Il segreto di David.

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<<Cassie andiamocene.>> Miguel ha lo sguardo basso. Mi afferra la mano e si alza di scatto, facendo alzare anche me.
David mi guarda con un'espressione indecifrabile. Un misto tra malizia e cattiveria. Mi sorride freddamente e si allontana, tornando da Jake.
Resto a guardarlo imbambolata per un po'. Il mio cuore inizia a battere forte e un'improvvisa voglia di piangere si fa largo in me. Miguel mi trascina letteralmente fuori dal locale. Saliamo velocemente in macchina e partiamo.
Molte domande mi ronzano in testa.
<<Miguel...>>
<<Sì?>> Mi guarda per un istante e mi sorride.
<<Perché David ha reagito in quel modo? Perché vi odiate?>> Voglio sapere tutto.
<<È così e basta.>> Risposta secca e apatica.
<<PERCHÉ NESSUNO MI DICE MAI NULLA?! COSA STA SUCCEDENDO?!>> Mi pento subito dopo di aver alzato la voce.
Miguel mi guarda sconcertato ed evidentemente seccato dalle mie domande.
<<Calmati adesso.>> È forse un ordine?
<<Dimmelo Miguel. Perché siete così?>>
Miguel guarda fisso la strada. Ad un tratto accosta e spegne il motore. Si volta a guardarmi, sbuffando.
<<Non è una bella storia, Cassie.>>
<<Dimmela lo stesso...>>
<<Tempo fa frequentavo sua sorella, Tiffany. Lei era innamorata di me, ma io non ricambiavo il suo amore. Un giorno decisi di dirle come stavano le cose, per me andava bene continuare la storia, ma non mi sembrava affatto corretto nei suoi confronti. Lei non la prese bene e, per farmi quasi un dispetto, si mise con un certo Josh. Io conoscevo Josh e sapevo di che tipo si trattasse. Lui era un ragazzo molto violento. Non si faceva alcun tipo di scrupolo, una persona senza limiti o principi. Tuttavia lei non voleva parlarmi e allora non le dissi nulla riguardo il suo nuovo ragazzo. Purtroppo Josh, durante una lite, la uccise con un coltello. David era distrutto. Lui sapeva del fatto che io conoscessi Josh e mi odia per questo, per non avergli detto nulla riguardo la sua natura violenta. Ancor di più mi odiava per aver ferito i sentimenti di Tiffany.>> Fa una piccola pausa. <<David era più che deciso a vendicarsi di Josh... la morte della sorella non sarebbe di certo rimasta impunita...
Io provai a fermarlo, ma lui non voleva sentir ragione. Era diventato ancor più violento di Josh. Era una bestia. Lo conosco a David, sa essere una bestia. Lui... andó da Josh... e...>>. Si blocca.
<<E...?>> Il mio cuore batte fortissimo. La paura di ció che sta per dire è immensa.
<<Lo uccise. Bam, un colpo alle gambe, poi uno alla testa.>>. Silenzio tombale. Cosa?! Non puó essere vero... David è stato capace di fare una cosa del genere?!
<<Da quel giorno mi odia. Ha smesso di provare sentimenti. È un fantasma.>>
Una lacrima mi scende lungo la guancia. Un omicidio tenuto nascosto per non nuocere alla persona dell'uomo più influente del mondo. Un uomo morto. Una famiglia distrutta. David...
<<No Cassie... ti prego, non piangere.>> Miguel mi si avvicina e mi asciuga le lacrime.
<<Portami da lui.>> Affermo con fermezza.
<<Cosa?! Non esiste. Nessuno, e dico NESSUNO, dovrà sapere che tu sai questo fatto! NESSUNO CASSIE, nemmeno David. Il tuo caro David.>> Pronuncia le ultime parole con una punta di amarezza e disgusto. Lo guardo.
<<Portami da lui Miguel, per favore. Non diró nulla>> Scuote la testa.
<<No Cassie, non ci vai da lui. È un ragazzo instabile. Non ti lascerò con lui.>>
<<Miguel, ti prego...>>
Mi guarda per un po' con uno sguardo tenero.
<<Come desideri...>>

Entro di corsa nel pub, sperando di trovarlo ancora lì.
È seduto in un divanetto con una ragazza bionda.
Mi avvicino.
<<David.>> Lo richiamo.
Lui distoglie lo sguardo dalla ragazza e appena mi vede si alza in piedi.
<<Cassie, cosa fai qui?>>
<<Accompagnami a casa.>>
<<Sì.>> Si allontana dal divanetto, lasciando la ragazza sola, e mi segue.
Una volta in macchina mi guarda e, probabilmente, realizza la situazione.
<<Cassie, non posso guidare così, non con te in macchina almeno.>>
È leggermente brillo.
<<Scendi, guido io.>> lo guardo <<ti porto a casa>>.
<<Ti fermi da me per stanotte.>> Ancora ordini.
Improvvisamente ripenso alla nottata trascorsa a Barcellona. Non abbiamo più parlato dopo quel viaggio. David è strano, si comporta come se avesse paura di me. O come se non mi volesse. Non mi sono fatta molte domande durante questi giorni, ho preferito piuttosto non pensarci.

Arriviamo a casa di David. Parcheggio la macchina nel garage e lo aiuto a scendere.
David mi prende per un braccio e mi guarda.
<<Perché sei tornata nel locale?>>
<<Non lo so.>>
<<Lo sai benissimo invece. Perché non vuoi dirmelo?>>
<<Non lo so David. Ti ho anche disturbato, eri in buona compagnia.>>
<<Solo ora sono in buona compagnia.>> Mi guarda dritto negli occhi.
Il mio cuore perde un colpo.

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