiti che si trovavano nell'armadio di Thorin e che lui aveva difeso con tale costanza ed irritazione. Tentai invano di darmi una risposta che potesse apparirmi plausibile, pensando anche che prima dell'attacco di Smaug, Dis avesse dormito con il fratello e che quindi quei vestiti fossero suoi.

Poi però, trovandomi a passeggiare con Balin e ponendogli quella domanda, il nano mi aveva accennato all'esistenza di stanze private della principessa, quindi anche quella spiegazione decadde.

Non avevo il coraggio, nonostante la fiducia che riponevo nell'anziano, di parlargli dei miei dubbi, anche se domandare avrebbe significato per me entrare a conoscenza di elementi del passato di Thorin dei quali ero del tutto all'oscuro. Poi mi venne in mente un modo per sapere senza domandare in modo diretto. Così domandai:

-Dov'è Dwalin?-

-Penso si trovi nelle fucine o in infermeria, bambina. Ti andrebbe di vedere invece la biblioteca?- rispose il nano.

Solo il pensiero di entrare in un ambiente colmo di libri e di sapere mi fece illuminare lo sguardo e palpitare il cuore. Pensai a quanto tempo fosse trascorso dall'ultima volta in cui mi ero ritrovata con un libro tra le mani. Molto, troppo.

Immaginandomi l'immensità della biblioteca di Erebor, mi passò di mente anche la nube di dubbi che vi si erano stanziati da quella mattina.

Balin sorrise dolcemente al mio cenno di assenso, probabilmente notando l'espressione da bambina che mi era apparsa sul viso. Dopo pochi minuti ci trovammo dinnanzi ad un alto portone di legno massiccio, finemente intarsiato.

Il nano mi chiese di chiudere gli occhi, quindi quello che udii fu solo il rumore della porta che si schiudeva pesantemente, per poi sentire le mie mani sfiorate da quelle di lui e un leggero movimento condurmi all'interno. La porta si chiuse alle mie spalle poco prima che un inebriate odore di pergamene e libri antichi mi inondasse le narici, facendomi inspirare profondamente. Quel profumo ebbe però il potere di farmi riaffiorare alla mente episodi del mio passato che credevo di aver ormai dimenticato.

"La porta si aprì con un dolce scricchiolìo di cardini e un'allegra risata di diffuse nell'aria, annunciando l'arrivo di mia nonna, Gilraen. Un turbinìo di capelli dorati mi venne incontro, abbracciandomi calorosamente. Risposi d'istinto al gesto, allacciandola a me come se non volessi più farla andare via. Amavo mia nonna.

Alzai lo sguardo e lei mi rivolse un sorriso radioso, il più bello che avessi mai visto. Qualche lacrima le solcò il viso, ma inizialmente la scambiai per lacrime di gioia.

Poi, con voce calda e melodiosa, mi chiese di chiudere gli occhi, trovandomi tra le mani, dopo qualche secondo, un bellissimo libro, regalo per il mio decimo compleanno e l'ultimo che ricevetti da parte sua.

Osservai il tomo tra le mie mani affascinata, pensando per un attimo che un oggetto così bello potesse nascondere ogni sorta di segreto.

Qualche sera più tardi mi trovavo nella mia stanza, sotto le coperte, in attesa che mia nonna giungesse per mantenere la sua promessa di raccontarmi una storia. Attesi ore, ma lei non arrivò.

Nell'attesa, cominciai a far scorrere le piccole dita sulla copertina di pelle e sulla costa lavorata, sino a sfiorare la fibbia che mi impediva di aprirlo. Dopo qualche vano tentativo, riuscii ad avere la meglio, schiudendo finalmente il magnifico libro.

Ammirai stupefatta le curve sinuose che creavano le parole, le quali, danzando tra di loro, formavano un'armonia di inchiostro sulle pagine opache che scricchiolavano sotto le mie dita. Avvicinai il viso al foglio, inspirandone l'odore antico. Lentamente e con delicatezza voltai pagina, trovandomi ad ammirare un bellissimo disegno di un bosco rigoglioso, tra i cui alberi una giovane danzava leggera. La dama ritratta mi ricordava qualcuno.

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