Un villaggio felice.
Una famiglia felice.
Un popolo felice.«Alias... Alias svegliati tesoro è tardi!»
Alias si ruzzolava nel suo letto. Non ne voleva proprio sapere di alzarsi, era troppo stanco.
«Soujus... ma perché hai questa voce così femminile... stai cercando di prendermi in giro?...»
Il riccio esitò ad aprire i suoi occhi i primi istanti, ma non appena li aprì, si accorse che Soujus non c'era, e al suo posto : una parete. Beh, tra il dio e il muro non c'era tanta differenza quando si cercava di trattare di un argomento.
Parlare con Soujus era come parlare con il muro.
Alias si alzò di soprassalto. Non riusciva a capire dove si trovasse, e per lo più perché era dentro una stanza, sopratutto su un letto, caldo e molto accogliente.
Il ragazzo scrutò ogni dettaglio della stanza : dai mobili ai libri, dai libri ai quadri sul muro. Guardò in giro per parecchio tempo confuso; Guardò pure fuori dalla finestra che per l'appunto era di fianco al suo letto. Vide dei bambini giocare a palla, saranno stati sei o sette, un bel gruppetto.«Tesoro!»
Ancora quella voce femminile, ma era in camera questa volta.
Si voltò lentamente.
Non ci poteva credere.
Era lei.
Suo madre.«Alias, hey, dai tesoro ti devi alzare è già tardi. Oggi ti devi allenare con tuo padre con la spada, ricordi?»
Il castano non sapeva cosa dire. La fissava. Sembrava avesse visto un fantasma (e non aveva tutti i torti) ma era così reale, vera. Per un momento, credette che tutta la storia di Soujus che si stava prendendo cura di lui... fosse stato un lungo sogno appena concluso. Seraphina inarcò un sopracciglio e sorrise. Si avvicinò al figlio, gli prese il viso e gli baciò la fronte, tutto con molta cautela e tenerezza, come solo lei sapeva fare.
«Mio piccolo futuro capo tribù, stai bene? Hai la febbre per caso? Quando ti ho baciato la fronte eri totalmente gelido!» domandò preoccupata la bionda.
«No... è che... mamma sei tu? Nel senso, davvero tu? Sei viva?» disse Alias incredulo.
«Amore mio, certo che sono viva! Perché hai fatto un brutto sogno per caso? Mamma è qui per te.»
Alias cercava di trattenere le sue lacrime, sua madre era così bella. Le toccò una guancia con i polpastrelli delle dita di entrambe le mani. Le sue labbra iniziarono a tremare, gli occhi umidirsi.
Iniziò a piangere, era tutto così bello.
Troppo bello.
Il ragazzo abbracciò la madre, le annusò i capelli : sapevano di pino e di fresco. Cercò di tenere la donna stretta a lui il più possibile nei suoi rumorosi singhiozzi.
Era felice.
Seraphina si fece trascinare anche lei dalle emozioni. Era una donna parecchio emotiva, e se suo figlio piangeva ella non riusciva a trattenersi dal fare altrettanto. Gli accarezzò la schiena; gli baciò le guancia e gliele pulì pure con le maniche del suo vestito, e Alias fece la stessa cosa con il viso della madre, bello, giovane e pieno di vita.«Ho fatto un sogno pazzesco! Tu non ci crederai mai mamma!» disse entusiasta il ragazzo.
«Oh raccontami, raccontami! Voglio sapere tutto quanto!»
Alias raccontò a Seraphina del viaggio che aveva interpretato con Soujus, il dio più venerato e amato dalla madre. Le raccontò di quella volta che a cinque anni, cadde in uno dei numerosi fiumi dell Finlandia mentre rincorreva un coniglio. Di quella volta che Soujus morse per pure errore il sedere di una persona che credette un tasso. Quando assistettero alle aurore boreali insieme per il suo quindicesimo compleanno. Negli occhi del ragazzo, risplendeva una grande gioia mai vista prima.
La donna lo ascoltava, annuiva taciturna.
Ogni tanto le scappava una piccola risatina.
Insomma, andava tutto bene. Si dimenticarono pure che Alias doveva allenarsi, si erano persi entrambi nel racconto.
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Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)
AdventureATTENZIONE/WARNING??? (Il libro è in attuale riscrittura. Se volete leggervi nel frattempo la versione vecchia, non che i capolista attuali fate pure??? Ma sono tutti non più Canon quindi già) Finlandia, XIV secolo, anno 1330 d.c. . Alias, l'ultimo...