Ghiaccio.

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Umh, no, non va bene... forse così... o forse...

Scrivere sul suo quaderno era un vizio, anzi, una vera e propria ossessione. Adorava disegnare tutti i luoghi che aveva visto, visitato, e Turku era una di essi. Non aveva amato quel luogo, troppo chiassoso e affollato per i suoi gusti. Alias amava i luoghi calmi, dove la quiete regnava, di rado gli capitava di adorare un luogo pieno di vita. Però doveva immortalarla sul suo quaderno, così da ricordare che era stato lì.

«Alias, muoviti! Posa quel quaderno, ci stai rallentando!»

Il dio della protezione, quando avevano iniziato a incamminarsi, era ritornato alle sue forme canine. Egli rimproverò il ragazzo che era rimasto indietro, rallentando il gruppo con il suo continuo scarabocchiare sopra il piccolo libro che teneva nelle sue mani guantate. Quella mattina Soujus era più nervoso del solito - come se già non lo fosse stato prima. Era più opprimente e arrogante in quel cammino sconosciuto, come se qualcosa lo stesse tormentando ancor più ferocemente nel profondo del suo animo divino.

«Arrivo...!» sbuffò l'heimo, raggiungendo gli altri a falcate sulla neve.

«Si stava dedicando un po' di tempo per se...» sussurrò la dea della guerra nelle sue sembianze feline.

«Non mi importa, dobbiamo camminare, punto!»

Il lupo ringhiò sul muso della leoparda, feroce, mostrando i suoi canini dal color ocra. Dafne, non poté che sospirare, atterrita dal suo comportamento meschino verso l'umano. Alias non ci impiegò tanto tempo a giungersi a gli altri. La neve raggiungeva quasi le sue ginocchia, che dopo la tormenta si era alzata di quasi un metro. Era già difficile muoversi camminando, figuriamoci con le falcate che Alias aveva appena compiuto, che infatti, avvertì l'immediata assenza d'aria.

«Hey! Non sprecare le tue energie così. Dobbiamo camminare ancora per molto... almeno credo!» disse Aatari aiutando il castano a riprendersi.

«Ah... davvero? Che bello!» ironizzò l'heimo prendendo un grande inspiro.

Lives osservò i due conversare, quasi come due amici. Ancora il rosso non si fidava di lui, della freccia che stava per scoccargli in faccia... non riusciva a comprendere come gli altri potessero dagli corda, come potessero tollerare la sua presenza. Gli sembrava tutta un falsa, un recita creata sul momento. Si limitò a sbottare e proseguire verso Kaatapa nelle sue forme di lince. Ella si voltò roteando i suoi grandi occhi verso i due, come per comunicare : "Lasciatelo perdere, era così pure con me tre giorni fa". E lei, la dea dei ladri, che solo in pochi secondi sapeva già leggere una persona come un semplice libro, che riusciva a piacere alle persone in modi davvero improponibili e strambi, ma era questo che piaceva agli alti, il suo essere unica, stramba, insolita.

Ripresero tutti la strada, e nessuno fiatò per un bel lasso di tempo.
Man mano che salivano la collina, passo dopo passo, la neve iniziava a farsi sempre più bassa e tutti e sei iniziarono a sentire sollievo, sia nelle loro zampe che nelle loro gambe. L'unica cosa che portava compagnia era il cinguettio degli uccelli, che non ne volevano sapere di migrare. A quanto pare erano amanti del gelo, o forse erano appena arrivati, e aspettavano che la rinascita della nuova stagione, potesse portare calore e conforto nelle loro ali stanche e appesantite dalla fatica di un grande volo di giorni e giorni.
Soujus si fermò, e tutti fecero lo stesso.
Un'immenso lago ghiacciato ostacolava il loro cammino, sotto di cui si potevano ben vedere gli abitanti nel mondo subacqueo guizzare non appena uno dei sei si avvicinava al suo margine.

«Dobbiamo... attraversarlo?» disse Lives, con voce leggermente tremante, quasi fosse congelato dalla paura.

«Perché hai paura? O forse non sai nuotare?» sollecitò Alias accucciandosi a fianco a lui.

Breath Of The Wild : La dea dei ghiacci (in riscrittura)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora