Ancora lei.

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David's pov

Questo era quello che volevo fosse successo.
Appena Emma entró nel mio ufficio non riuscii a fermarla. Provai a respingerla, le dissi che era finita, che adesso c'era un'altra persona nella mia vita, ma fu inutile. Lei mi minacció. Avevo troppa paura che il mio segretto venisse divulgato.
Lei chiuse la porta a chiave, si sedette a cavalcioni su di me e inizió a sbottonarsi la camicetta bianca. Il suo seno esplodeva dentro il reggiseno rosso di pizzo. Mi bació il collo e mi slacció la cravatta.
Si strofinava su di me. Sapeva dove toccarmi e come farlo. Rimasi tutto il tempo immobile. Si alzó la gonna e mi sbottonó i pantaloni. Mi abbassó i boxer e, dopo aver scostato la mutandina rossa, si sedette su di me, facendomi sprofondare in lei. Ansimava. Le venni dentro.
Poi lei mi leccó il labbro, si rivestì ed uscì dal mio ufficio. Mi sentivo uno schifo.

Cassie's pov

Mi sveglio di soprassalto. Il letto è vuoto. Un profondo senso di tristezza mi assale. Odio svegliarmi da sola in un letto che non è il mio.
David sarà andato in ufficio. Mi alzo e mi dirigo verso il bagno. Un'ora dopo sono già nel taxi che mi sta accompagnando in ufficio. Entro nell'edificio e mi dirigo verso il piano di David. Mentre mi dirigo verso la sua porta, in quel maledetto corridoio, incontro Emma.

Mi sorride sgarbatamente, snobbandomi. Cosa stava facendo nell'ufficio di David? Si sistema la camicetta e si abbassa la gonna, leccandosi le labbra. Mentre passa mi urta la spalla, facendomi traballare.
Sono senza parole. Una scossa di ansia mi assale l'intestino. Il cuore inizia a battermi troppo forte. Ho paura di sapere cosa stava succedendo.

Spalanco la porta e lo trovo sulla sedia, intento a sistemarsi la cravatta. I fogli sparsi sulla scrivania e il respiro affannato. Appena mi vede spalanca gli occhi. Si blocca, immobile.
<<Cassie... cosa ci fai qui?>> Balbetta.
<<Ci lavoro.>> Sono scioccata. <<Cosa stava succedendo qui dentro?>> Vedo la sicurezza di David scivolare lungo il pavimento. Non fa altro che deglutire.
<<Cosa intendi?>>
<<PER QUALE FOTTUTO MOTIVO EMMA ERA QUI!?>> Grido tutto d'un fiato.
David sbianca.
<<Cassie, non è come sembra. Non è successo nulla. È venuta qui e io le ho detto che era finita. Devi credermi!>>
Non ci credo nemmeno un po'.
<<Bene, allora fammi vedere le registrazioni delle telecamere.>> Chiedo gentilmente.
<<Non mi sembra sia il caso, Cassie...>>
<<Voglio vederle. ORA!>>
<<No!>>
<<Ecco, lo sapevo. Mi hai tradita. Ancora.>> Ho la voce rotta.
<<Cassie aspetta!>> lo sento gridare alle mie spalle.
Esco correndo dall'ufficio e mi dirigo a casa mia.

Sta piovendo a dirotto e il cielo è buio, squarciato dai fulmini.
Appena prima di salire sul taxi, vedo David uscire correndo dal grattacielo.
Intimo all'autista di partire subito.
Mi accuccio in un angolino della macchina e inizio a piangere.

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