CAPITOLO 40 - ALLYSON

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ALLYSON:

L'urlo di Tarzan mi fece gelare il sangue nelle vene, feci un salto nel letto e mi guardai intorno terrorizzata, ma cosa era successo, ero sola nella stanza, l'avevo sognato per caso? Un secondo urlo mi ricordò all'improvviso che avevo cambiato le sonerie della sveglia. Era da un po' di tempo che la mia sveglia non suonava, da quando ero stata male, la mamma aveva tolto la sveglia e annullato le sonerie per non disturbarmi.

Adesso che stavo bene avevo cercato altre sonerie e quella che mi aveva appena svegliata mi segnalava che oggi era lunedì, il primo giorno di una nuova settimana, mi alzai andai in bagno per la toeletta mattutina e poi tornata nella mia stanza andai verso la finestra per vedere che tempo faceva.

Il cielo grigio e coperto che mi accolse dietro il vetro mi fece guardare con nostalgia al mio letto, le lenzuola erano ancora calde e ci sarei tornata volentieri, ma dovevo andare a scuola, era un mio preciso dovere, c'era chi si alzava ogni mattina per andare al lavoro, io avevo avuto la fortuna di poter frequentare la scuola perciò era una doverosa incombenza presenziare ogni mattina.

Novembre era solitamente un mese freddo, era autunno inoltrato, le foglie cambiavano colore e cadevano dagli alberi , il sole anche se sbucava dalle nuvole era pallido e non riusciva più a scaldare l'aria, allora rabbrividendo al pensiero di quello che mi aspettava fuori, scelsi un paio di pantaloni neri di tessuto pesante, ed un maglioncino rosso a collo alto, gli scarponcini neri un po' vecchiotti, ma lucidi e puliti mi aspettavano ai lati del letto, tolsi dalla gruccia un vecchio giubbotto nero, era molto pesante e immaginando di doverlo indossare sotto il peso dello zaino, guardai con insistenza il salvadanaio, avrei dovuto prendere qualche mezzo dollaro per l'autobus, ma desistetti, ce l'avrei fatta, ero giovane. Nelle ultime settimane avevo inserito nel porcellino altri dieci dollari, ero estremamente soddisfatta; il mio desiderio era riuscire ad acquistare il cellulare prima di Natale, ma forse non sarei riuscita a raggiungere quella somma ed esaudire il mio sogno.

Dopo aver indossato anche cappello, sciarpa e guanti, tutti rigorosamente neri, diedi un'occhiata di sfuggita allo specchio, mio Dio, così conciata avrei potuto sicuramente partecipare ad un corteo funebre, La mia carnagione pallida dava quel tocco di funesto in più che non avrebbe stonato tra le lapidi di un cimitero. Forse ero stata guidata dalla mia anima che oggi si sentiva a terra e vedeva tutto scuro, sospirai rassegnata ed uscii di casa incamminandomi verso la scuola.

L'aria era fredda e si era alzato un leggero venticello che muoveva le nuvole nel cielo disegnando ad ogni mossa un panorama in evoluzione, era stranissimo, camminavo con la testa rivolta verso l'alto, mi era sempre piaciuto stare a guardare il sole che appariva e scompariva, regalando flash di luce che si smorzavano dopo pochi istanti come tanti scatti di fotografie rubate.

Con il peso dello zaino in spalla e quello del giubbotto camminai più lentamente, non volevo arrivare a scuola tutta rossa con l'affanno di chi aveva corso, ero appositamente uscita un po' prima per avere il tempo di fare tutto con tranquillità..

Mi piaceva sempre andare a scuola, ed ero anche brava, i primi voti mi avevano rincuorata, ero riuscita a dimostrare ai nuovi professori che ero una ragazza diligente che si applicava nello studio; d'altronde non mi restava molto da fare come alternativa, i rapporti con gli altri compagni di classe si limitavano a qualche ciao striminzito, nessuno mi aveva mai invitato ad una festa, né mi aveva ospitata per studiare in compagnia.

Non possedendo un computer, quando dovevo approfondire degli argomenti, mi mettevo in fila alla biblioteca in attesa che si liberasse un posto davanti ai vari pc, era una grande perdita di tempo che io utilizzavo per studiare le materie del giorno dopo. Sapevo, perché mi era capitato di ascoltare i discorsi dei compagni, che quasi tutti avevano un loro computer a casa ; non capivano quanto erano fortunati, se l'avessi avuto io, l'avrei usato giorno e notte per imparare sempre nuove cose.

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