Soujus sollevò il capo; era buio, non vedeva altro che se stesso. Nessun suono lo circondava, il silenzio, ancora una volta regnava. Solo un sibilo, un fischio alle orecchie lo tormentava; un fischio lungo senza principio da una frequenza molto alta, insopportabile a tal punto che iniziò a battere i pugni a terra mentre i suoi occhi, sgranati quasi stesse impazzendo, fissavano il vuoto nero. Poi un sussurro si aggiunse, alla fine un altro e un altro. Preghiere. Preghiere ora mai perdute, andate, mai avverate. I suoi fedeli lo chiamavano, volevano il suo ritorno.
«BASTA, BASTA!» urlò in preda allo sgomento. La sua testa stava per esplodere. Echi di voci che non smettevano di pregarlo invadevano i suoi pensieri e non lo lasciavano in pace. Una preghiera in particolare, una sola di esse rimbombava più forte della alte. La riconosceva, eccome se ci riusciva.
«COSA VUOI DA ME? SOLO PERCHÉ NON HO PROTETTO IL TUO POPOLO SOTTO PREGHIERA MI DEVI TORMENTARE?? HO MANTENUTO METÀ DELLA PREGHIERA, LO STO FACENDO, LO STO PROTEGGENDO.» esasperato il Dio della protezione, incominciò a sbraitare nel vuoto muovendo la testa in qua e in là nella speranza che la fonte di tale tormento si mostrasse.
«Quindi sei stato tu.»
L'aria gli si bloccò in gola assieme a un nodo che stava incominciando man mano a crearsi. Il lupo voltò la testa lentamente e con la coda dell'occhio vide Alias. Egli era in piedi, difronte a lui a pochissimi passi di distanza. Lo sguardo del giovane ragazzo emanava disprezzo, disgusto, tutto ciò che era negativo era stampato sul suo viso leggermente squadrato.
«A-Alias...» l'uomo dai capelli grigi incominciò a strisciare ai suoi piedi. Poi riprese fremente «... non avevo altra scelta, non avevo abbastanza potere in serbo!»
«È PERCHÉ SEI DEBOLE. E lo sei sempre stato.»
Quelle parole trafissero il cuore del Dio, sopratutto se dette da Alias. No, lui non era debole. Non poteva esserlo.
«Tsk! Chi vorrebbe mai uno schifo disumano come te nel regno divino. Tu, che avevi solo un compito da svolgere, UNO, proteggere i miei genitori, e non lo hai fatto. Ha fatto bene Angelica a non reclutarti più e a non chiedere niente di te in giro.»
«È... è così che ti riferisci a me?!...» scattò in piedi l'altro per poi afferrare l'allievo per il colletto della mantella e alzare una mano. Stava per schiaffeggiarlo. Non permetteva mai e poi mai ad Alias di rivolgersi così a lui, e se c'era una cosa che lo faceva andare in bestia, ero proprio la cafonaggine.
«Sì, oso disubbidire! Forza, picchiami. Dio della protezione, anzi no, dei falliti!»
La mano di Soujus scivolò sulla guancia di Alias. Gli lasciò un segno vivido, le cinque dita si notavano perfettamente. Il dio della protezione si stupì, anzi, rimasi scioccato da ciò che aveva appena commesso : aveva picchiato Alias, cosa che non si era mai permesso di fare. Arretrò di due passi, guardò la mano con cui lo aveva appena schiaffeggiato, infine risollevò lo sguardo sul ragazzo che teneva la testa bassa con gli occhi coperti dalla frangia riccioluta.
«Non volevo, mi dispiace, perdonami!»
Alias incominciò a ridacchiare e man mano la risata si faceva sempre più potente e malsana, contorta a tal punto da rizzare il pelo a Soujus che si ritrovò trasformato nelle sue fattezze da lupo inconsapevolmente. Una sostanza nera e appiccicosa come il luogo stesso, incominciò ad avvolgere il corpo dell'Heimo alle gambe. Il lupo annusò l'aria : era sangue, un sangue maleodorante, era nero, marcio. Quello che aveva sempre temuto in quei diciotto anni si stava avverando. No, ti prego, non ora, non poteva accadere in quel preciso istante. Il dio volle aiutarlo, ma non riusciva a muoversi, qualcosa gli impediva di procedere verso l'altro, che stava man mano sprofondando nel nero.
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Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)
AdventureATTENZIONE/WARNING??? (Il libro è in attuale riscrittura. Se volete leggervi nel frattempo la versione vecchia, non che i capolista attuali fate pure??? Ma sono tutti non più Canon quindi già) Finlandia, XIV secolo, anno 1330 d.c. . Alias, l'ultimo...