"Celestia, è ufficialmente la nuova dea della famiglia!"
La ragazza uscì dal portale per prima. Uno sciame di persone urlava il suo nome euforici della sorpresa. Aveva superato la prova con un tempismo impeccabile : solo quaranta secondi.
Aveva assegnato a diverse famiglie figli che avevano sempre desiderato di avere, e non solo! Alcuni di essi li aveva pure cresciuti. Le sembravano essere passati giorni, o forse anni? Tutto era capitato così in fretta, e difatti, aveva svolto la sua prova con molta tolleranza.
La ragazza abbracciò i suoi coniugi in lacrime. Aveva preso il posto del padre, e adesso era ufficialmente una dea della famiglia.Passarono altri diversi secondi prima che Xavièr, Ivy e Eltiona ritornassero sulla piazza. Altre grida e altri scrosci di mani felici invasero la grande arena. Ma mancavano solo dieci secondi, e Yrjö non era ancora tornato.
All'interno del suo universo, l' albino era ferito gravemente. Era stato lacerato dalle zampe di un orso bruno, il sangue colava e non voleva placarsi. Si dava dello stolto in continuazione, mentre calcava con un panno la sua ferita. Aveva provato a bruciare i graffi con una lama in acciaio della sua spada per chiudere i vasi sanguigni, ma l'unica cosa che ne ricavò fu la sofferenza.
Da quanto tempo era lì? Due settimane? Forse un anno. Non... non farti prendere per i fondelli dal tempo... Si rimproverò mentre cercava di rizzarsi sulle sue gambe. Il terreno era macchiato del suo stesso sangue, e la foresta era priva della neve. Questo molto probabilmente avrebbe peggiorato la sua situazione, dato che non c'era la neve ad assorbire il suo liquido scarlatto, così che i predatori non lo avrebbero scovato.
Le pietre del suo bracciale si illuminarono; aveva portato a termine la sua prova. Aveva dovuto sopravvivere per "giorni" sotto la pioggia e cacciare per sopravvivere. Aveva applicato le sue conoscenze, la sua sapienza. Era sopravvissuto, oh beh, quasi.
Le artigliate che la bestia gli aveva afflitto aumentavano sempre di più in dolore. Yrjö doveva sbrigarsi e ritornare al suo punto di arrivo."Mi meraviglia... che nono stante tutto, tu sia sopravvissuto..."
Quella voce profonda, il modo lento in cui parlava. Non poteva essere, anzi non sarebbe stato neanche possibile.
L' albino si voltò pian piano alle sue spalle.
Un uomo alto e massiccio, dalla barba bianca e una grande tunica blu decorata da numeri era lì, difronte a lui.
Suo padre."C-Cos... cosa ci fate qui? Vi prego aiutatemi padre!..." implorò il ragazzo pieno di gioia nel vedere il coniuge.
Horis abbozzò una smorfia di pieno disgusto.
"Davvero credi che io ti aiuterò? Mi sono tramutato in uno orso per poterti uccidere, ma quanto pare non è servito..."
Yrjö sgranò gli occhi, cosa? Ucciderlo? Perché?! In quel momento la sua meta svanì dai suoi pensieri, e altri molto più numerosi, domande per la precisione, iniziarono ad affollare la sua mente.
"P-Padre... cosa vorreste insinuare?!"
"Tsk... io sono il dio del tempo Yrjö, io so cosa farai e sarai in futuro. Posso tornare avanti, e indietro quando voglio. Per me sei solo stato la mia rovina, ed è stato un miracolo che io non abbia detto nulla a tua madre!"
"Cosa?! Cosa non le avete detto...?!"
"He he he... ormai è pure inutile rivelartelo... il tuo tempo è scaduto, hai fallito il tuo ritorno!"
Il minuto era passato, e i quattro ragazzi al di fiori dei portali si abbracciarono. Tutti fecero silenzio, e Sophia iniziò a perdersi nelle lacrime.
Yrjö aveva perso. Horis era apparso nella sua dimensione per fargli scolare gli ultimi secondi rimanenti, e ci era riuscito alla perfezione.
Il ragazzo incredulo si inginocchiò.
