CAPITOLO 58 - SEBASTIAN

750 95 38
                                    


SEBASTIAN

Il caldo che si era sprigionato nella stanza offriva un'atmosfera ospitale in quella gelida mattina, l'aroma del caffè appena fatto mi entrò nelle narici, nel piccolo fornelletto vidi che Michael aveva messo a scaldare alcune brioches e sul tavolo facevano bella mostra di sé una brocca di latte fumante e dei bicchieri colmi di spremuta d'arancia.

In un piatto c'erano anche dei biscotti , una colazione con i fiocchi, ma non sentivo di meritarla, si erano già disturbati troppo per me, forse avrei dovuto tornarmene a casa , ma non mi fu possibile perché entrambi mi invitarono a sedere in un modo che non potevo rifiutare.

"Touch che stai aspettando? Non penserai che ti imbocchiamo vero? In fondo sei stato via solo alcune ore, dovresti ricordare che la mattina si fa colazione. Hai capito CO LA ZIO NE" , Bruce mi sillabò la parola e mentre parlava mi faceva anche dei gesti inequivocabili che dovevamo farmi capire che cos' era la colazione.

"Basta Bruce, lascialo un po' in pace" intervenne Michael ridendo "e tu Sebastian non ascoltarlo, lo sai come è fatto, avanti siediti con noi, non è accaduto nulla, hai avuto una brutta giornata e hai pensato, sbagliando, che isolarti sarebbe stata la soluzione".

"Hai ragione, ma purtroppo sono fatto così, mi è già capitato altre volte di girare a vuoto, ma non mi ero mai spinto così lontano, e soprattutto quando ricominciavo a pensare razionalmente sapevo dove mi trovavo. Questa volta ero davvero preoccupato, soprattutto per mia nonna, se mi avesse cercato e non mi avesse trovato sarebbe stata in ansia" conclusi amareggiato.

"Allora chiamala subito, sono sicuro che non avrà dormito in attesa di tue notizie".

"Ci ho già pensato io" s'intromise Bruce, "e vuoi sapere cosa mi ha detto Michael?"

"Dopo avermi ringraziato per averlo trovato sano e salvo, mi ha detto di dargli una bella lavata di capo che ne ha bisogno ed io non posso mancare all'impegno che mi sono preso", rincarò Donovan.

"E cosa vorresti farmi?" m'intromisi incuriosito.

"Voglio inculcarti in quel cervello che il mondo non gira solo intorno a te, devi smettere di pensare di essere al centro dell'universo, se cadi cerca di rialzarti da solo, altrimenti chiedi aiuto, comportarti come hai fatto è stato solo deleterio per tante persone" mi rispose Bruce.

"Fino all'ultimo" continuò, "ho pensato che ti fossi nascosto per affogare nell'alcool il tuoi pensieri cattivi, ma quando ho sentito la preoccupazione nella voce di tua nonna , di Allyson, di Penelope, anche io e Michael abbiamo capito che doveva essere accaduto qualcosa".

"Allyson era preoccupata per me?" Dissi rivolgendomi a Bruce, e nello stesso istante anche Michael aveva fatto una domanda, " ma chi è Penelope?"

"Pietà" disse Bruce, "uno alla volta non riesco a rispondere simultaneamente".

Si rivolse a me e guardandomi severamente mi disse: "Sì Touch, Allyson era molto preoccupata per te, non sono riuscito a mettermi in contatto con lei, sarei andato anche a casa sua , ma era troppo presto, non volevo crearle dei fastidi con la madre, ma sono sicuro che è rimasta sveglia per tutta la notte. Ho pensato che tra poco andrò alla fermata dell'autobus così potrò rassicurarla".

Poi si rivolse a Michael, "per quanto riguarda la tua domanda" disse addolcendo la voce, "Penelope o Penny è....."

"Penny sono io", disse una voce squillante ed allegra alle nostre spalle.

Ci girammo incuriositi e sorpresi, Bruce era il più sorpreso di tutti.

"Penny!" urlò "che ci fai qui e come hai fatto a trovarci?"

Stars & TouchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora