capitolo 7

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Julia è seduta sul mio letto con sguardo assente.
Appena mi vede, ci abbracciamo talmente forte da cadere per terra.
"Julia!"
Esclamo ridendo.
Lei si alza in piedi in modo un pò buffo e mi porge la mano.
Isabel entra in quel momento, e lancia subito un'occhiata fredda a Christabel.
Ci ha viste?
E se così fosse, avrebbe un pò di pietà?
"Vieni Julia".
La invita mentre tutti sono distratti.
Isabel sbatte, al suo solito, una mano sul tavolo, per richiamare l'attenzione.
"Lei è Julia, viene dall'Umbria"
"E che ci fa quì?"
Chiede Christabel.
"Oh, questi non sono affari tuoi, mia cara"
In questo momento mi accorgo che Christabel e Isabel sono molto simili.
Anche i tratti del viso e del corpo, il modo di camminare, di muoversi.
Julia è effettivamente il tipo che si farebbe sbattere fuori dalla scuola, ma questo non posso saperlo.
Isabelle ci porta a fare colazione, cioè una tazza di latte e basta.
Mi siedo accanto a Gio, Julia è qualche posto più in là.
"Coprimi, ci scambiamo i posti".
Mi dice Gio.
È sempre generosa, gli altri vengono sempre prima di lei, ma se Isabel ci avesse viste, farebbe di tutto per trovare anche solo una piccolezza per sbatterci fuori.
Devo avere cautela.
Mentre Gio si alza, la trattengo per un braccio.
"Gio, no. Dopo quello che è successo ieri sera, non possiamo mai perdere di vista il comportamento".
"Devi parlare con la tua amica".
Sembra irremovibile.
Non sembra più lei.
"Gio stai ferma."
Dico, in tono che non ammette proteste.
Lei si siede.
Beviamo il latte, che è rancido, poi Isabel passa a darci un foglio.
Una volta consegnato a tutti, spiega.
"In base alle vostre preparazioni, abbiamo elencato tra tipi di armi adatte a voi.
Ovviamente, avete la libera scelta di qualsiasi arma voi siate portarti.
In questo primo mese, cercheremo di capire quale arma è più adatta a voi, ma durante l'anno ci impegneremo per lo più all'uso di altre armi, tattiche di sopravvivenza e lotta corpo a corpo.
L'anno prossimo, affininiremo le tattiche con la vostra arma prediletta.".
Dopo questo interminabile  discorso, durante il quale Isabel non ha fatto altro che camminare avanti e indietro, evitando lo sguardo di Christabel.
Chissà se Isabel è stata una madre amorevole durante l'infanzia di Christabel, anche se ne dubito fortemente.
"Ora ascoltatemi, chi di voi ha come prima arma nella lista l'ascia, si metta in fila quì".
Dice Isabel.
Osservo il mio foglietto, e la prima arma che mi viene proposta è un' ascia.
Mi alzo, e insieme a me anche Julia.
È perfetto, potremmo parlare durante l'allenamento, capire perchè è stata spostata.
Si mette in fila dietro di me e quando i ragazzi che proveranno la pistola, e l'arco, sono smistati, Isabel ci porta nella sala che ho visto ieri.
È dedicata solo all'ascia.
Ci sono alberi da abbattere, manichini e armi.
Un uomo attende il nostro arrivo al centro della sala.
Quando lo vedo, mi si ferma il cuore.
È identico a Christabel.
È suo padre.
Isabelle ci lascia dentro e l'istruttore si presenta.
Mi verrebbe da dirgli che non mi interessa di lui e la sua vita, voglio capire quello che è successo a Julia, e mi freme sapere se è il padre di Christabel.
"Bene, prendete l'ascia che volete, sistematevi da qualche parte e cercate di capire se vi trovate a vostro agio, se avete problemi, io sono quì".
Dopo ciò, corro a prendermi un ascia con Julia e ci mettiamo ad un albero.
Inizio a colpirlo.
Se "sentirmi a mio agio" ha accheffare con "sentirsi bene dopo aver colpito numerose volte un albero", allora è a posto.
"Allora, come mai sei fuori?"
Le domando.
"Lunga storia, mi sono 'ribellata'".
Ribellata in che senso?
Che può aver fatto?
"Cioé?"
"Cioè gli ho fatto una scenata in mensa"
Dice abbassando lo sguardo.
Conoscendo Julia, una scenata, equivale a piatti rotti, bicchieri in frantumi, postate a terra, e urla potenti.
Appoggio per terra l'ascia e accolgo Julia tra le mie braccia.
Non voglio nessun'altra.
Nè Gio, nè Christabel.
Se la caveranno da sole.
In questo momento c'è un altra persona che devo proteggere.

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