Che cosa aveva visto nel suo futuro? Cosa non gli era andato a genio? Adesso sì che poteva sbarazzarsi di lui del tutto.Angelica, guardò i quattro nuovi dèi stringersi e piangere tra loro. I cinque cristalli che simboleggiavano i bracciali brillavano tutti insieme. Forse il ragazzo si era allontanato troppo dal suo punto d'arrivo e non ce l'aveva fatta? No, era troppo scontato. Aveva osservato l'albino allenarsi sin da piccolo, e aveva un grande potenziale.
La situazione le puzzava."Colis! Vai dentro il portale di Yrjö e scopri quello che è successo... come sempre d'altronde."
Colis, il guardiano dei portali, annuì e al suo inchino aggiunse : immediatamente mia sovrana.
L'uomo si smaterializzò difronte al portale del ragazzo dai capelli bianchi e vi ci entrò senza esitare.
Horis ora mai se ne era già andato quando il guardiano trovò il ragazzo ferito ancor più gravemente di prima. Lo soccorse e se lo portò sulle spalle.
Non appena usciti, nessuno lo acclamò.«Amore mio! No!»
Sophia si fece sentire da tutta la platea e corse impaurita verso la piazza, dove il figlio ferito e sanguinante, le sembrava un pulcino indifeso. Non aveva mai visto il genero con tali occhi fino ad allora. Angelica chiese a Colis cosa fosse successo, egli scosse la testa in segno di inconsapevolezza.
L'imperatrice si alzò e iniziò ad incamminarsi verso il ragazzino e con un gesto della mano lo curò da tutte le sue ferite. Angelica guardò Sophia, affranta, delusa, ma non del figlio o della prova fallita, affranta sul fatto che l'ultimo volta che avrebbe rivisto suo figlio sarebbe stato in quello stato.«Yrjö... mi dispiace...»
«N-No! Vi prego mia signora! Dategli un'altra possibilità!» implorò la dea della sapienza.
«Sophia... anche tu sai che non si può. Credi che io mi diverta ogni volta?» l'ultima frase della sovrana, fu sussurrata a l'orecchio dell'altra dea.
«Miei cari sudditi! A quanto pare c'è stato un fallimento... e come noi tutti sappiamo : un dio che fallisce, è un dio futile al regno. Procederò con l'esilio.»
I quattro nuovi dèi implorarono la madre, essi erano amici di Yrjö e non volevano perderlo. Si erano allenati e cresciuti insieme, nell'attesa di trionfare tutti e cinque quel giorno.
Angelica dovette zittirli urlandogli contro, sempre a malincuore.
Una grande porta si aprì, con una luce bianca, quasi accecante.
La dea della sapienza strinse il figlio a se e il ragazzo ricambiò altrettanto. Quello sarebbe stato il loro ultimo abbraccio, l'ultima volta che la civetta avrebbe assaporato l'amore di una madre.«Ricordati... mamma ti amerà per sempre...»
«Anch'io mamma... non importa ci ho provato...»
L'albino non aveva intenzione di rivelare che era stato il padre, aveva troppa paura di lui, di quello che avrebbe potuto fargli se avesse confessato.
Non appena Yrjö oltrepassò la porta si ritrovò in un luogo sconosciuto, freddo e isolato. Il portale si chiusa alle sue spalle, la quiete gli regnava attorno. La neve scendeva copiosa, su gli alberi, sul dio. Tutto era accaduto così velocemente, si vide l'intera sua esistenza passargli difronte ai suoi occhi. Immagini della sua vita passata. Yrjö si mise a sedere sotto un'albero, mentre cercava a stento di riscaldarsi. Fino a che, nella leggera nebbia che iniziava a propagarsi, una figura si avvicinava, poi un'altra, molto più bassa, un'altra ancora della stessa statura della prima. Una figura femminile al centro di esse regnava, alta e snella, dalle corna da cervo lo trovò e gli propose di diventare qualcuno : il suo unico, e umile servitore.
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Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)
AdventureATTENZIONE/WARNING??? (Il libro è in attuale riscrittura. Se volete leggervi nel frattempo la versione vecchia, non che i capolista attuali fate pure??? Ma sono tutti non più Canon quindi già) Finlandia, XIV secolo, anno 1330 d.c. . Alias, l'ultimo...