Legami.

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È una fresca mattinata invernale. Decido di recarmi a lavoro a piedi, ho bisogno di svuotare la mente dai cattivi pensieri.
È molto presto, passeggio lentamente, assaporando ogni singolo dettaglio di quel paesaggio gelido.
Il telefono squilla. Un messaggio di posta elettronica dall'ufficio.
"Appena arrivi in ufficio vienimi a cercare, ho un importante lavoro d'assegnarti.
David Carter"
Ricordarmi di lui risveglia l'ansia che inizia a bruciarmi nello stomaco.
Ripensare a tutto ciò che è successo tra noi mi distrugge. Affretto il passo e mi dirigo in ufficio.
L'ufficio è ancora completamente deserto. Mi avvio velocemente verso l'ufficio di David.
La porta è socchiusa. Busso.
Mi schiarisco la voce <<Avevi bisogno di me?>>
<<Oh, sei corsa non appena aver letto il mio messaggio!>> Esclama ridendo.
<<Non proprio, ero già uscita.>> Rispondo fredda.
David si rabbuia. Si alza e si avvicina a me.
<<Perché sei così nei miei confronti?>>
<<Non sono in nessun modo!>> Esclamo, allontanandomi dal suo viso ormai a dieci centimetri dal mio.
<<Smettila di essere così, Cassie...>>
Abbasso lo sguardo. David sembra sinceramente triste...
<<Comunque, potresti controllare questo dossier per me? Ah, e parlare con l'agenzia che voleva intervistarmi, oggi non posso.>>
<<È tutto?>>
<<Sì>> Dice meccanicamente, fissando il vuoto.
<<Perfetto, allora io vado>> giro i tacchi e cammino verso la porta.
<<Cassie.>> la sua voce alle mie spalle mi blocca.
Mi giro <<Sì?>>
<<Resta con me. Almeno fino all'inizio dell'orario di lavoro.>> La sua voce è piena di malinconia.
Il cuore mi si riempie di tenerezza a vederlo in quello stato.
Mi siedo in una delle due comode poltroncine di fronte la scrivania.
<<Che succede?>> Allungo il braccio per prendergli la mano. La stringo lievemente.
<<Quando abbiamo parlato... ho rievocato molti ricordi che avrei preferito eliminare.>> si schiarisce lievemente la voce. <<Ti ho donato una parte di me, e adesso mi sta tormentando.>>
Lo guardo. Improvvisamente mi sento a disagio.
<<David... io...>> non riesco a pensare nulla da dire. <<Io ci sono, sono qui. Non ti lascio solo.>>
Dopo la nostra conversazione è nato un piccolo legame, qualcosa che ci legherà per sempre. Adesso porto anch'io il peso del suo segreto.
David mi guarda, rincuorato.
Si alza e mi viene incontro. Mi tende le mani, le afferro e mi tiro su, in piedi. David si fa abbracciare, lo stringo forte a me.
È un uomo autoritario, sicuro di sè e forte, ma adesso, tra le mie braccia, sembra neve al sole. È docile e indifeso. In questo momento i suoi muri sono crollati, la sua corazza dissolta. In queso istante, tra le mie braccia, è solo lui.

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