Nonostante le dure battaglie per liberarsi dalle loro morse, Soujus e Dafne non riscossero alcun successo. Il nano cercava in tutti i modi di aprire la bocca del dio della protezione a suon di pugni. Il viso del lupo segnato da lividi e tagli, non demordeva e continuava a persistere a tenere le sue fauci sigillate. Sentiva il sapore del suo stesso sangue impastargli la bocca, una sapore ferreo e dolce allo stesso tempo; disgustoso. Dafne, aveva un pugnale puntato al fianco, pronto a trafiggerla nel caso l'altro avesse persistito a non ubbidire.
«Apri quella cazzo di bocca!» urlò il nano afferrando la mascella del lupo mentre con l'altra mano si teneva pronto con le taglie a cogliere il momento in tal caso avesse aperto bocca.
«Non ci riesco capo! È troppo cocciuto!»
Il colosso si limitò a fare un smorfia annoiata. Poi guardò l'altra, i suoi occhi rossi e le labbra che lo erano altrettanto. Ma poi qualcos'altro attirò la sua attenzione : degli ematomi sul collo della dea. Fischiò e sghignazzò compiaciuto.
«Guarda, guada, a quanto pare il cane bastardo ha marchiato il territorio! Vero?» esclamò leccandosi le labbra.
Incominciò, con la sua mano libera a slacciare il colletto dell'altra, rilevando la pelle rosea e man mano con essa il segno della presa. Dafne incominciò ad urlare, ma fu ridotta al silenzio quando l'uomo la scaraventò con la pancia al suolo e le legò i polsi.
Le afferrò i capelli e fece inarcare il collo della dea all'indietro mentre le prese i fianchi e li alzò divaricando leggermente le gambe dell'altra. Con voce seducente -o quello che doveva essere insomma- le sussurrò nell'orecchio :
«Adesso, io e te, ci divertiamo. Fai in modo che guardi!» l'ultima frase fu rivolta al nano. Soujus non ne poteva più, arrivò al limite. Poteva sopportare le torture fisiche, gli schiaffi, i graffi, le cicatrici, ma quello che stava per accadere no, non difronte ai suoi occhi, non a lei, non a Dafne.
Un fischio interruppe tutto ciò.
Il capo, con i pantaloni quasi del tutto abbassati, si guardò attorno. Poi udì un tonfo, un urlò straziato alle sue spalle. Sì voltò fugace e il nano era a terra, dolente con una freccia conficcata nella spalla. Il dio della protezione riconosceva gli intagli, profondi e decisi della feccia. Cautamente, con gli occhi sgranati si voltò, quasi sembrava spaventato.
Alias, aveva schioccato la freccia, ed egli era lì, in piedi difronte ai tre. Con un movimento deciso afferrò un'altra freccia, tese la corda fino al viso, chiuse un'occhio prendendo la mira. Entrambe le sue iridi brillavano d'ira.«Brutto... figlio di pu...!» ancora prima che potesse finire la frase venne scaraventato a terra da Dafne che si rimise in piedi. Egli cadde portandosi le mani sul naso il quale fu colpito dalla testa dell'altra. Poi con il tacco dei suoi stivali la dea della guerra incominciò a trafiggergli il viso.
«Brutto, sporco, maniaco, muori, muori bastardo!»
Fino a che non lo vide più muoversi. La dea si prese un'attimo, poi afferrò il coltello che il colosso aveva fatto cadere, e con grande maestria si liberò i polsi. Sì avvicinò a Soujus, il quale non si capiva se con il cervello ancora stava o meno sulla terra. Lo slegò, e il dio della protezione si scrutò i polsi, segnati dalle corde troppo strette.
La donna gli portò una mano su una guancia e strofinava le sue dita su di essa quasi volesse ripulirla.«L...lascia stare, passerà.» disse il dio quasi lasciandosi avvolgere dal contatto con l'altra.
«Ti fa male?» chiese la leoparda.
«Direi.» rispose il lupo.
«I tuoi denti ci sono tutti?»
Accentuò un sì con la testa Soujus.
Il giovane Heimo, incominciò ad emettere dei respiri profondi, le mani iniziarono a fremere e il viso gli divenne pallido. Solo poco dopo realizzò quello che aveva appena fatto : aveva ferito qualcuno, anzi, ucciso. Il nano non si muoveva più, e tanto meno i suoi respiri non si percepivano altrettanto i suoi piagnucolii.
Lasciò cadere l'arco e si portò le mani al viso, si inginocchiò sulla neve, e delle lacrime incominciarono a uscire dai suoi occhi spalancati, increduli.«Alias.» Soujus lo chiamò.
Sì alzò barcollando sorretto da Dafne. La testa gli faceva male, quindi sì portò una mano sulla fronte.
«Calmati, siamo salvi adesso.»
Alias scosse la testa.«No, no, no, n-no...» le parole soffocate dalle lacrime gli impedivano di parlare correttamente, anche i suoi "no" non sembravano "no".
Improvvisamente Dafne gemette, ed emise un gemito straziato. L'uomo che Soujus aveva stordito per primo si era ripreso, aveva tirato con maestria uno dei suoi coltelli e rideva malsanamente dietro l'altra. La trafisse dietro la schiena, vicino al cuore. La donna perse i sensi, mentre il sangue cominciava a fluire. Il dio della protezione con le poche forze ora mai restanti, nella sua mano una sfera di luce dal bagliore celestino incominciò a crearsi. La avvicinò al viso dell'altro che al contatto, fu scaraventai lontano, su nel cielo.«Dafne... S-Soujus...!» disse Alias quasi riprendendosi.
«H-Hey... va... tutto bene...» il dio perse i sensi e cadde a terra, accanto a l'altra. Alias si alzò in piedi barcollando sulle gambe frementi. Sussurrava i nomi dei due quasi in uno stato di trans. Sì accostò ad entrambi provò a fermare il sangue di Dafne premendo sulla ferita ma allo stesso tempo voleva aiutare Soujus.
Sentì dei passi, più di una persona era lì in quel momento oltre a lui. Alzò il capo, mostrò il suo viso ricoperto dalle lacrime.
Kaapata e gli altri avevano inseguito Alias, ritornarono indietro. Ma quando lo videro in quello stato ci fu un grande sussulto da parte di tutti. Aatari corse da Dafne, prese una sua mano e se la portò al viso mentre invocava allarmato il suo nome. La dea dei ladri si avvicinò ad Alias e lo strinse a se.«Cosa è successo? Raccontalo a questa vecchia lince.» parlò con tono placato la castana.
«N-Non sono stato io... i-io, ho solo ucciso il nano... e... Dafne è stata trafitta. Non sono stato io! Lo giuro!»
«Ti credo, Hey stai calmo, ti credo...»
Lives strinse un pugno assieme ai denti.
Ad Amelia Alias faceva così tanta pena : era spaventato, confuso, come lo era stata lei. Si slacciò il mantello, lo piegò per bene. Incominciò ad incamminarsi verso l'Heimo, poi si piegò sulle ginocchia e glielo tese.«Tieni.» disse sorridendogli «Adesso, serve più a te, che a me.»

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Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)
AdventureATTENZIONE/WARNING??? (Il libro è in attuale riscrittura. Se volete leggervi nel frattempo la versione vecchia, non che i capolista attuali fate pure??? Ma sono tutti non più Canon quindi già) Finlandia, XIV secolo, anno 1330 d.c. . Alias, l'ultimo...