capitolo 24

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Il resto del discorso non mi sembra importante, così scendiamo.
Dobbiamo fare attenzione a Isabel e a David, ma dopo qualche minuto io e Christabel decidiamo di tornare al furgone.
Ci nascondiamo come all'andata, mentre tra di noi incombe un silenzio che dura fino all'arrivo dei due.
Isabel non si accorge di noi, saranno le dieci, o le undici di sera, sale sul furgone e partiamo.
L'aria della notte è fredda e pungente, mi scosto i capelli che mi solleticano il viso.
Mi accuccio e rimango in quella posizione per il resto del viaggio, mentre Christabel tenta invano di contare le stelle.
Il veicolo parcheggia sull'asfalto, davanti all'accademia, facendo scricchiolare tutti i sassolini.
Mi sporgo leggermente per cercare di vedere se è è tutto a posto, vedo le guardie.
Do uno scossone a Christabel ed indico la porta vetrata per farglielo notare.
"Oh..."
Bisbiglia.
"Come facciamo?"
Dico preoccupata.
Fortunatamente Isabel, entrando, ha chiesto ai due uomini che fanno da guardia all'ingresso.
Io e Christabel corriamo all'interno, ma lei si blocca nell'atrio.
"Cosa?"
Chiedo con il respiro affannato.
Non ho neanche il tempo di udire i passi, che Christabel mi sta già trascinando nell'armadio dove ci siamo nascoste solo poche ore prima.
Dopo qualche minuto di silenzio tombale, Christabel decide di scostare l'anta dell'armadio, per vedere chi c'è.
Richiude e la porta fa uno scricchiolio quasi impercettibile.
"Ci sono le guardie"
Capisco che siamo finite.
Mi lascio sfuggire un gemito di amarezza.
"E adesso?"
Chiedo esasperata.
"Siamo letteralmente morte"
Continuo
"Non essere melodrammatica Flame, so esattamente quello che dobbiamo fare"
Dice sedendosi a gambe incrociate.
"Non stanno qui tutta la notte, alle quattro del mattino circa se ne vanno, e alle sette Isabel ci sveglia"
Riflette.
"Sai che ore sono?"
Domanda.
Ricordo dell'orologio da polso che ci è stato fornito all'inizio.
"Sono le undici di sera"
Rispondo sbadigliando.
"Facciamo così, dormi un pò se sei così stanca, ma devi essere pronta a scappare e il resto"
Mi avverte.
Annuisco
"Va bene, tra qualche ora ci diamo il cambio, dico cercando di trasformare la felpa in un cuscino.
Mi sdraio in una posizione parzialmente comoda e prendo sonno dopo pochi minuti.

"Flame!"
Appena apro gli occhi, mi accorgo che Christabel mi sta scuotendo in modo violento.
"Eh?"
Chiedo stordita mentre mi stropiccio gli occhi.
"Sto morendo di sonno, dobbiamo darci il cambio".
È esausta, così annuisco e le lascio il posto per sdraiarsi.
"Svegliami alle quattro del mattino".
Dice prima di assopirsi.
È l'una emmezza di notte, significa che ho dormito due ore e passa, pensavo peggio.
Appoggio la testa al legno, sperando di non addormentarmi, se ci beccassero qui sarebbe un dramma.
Per fortuna che c'è Christabel, lei riesce sempre a trovare una seconda possibilità.
Come posso dire, lei non si arrende mai, va sempre avanti.
Rivolgo uno sguardo nel cuore della notte, e sussurro un "Grazie", per colei che è diventata di più della ragazza che mi ha tirato il cuscino.
Ormai siamo sorelle, conpagne di lotta, per sempre.

Le ore passano in fretta, quando si fanno le quattro, scosto alcune ciocche scomposte di capelli dal viso di lei.
"Christabel, è ora"
La chiamo.
Lei ci mette meno di un secondo a raddrizzarsi e riprendere conoscenza.
"Buongiorno"
Mi abbraccia.
Un abbraccio stretto, di quelli che rimangono incisi sulla pelle.
Scosta leggermente la porta dell'armadio.
Si volta e mi fa un cenno col capo.
Mi preparo a correre.
Usciamo dall'amadio e corriamo verso il dormitorio, senza badare a telecamere o eventuali guardie, siamo troppo stanche.
Alla porta del dormitorio, Christabel si ferma.
"Andiamo piano"
Dice.
Entro in punta di piedi, ma qualche letto più avanti, Gio ci aspetta seduta, che veglia sulla nostra sicurezza.


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