Passato.

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Vengo svegliata bruscamente dallo squillo di un telefono. David ha appena ricevuto un messaggio, ma sta continuando a dormire. Non dovrei farlo, ma la curiosità ha la meglio e do una piccola sbirciata allo schermo.
"Messaggio da Emma"
Chissà chi è... Lascio perdere e torno a dormire. Non è mica il mio ragazzo.

Vengo nuovamente svegliata, questa volta piacevolmente, dai baci di David sul collo.
Lo guardo intorpidita.
<<Buongiorno>> Sussurra sulla mia pelle, smettendo solo per un secondo di baciarmi.
Gemo quando la sua bocca arriva al mio ombellico. Mi sta riempiendo di baci e lievi morsi, le sue mani mi stringono la pelle dei fianchi. Le sue labbra sono sulla mia intimità, le sue mani calde continuano a stringermi la pelle. David lascia che mi abbandoni al piacere per poi tornare su e darmi un bacio sul mento.
<<Buongiorno>> Dico finalmente.
<<Forza vestiti, ti porto in un posto.>>

Saliamo in macchina e, dopo un'ora circa, ci ritroviamo in un bosco. David segue una stradina per un po' e poi parcheggia la macchina in un piccolo spazio verde.
Mi prende la mano e mi porta attraverso il bosco. Ci ritroviamo in cima ad un strapiombo, il panorama è mozzafiato: si vede tutta la città in lontananza! 
David si siede su una grossa pietra e io lo seguo. Restiamo per un po' in silenzio a guardare il panorama, poi decido di interrompere il silenzio.
<<Perché mi hai portata qui?>>
<<Ultimamente vengo spesso in questo posto da solo, per pensare. Sei la prima persona che porto qui.>> Sorride impercettibilmente per un attimo. <<Adesso che sai di mia sorella... c'è altro che vorresti sapere su di me?>>
<<Come ti sei procurato quelle cicatrici sulla schiena?>> La curiosità mi stava uccidendo dal primo momento in cui le ho notate.
<<Ero piccolo... mio padre è sempre stato troppo severo e "violento". Lui voleva, e vuole tutt'ora, il figlio perfetto, ma io non lo sono mai stato. Non sono mai stato all'altezza del mio nome, secondo lui. Troppo ribelle. Un giorno tornai a casa dicendogli che in futuro avrei voluto fare il medico, che sarei andato all'università per studiare medicina. Volevo solo inseguire il mio sogno ed essere felice. Lui non la prese bene. Come era solito fare si tolse la cintura e la fece schioccare più volte sulla mia schiena, fino a farmi scorrere sangue. Ha sempre fatto così, la sua presenza è come un peso che mi schiaccia.>> Si accende una sigaretta. <<La mia esistenza è una sofferenza continua. Tutte le scelte che ho preso non sono mai state del tutto mie. Vorrei davvero non essere suo figlio. Vorrei solo poter essere felice, e so che non si vive due volte e questo pensiero mi distrugge. Il fatto che io non abbia inseguito i miei sogni, il fatto che non abbia vissuto a pieno la mia vita, mi distrugge.>> Mi guarda. <<...È così che mi sono procurato quelle cicatrici.>> Conclude guardando verso un punto non preciso. Aspira un'ultima volta dalla sigaretta per poi lanciarla a terra.
Mi fermo a guardarla allontanarsi, trasportata via dal vento.
David mi si avvicina e con le dita mi sfiora la guancia, asciugandomi una lacrima.
<<Non è così triste. Sono sceso giù, nel profondo degli abbissi, per poi darmi la spinta e tornare su. Ed è questo ciò che mi ha, diciamo, salvato. Faró grandi cose, Cassie. Sono giovane, e il mondo è nelle mie mani.>>
<<David, io... io non so davvero cosa dire... mi dispiace davvero tanto per te, per i tuoi sogni... hai dovuto sopportare molto dolore.>>
<<Sai, anche quando è morta mia sorella, secondo lui è stata colpa mia. Diceva che dovevo proteggerla. Da quel giorno mio padre non è stato più lo stesso... e quando ha dovuto nascondere il mio omicidio è stato orribile. La sua vergogna, diceva. Ed effettivamente è ció che sono stato. Mi vergogno, Cassie. Ho fatto una cosa orribile. La notte rivedo il volto di Josh che mi tormenta. Ho paura di me stesso, paura che possa entrare di nuovo in un tale stato di ira. Il mio dolore per la mia azione non finirà mai. C'è un girone all'inferno solo per me.>> Ha gli occhi lucidi.
Lo abbraccio. Lo stringo forte a me.
<<David, hai sbagliato, questo è cosí, ma adesso la tua vita deve continuare. Sei giovane, hai il mondo ai tuoi piedi. Sei la persona più forte che io conosca, sai come rialzarti e continuare. E se la notte ti fa troppa paura, ci saró io con te, a rassicurarti.>> Questa situazione è difficile, ed è ancor più difficile trovare delle parole adatte. Lo stringo sempre di più a me mentre gli accarezzo i capelli.
<<Grazie Cassie.>> Riesce a dire.

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