Promesse.

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David's pov
Mi precipito nell'unica discoteca in cui possano essere.
Entro di corsa e mi dirigo verso il bagno. Apro la prima porta. Nessuno. Apro la seconda porta. Due ragazzi che scopano. Apro la terza porta. Cassie!
Ció che vedo mi allontana da ogni tipo di possibile modo di ragionare.
Cassie in balia delle mani di quel lurido serpente. Miguel ha i pantaloni sbottonati e un'erezione ben evidente.
Appena Cassie mi vede inizia a dimenarsi.
Miguel si gira di scatto, giusto in tempo per vedersi arrivare in faccia un pugno. Lo massacro. Credo di averlo picchiato ininterrottamente per almeno tre minuti. Lo guardo mezzo sanguinante a terra. Cassie geme. La prendo in braccio e la porto fuori. Le metto sul sedile della mia macchina, salgo e parto.

La porto a casa mia. Una volta arrivati la prendo in braccio e la porto fin sopra, nella mia stanza da letto. Il suo vestito è distrutto. La faccio sedere sul letto e le sfilo il vestito, notando con piacere l'assenza di un reggiseno. Lei biscica qualcosa.
<<Dammi un bacio, David>> Ha la classica voce da ubriaca persa.
<<No. Non lo vuoi veramente.>>
<<Ti prego!>> Mi tira a sè dalla camicia, giá mezza sbottonata. <<Devo vomitare>>
Lancio il vestito a terra e le infilo una delle mie magliette a maniche corte. Le fa da vestitino. È bellissima.
La prendo in braccio e la porto in bagno. L'aiuto a vomitare, le sciacquo viso e bocca e la riporto a letto.
<<Resta qui con me.>> mi dice.
Voglio godermi questo momento. Questa notte. Domani non mi vorrà più vedere.
<<Sono qui, piccola.>>
Mi metto sotto le coperte con lei e la stringo a me. Dio, quanto la amo.
Cassie si addormenta profondamente quasi subito. Resto un po' a guardarla e ad accarezzarle i capelli, per poi addormentarmi profondamente anch'io.

Cassie's pov
Mi sveglio la mattina in un letto familiare, ma non mio. Sono abbracciata a David. (S)fortunatamente ricordo tutto quello che è successo. A tratti, ma lo ricordo. Ricordo di come è arrivato David a salvarmi. Ricordo di come si è preso cura di me ieri notte. E ora è qui, ad abbracciarmi forte forte. A tenermi stretta a sè. Sono sua. Lo sono sempre stata. Non c'è nulla che possa fare.
Lo chiamo.
<<piccola mia... come ti senti?>> mi guarda preoccupato.
<<Sto bene. Davvero.>> mi guardo, ho lividi ovunque. Chissà quante volte saró caduta.
<<Ti ricordi cos'è successo?>> mi domanda.
Mi allontano da lui e mi siedo incrociando le gambe. Annuisco.
Lo guardo. Mi guarda.
Non ho la minima idea di cosa fare.

David's pov
<<Sei arrabbiata con me, vero?>> le chiedo, spaventato a morte dalla possibile, e anche probabile, risposta.
<<Sì.>> dice impassibile. <<La cosa che più mi fa incazzare è che tu eri cosciente. Tu eri cosciente di tutto quello che stavi facendo. Sei partito per lei Cristo santo! Non faccio altro che immaginarti mentre baci... e scopi quella!>> sta piangendo.
Mi siedo anch'io e la stringo forte a me. Mi allontana. <<Non ti permettere a toccarmi!>> grida. È disperata. Come ho potuto ridurla così? Quale persona di merda l'avrebbe fatto?! Sono stato un idiota. Non avevo la minima idea della cazzata che stavo facendo. MA COSA CAZZO MI STAVA PASSANDO PER LA TESTA?!
<<Dai piccola, non fare così... sono stato un coglione, un pezzo di merda, non avevo la minima idea di cosa stessi facendo. Mi faccio così schifo per averti fatto questo! Non te lo meritavi Cassie, per nulla al mondo!>>.
Mi guarda. Si asciuga una lacrima. Si butta addosso a me e mi abbraccia. La stringo forte. <<Non faró mai più nulla del genere. Te lo giuro sulla mia vita.>>

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