capitolo 18

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"Va bene, andiamo".
Acconsento.
Usciamo dalla stanza, senza dare nell'occhio.
Christabel, ormai esperta in queste cose, mi precede, facendomi strada.
"Non sono d'accordo".
Un brivido mi scuote la schiena, quella era la voce di David.
"Non accadrà più, l'ho solo accompagnata".
Isabel risponde.
Stanno ovviamente parlando della scappata all'ospedale dell'altro giorno.
I loro passi sono sempre più vicini.
"Ti stai affezzionando a quell'allieva, ricorda che sbagli".
La voce di David è rigida.
"Ho capito, ora lasciami fare il mio lavoro in pace".
Ribatte Isabel.
"Flame, andiamo!"
Mi sprona Christabel.
"Sì"
Farfuglio.
Christabel si mette a sfrecciare nei corridoi, la seguo.
Quando arriviamo al mobile, infila la mano e si apre il passaggio.
Proseguiamo lungo il corridoio, che porta alla porta lucida e bianca.
Entriamo nella stanza.
Penso che Christabel abbia un'enorme privilegio: insomma, viviamo di poco e niente, mentre lei ha una stanza tutta per sè.
Ma ha anche un grande cuore, nel condividerla con me.
"Hai sentito Isabel e David?"
Le domando mentre si siede accanto a me.
"Sì, perchè?"
Risponde.
"Non hai nulla di cui preoccuparti, stavano solo chiacchierando"
Mi dice poi con una pacca sulla spalla.
Infatti ha ragione.
"Invece, ricordi delle gare che abbiamo a fine mese?"
Chiede Christabel con un filo di tensione nella voce.
L'avevo completamente cancellato dalla mente.
"No...Cioè, sì, certo".
Balbetto.
"Sono molto importanti, sul giudizio finale"
Continua lei.
"In che senso sul 'giudizio finale?'"
Domando preoccupata.
"Questa è una scuola, Flame, aspettati delle verifiche"
Ovviamente non ci avevo pensato, ma infondo mi ci preoccuperò al momento.
"In cosa consistono esattamente queste gare?"
Chiedo.
"Sono prove, su varie armi, credo".
Risponde riflettendo.
"Comunque chiederò informazioni ai miei"
Conclude.
"Bene, meglio andare, allora"
Dico guardandomi intorno.
"Come vuoi"
Dice Christabel alzandosi.
La seguo ed usciamo dalla porta.
Siamo state davvero poco lì dentro, i nostri compagni sono ancora in sala riposo, così noi ci dirigiamo verso il dormitorio.
Sono esausta: le giornate quì sono pesanti.
Vado in bagno e mi sciacquo la faccia, poi mi infilo sotto le coperte e mi lascio abbandonare al sonno.

Mi sveglio quando, il mattino seguente, Isabel fa irruzione in camera suonando la sua solita e terribile campana.
"Su, alzatevi"
Io non esito a trascinarmi fuori dal letto.
Ricompongo le lenzuola e prendo i vestiti dal baule.
Mentre mi infilo la maglietta, cammino lentamente verso il bagno, con lo spazzolino da denti in una mano.
Raggiungo uno dei pochi lavandini liberi, la mattina il bagno è sempre affollato.
Quando sono pronta, mi dirigo in sala da pranzo, per la colazione.
Ho la strana sensazione di aver dormito poco, sbadiglio in continuazione.
Appena seduta al mio posto, appoggio una mano sul mento, cercando di non addormentarmi.
"Buongiorno!"
Tuona Gio allegra, appena pretende posto al tavolo.
"Buongiorno anche a te"
Rispondo con meno enfasi, trattenendo uno sbadiglio.
"Abbiamo dormito poco, eh"
Dice lei.
Annuisco cercano di riprendermi, ma mi sembra di avere del piombo sugli occhi, vorrei solo dormire un'altro pò.
Bevo il mio latte rancido, mangio un pezzo di pane duro, e mi alzo da tavola.
Questa mattina Isabel ci farà la prima lezione di combattimento corpo a corpo, così mi dirigo verso l'aula giusta.
Quando entro, vedo Christabel seduta per terra, con un libro appoggiato sulle gambe, mentre morsicchia una mela.
Alza lo sguardo su di me, mi saluta con la mano mentre mi avvicino.
"Ciao"
La saluto mentre mi siedo accanto a lei.
" 'giorno"
Risponde.
"Senti, mi faresti un grosso favore?"
Le domando mentre do un morso alla sua mela.
"Dimmi pure"
"Fammi dormire per dieci minuti"
Lei fa un'espressione buffa, allarga le braccia in modo tale da farmi sdraiare, così ho l'opportunità di sonnecchiare qualche minuto, finchè Christabel non mi da uno spintone, e così mi alzo.
Glia altri studenti stanno entrando in fila, con Isabel a capo.
Ci lancia un'occhiata e sospira.
Mi alzo seguita da Christabel e ci mettiamo in cerchio, come tutti gli altri.
Isabel è al centro, con i soliti capelli lucenti tirati in una coda, le labbra rosso fuoco, e le mani congiunte davanti a sé.
"Ascoltatemi"
Dice alzando la voce, per essere sicura che la nostra attenzione sia puntata su di lei.
"Tra esattamente tre giorni, ci sarà la prima competizione dell'anno, contro il gruppo di David, quindi vi consiglio di prepararvi"
Mentre i sussurri si levano per la sala, Isabel Va avanti.
"Ricordate che queste competizioni, servono solo per spronarvi a dare il meglio di voi, che dovrete dimostrare sul campo di battaglia: ricordate anche che siete quì per diventare giovani soldati"
Continua.
"Detto questo, iniziamo con il corpo a corpo."




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