capitolo 10

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Inizio a correre, a passi felpati, bloccando solo quando Christabel si ferma a scrutare il percorso.
In non molto tempo arriviamo alla libreria e all'armadio.
"Vieni, Julia"
La chiama.
Io la spingo avanti con una mano.
Vedo Christabel mentre sussurrando spiega a Julia come accedere alla sua camera.
Vedo anche l'espressione perplessa sul suo volto.
Vedo la domanda
'Perché me lo state dicendo?'
Impressa sulle sue labbra.
Julia, dopo le spiegazioni di Christabel, apre la prima porta, che conduce all'uscio della stanza da letto.
"Cos'è questa?"
Ci domanda Julia.
Vorrei spiegarle tutto ma Christabel mi precede.
"Questa è la mia camera, vivo quì perchè sono la figlia di Isabel"
Non me l'aspettavo.
Sono stata colta di sprovvista, non avrei mai potuto immaginare che Christabel confidasse ciò a Julia.
Ci tiene tanto a me.
E anche io dovrei tenere a lei.
Julia sembra di nuovo perplessa, anche se ha ricevuto delle risposte.
Dopo qualche secondo di riflessione, Christabel si alza, apre la porta della sua stanza, ed entriamo.
Christabel si siede sul letto strofinandosi le mani sulle coscie.
"Perchè me lo avete mostrato?"
Domanda nuovamente Julia.
Le trema il labbro inferiore, e ha i pugni serrati, come se tentasse di non esplodere.
Cerco lo sguardo di Christabel, ma è impegnata a strappare fili dalla sua trapunta verde.
Così prendo un respiro, e poi le dico
"Ci sarà una guerra, prima o poi, e tu sei la persona più importante, io volevo proteggerti".
Ha le lacrime agli occhi dalla rabbia.
"E cosa ti fa pensare che io abbia bisogno di protezione? Sono in grado di proteggermi, non mi serve una stanza"
Sta soffocando le urla.
Scaccia via con un gesto rapido le lacrime che solcano le sue guancie.
"Andiamocene, non ho nulla da fare quì".
Fa per alzarsi, ma io mi inginocchio ai piedi della poltrona su cui siede.
Le prendo le mani e le stringo, adesso sono in lacrime pure io.
"Devi ascoltarmi, non vogliamo proteggere solo te, sappiamo benissimo che sei in grado di proteggerti, ma se noi non ci fossimo più potresti rifugiarti quì!"
Lei mi guarda negli occhi, ancora lucidi.
Ha gli angoli della bocca abbassati, come se improvvisamente avesse pensato a qualcosa di triste.
"Verrò se ce ne sarà bisogno"
Dice con voce dura.
Sto per ringraziarla, quando mi avverte
"Ma non voglio più vedervi, avete dubitato delle mie capacità, come se fossi una bambina che ha bisogno di protezione, ma io sono in grado di uccidere tutti, ricordatelo".
Detto questo si alza ed esce, e io rimango immobile, a gambe incrociate al centro della stanza.
Sento le braccia di Gio stringermi in un abbraccio, mi rifugio nelle sue spalle.
Christabel è rimasta ferma a guardarci, fino a quando mi sono calmata.
"È inutile, hai esagerato"
Dice Christabel.
Posso capirla, ha rivelato il suo grande segreto, per proteggere una persona che neanche si ricorda i loro nomi, e che non contribuirà.
Sospira, poi ci fa cenno di alzarci.
Chiudiamo la porta bianca e lo strano meccanismo, poi iniziamo a percorrere i corridoi.
Finchè non sentiamo di nuovo quei passi.
"Andate, sbrigatevi, non mi sgriderà"
Sussurra Christabel.
"No, dobbiamo affrontarla insieme"
Affermo io.
"Non è il momento giusto perchè vi butterebbero fuori, correte!".
I passi sono sempre più vicini, Gio è già scattata verso i dormitori, rivolgo un ultimo sguardo a Christabel e corro.

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