L'inverno era la stagione peggiore per rifornirsi di provviste. La selvaggina scarseggiava, l'acqua limpida dei laghi era ghiacciata e tutto quello che si poteva fare era pregare gli dèi per qualche miracolo divino. L'aria era secca, gelida, ma a una persona in particolare non importava, amava l'inverno e il freddo. Una donna ricoperta da un velo celeste, che si intonava perfettamente al bianco candido della neve di quel bosco, era seduta sulla sponda di un ponticello sopra un lago, ormai con l'acqua del tutto gelata. Aveva un neonato tra le sue braccia, una creatura così piccola, gracile. Era avvolto in una grande pelliccia, in tal modo che potesse stare al caldo e non patire il freddo. La donna, dai capelli lunghi e biondi, lo cullava e gli cantava una ninnananna, che si tramandava in generazione, in generazione nella tribù degli Heimo. La canzone parlava di un Dio, il dio della protezione. Era quasi una preghiera, dico quasi, ma era una ninnananna. La bionda sorrideva al suo bambino e il cucciolo d'uomo ricambiava altrettanto. Aveva solo quattro mesi, ancora non conosceva il mondo al di fuori delle braccia della madre, non poteva camminare e non poteva fare niente da solo, come tutti gli esseri umani nei primi stadi della vita, era vulnerabile.«Vedi amore mio? La dea dell'inverno ha deciso di regalarci uno spettacolo davvero bello in questa stagione. Oh! Vedi? Ci sono due alci laggiù! Che ne pensi?» fece notare eccitata la donna.
Parlò al bambino come se fosse stato un adulto una volta finito di cantare. I due alci erano grossi e maestosi, molto probabilmente erano un capo branco e la sua compagna.
Un uomo di grosse proporzioni iniziò a camminare verso la donna e la chiamò, dolce e sensibile.«Seraphina, mia amata, è il momento di tornare al villaggio.»
«Ti prego caro! Solo un'altro po'! Ad Alias piace stare qui... anche a me ad essere onesta!»
«Alias è un bambino, cosa ne sai dei suoi pensieri? Solo gli dèi lo sanno!»Seraphina rise come una bambina, si alzò del ponte e raggiunse il marito.
«Tu credi che riuscirà un giorno a governare tutta la tribù? Già non ci riesci tu per via dei troppi impegni, non voglio che nostro figlio soffra di stress...»
«Non preoccuparti cara, è mio figlio ovvio che ci riuscirà! Ha il mio sangue ricordi?»Disse l'uomo fiero e spiritoso. La donna sorrise e diede un bacio sulla fronte di Alias che poco dopo si addormentò.
La tribù degli Heimo era davvero numerosa, tutti insieme formavano quasi una città. Il popolo era sempre tranquillo e sereno, la musica era a l'ordine del giorno, tutti insieme almeno una volta al giorno cantavano, non c'era quasi mai tristezza. Uno sciamano, vecchio, raggrinzito dalla barba lunga raccolta in un anello, salì sulla cima di un piedistallo. Alzò con le sue braccia il suo bastone, il quale teneva sospeso in alto con entrambe le mani. Voleva che tutti lo guardassero, che tutti gli occhi delle persone in quel momento presenti si posassero su di lui. Il silenzio iniziò a calare, tutti fermarono le loro azioni, solo per sposare il loro sguardi e interesse verso l'uomo. Quando ottenne l'attenzione che desiderava, puntò lentamente la conchiglia che decorava la punta del bastone verso i capi tribù. Ivan e Seraphina erano seduti su due robusti troni in paglia, abbelliti da foglie, sassi dipinti dalle miglior artigiane del villaggio. Entrambi si tennero la mano, nel momento in cui il vecchio sciamano iniziò a danzare verso di loro, a ritmo di tamburi. Una danza tranquilla, molto elegante e ben studiata, quasi non sembrava portare l'età che mostrava. Barcollava a destra e a sinistra acquattato e dopo cinque passi faceva una giravolta su se stesso, facendo suonare i pezzi di legno appesi ai sui abiti in pelle che producevano un suono armonioso. Appena fu vicino abbastanza, afferrò dalle braccia della madre Alias, che con i suoi occhi chiari e curiosi scrutava i dintorni mugugnando.
Il vecchio ritornò suo suoi passi e incominciò a incamminarsi verso un altare, dove un simbolo a spirali, dalle sembianze simili a un cuore ospitava una piccola cesta, ove i nuovi nascituri venivano fatti cullare dalle soffici pelli di lupo. L'uomo, una volta aver collocato il piccolo Heimo all'interno delle pelli, si inginocchiò e alzò le braccia al cielo. Pronunciò in una lingua, forse antica queste esatte parole :
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Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)
AdventureATTENZIONE/WARNING??? (Il libro è in attuale riscrittura. Se volete leggervi nel frattempo la versione vecchia, non che i capolista attuali fate pure??? Ma sono tutti non più Canon quindi già) Finlandia, XIV secolo, anno 1330 d.c. . Alias, l'ultimo...