capitolo 3

1.9K 118 2
                                    

Mi infilo le mani nelle tasche del cappotto verde.
Credo che qui soffrirò il freddo.
Davanti al cancello ci sono due guardie, non ci dicono niente, ci scrutano con aria superiore, mentre aprono i cancelli.
Percorriamo pochi metri di strada sconnessa e sassi, ma quando arriviamo, nulla mi può preparare.
Sospiro e una nuvola di aria bianca si diffonde nell'aria.
Estraggo il cellulare dalla tasca e faccio un'ultima cosa: invio un messaggio, un cuore, all'amica che vorrei con me ora.
Quel cuore verrà letto tra due anni.
Dopodiché imposto una nuova password, in modo che non sia accessibile a nessuno, poi lo spengo e lo consegno a mia madre.
Ad un certo punto la porta della scuola si apre.
Un uomo in divisa esce dall'istituto e ci fa cenno di entrare.
Dobbiamo metterci in fila per registrarci, e vedo che la maggior parte dei ragazzi sta ancora usando i cellulari.
Penso che forse un allenamento per militari, potrebbe insegnare alla nostra generazione che c'è qualcosa oltre ai cellulari.
Dopo alcuni minuti di fila ci ritroviamo davanti ad un banco di legno ricoperto di vernice verde.
Dietro di esso vi è una donna, giovane con i capelli neri e lucenti tirati indietro in una coda di cavallo.
Ha le labbra colorate di un rosso fuoco, e occhi verdi  magnetici.
"Nome"
Dice la ragazza in tono sbrigatorio.
"Sono Flame Bastion"
La donna cerca il mio nome in un lungo elenco.
"Vieni da Milano?"
Mi domanda senza staccare gli occhi dall'elenco.
"Si"
Confermo.
"Bene, Flame. Devo chiederti di lasciarmi un'impronta digitale."
Dice estraendo da sotto il bancone un piccolo contenitore con dentro della polvere nera.
Io ci infilo il pollice, poi la donna mi allunga un pezzo di carta e io tengo premuto il polpastrello sul foglio per lasciare la mia impronta.
La donna lo attacca con il nastro adesivo al lungo elenco.
"Buon inizio"
Dice sorridendo.
E io mi allontano insieme alla mia famiglia.
Mentre ci sediamo, dagli altoparlanti una voce annuncia che tra pochi minuti i genitori dovranno andarsene.
Non mi va di abbracciarli.
Aspetterò la fine.
Ma la fine arriva presto, gli altoparlanti annunciano che i parenti devono andarsene, e che i ragazzi devono aspettare l'arrivo di un istruttore.
La donna dietro al bancone sistema alcune carte e poi viene davanti a noi.
Dove sono i miei?
Istintivamente mi giro e non li trovo.
Non ho potuto salutarli.
Una strana voglia di vomitare i sentimenti,  mi sale per la gola, ma mi limito a risultare indifferente.
"Io sono Isabel"
Dice la donna.
Indossa una tuta mimetica.
"Addestrerò una parte di voi."
Poi entra un ragazzo, dell'età di Isabel.
Non si presenta, semplicemente si limita a dire
"Quelli che verranno chiamati adesso, con Isabel, gli altri con  me"
"Sempre molto simpatico, David"
Gli sussurra Isabel.
Una parvenza di sorriso aleggia sulle sue labbra.
Dopo Isabel prende una lista, e chiama dei nomi, faccio molta attenzione al mio, che dopo poco viene pronunciato.
Sarà Isabel ad addestrarmi.
Mi sembra sempre meglio di David.


La Militaressa Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora