Capitolo 28

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Capitolo 28: A jump in the years

Gli anni passarono, e non furono pochi, Frerin crebbe e divenne un nano forte e bellissimo come il padre, nacquero altri figli Amelia, Myrtle ed Ener il più piccolo della famiglia. Ma con la felicità vennero anche le cose brutte, un male antico minacciava di risvegliarsi e così fu. In poco tempo la Terra di Mezzo venne scossa da incursioni di orchi, goblin e troll, molti sussurravano persino di aver visto i Nazgul librarsi in aria come se fossero loro i padroni del cielo.

Le notti si allungarono e il terrore negli animi delle persone si fece sempre più presente, e ombre minacciose incominciavano a farsi scorgere da Mordor. Una lettera giunse dalla Conta, Frodo Baggins il nipote del nostro amato Bilbo era partito per distruggere l'anello del potere, lo stesso anello che Bilbo trovò nelle caverne delle montagne Nebbiose, lo stesso che vidi anche io, ma non seppi riconoscere.

Thorin era preoccupato, un Nazgul arrivò alle nostre porte chiedendoci di allearci con Sauron, il suo signore. Rifiutammo, ma ci diede altro tempo per decidere, 3 giorni, e poi la guerra sarebbe divampata sotto di noi.

In quelle notti di paura, mio marito non sapeva cosa fare, un'altra guerra avrebbe distrutto il suo popolo più di quanto potesse fare una "pace" con Sauron, ma lui non voleva, inviò messaggi al Re degli Elfi, mio zio, e al regnante di Esgaroth e Dale Bar figlio di Brand, e a Dain per decidere sul da farsi e fare un alleanza per sconfiggere il nemico, il giorno dopo ebbe la risposta.

Guerra.

Tutti gli eserciti alleati si diressero ad Erebor per la battaglia decisiva, di mia iniziativa avvisai Gandalf di quanto stava per accadere ma non ebbi risposta o per meglio dire non la lessi mai.

Guardai mio marito, era pensieroso, lo si capiva dagli occhi che oramai avevano il colore di una tempesta, una tempesta imminente che si sarebbe abbattuta su di noi in poco tempo, non sapeva cosa fare, aveva paura. Mi avvicinai a lui, lentamente e lo abbracciai da dietro, inspirando il suo odore, lui si voltò e mi baciò rimanemmo così per molto tempo, uniti in quello scambio d'affetto che da tempo non avveniva, un bacio lungo e passionale che sapeva di disperazione e bisogno, bisogno di sentire il corpo dell'uno su quello dell'altra, per unirsi un ultima volta. Mi lasciai condurre nella nostra camera, non mi importava se qualcuno ci avrebbe sentiti, avevo bisogno del mio re e lui aveva bisogno di me.

Rimanemmo abbracciati a lungo, sudati e affannati, poi Thorin decise di parlare

-Tra poco arriverà.- Sapevo bene a cosa si riferisse, il messaggero di Sauron sarebbe arrivato, e con lui morte.

Non gli risposi, non gli parlai. Thorin si alzò dal letto prese i suoi vestiti li indossò e poi uscì dalla camera.

Rimasi sola in quella stanza troppo grande e troppo fredda, presi tra le mani il cuscino di mio marito e inalai il suo profumo, poteva essere l'ultima volta che lo sentivo. Avevo paura. Paura che potesse morire, che Frerin potesse morire, avevo paura di rimanere di nuovo sola.

La notte calò silenziosa il suo manto, mi sporsi alla finestra, i fuochi degli accampamenti degli orchi dentro Esgaroth erano terribili, la città per fortuna era deserta da giorni. Thorin fece un meraviglioso discorso a tutti i presenti nella grande sala, dovevamo combattere, per la nostra libertà e quella dei nostri figli costi quel che costi.

Da qui il racconto diventa sconnesso, ci sono parti scarabocchiate e varie cancellature, ho riportato quanto ho potuto, questa parte si svolge parecchi giorni dopo il discorso del Re Thorin Sotto la montagna, in piena guerra:

La morte era ovunque, gli orchi hanno usato una strategia formidabile, hanno sfruttato le divergenze dei nostri popoli per dividerci e fare un vero e proprio massacro.

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