CAPITOLO 65 - SEBASTIAN

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SEBASTIAN:

Passarono i giorni e passarono le settimane, ormai si avvicinavano le festività del Natale ed i tanti agognati giorni di vacanza. Io ed Allyson in quel periodo avevamo imparato a conoscerci, i litigi non erano scomparsi, ma alla fine si faceva sempre pace con un bacio.

Il più delle volte ero io che cedevo, lei era cocciuta come un mulo, orgogliosa e testarda, ma forse era anche per quello che mi piaceva tanto, non era la solita ragazza svenevole e mielosa che ti sta sempre appiccicata, anzi ero io che dovevo rincorrerla per strapparle qualche effusione.

A causa dell'avvicinarsi delle vacanze, il carico di impegni scolastici era notevolmente aumentato, di conseguenza il tempo per vederci e stare insieme era ridotto all'essenziale, di solito ci incontravamo la mattina quando finalmente aveva accettato di farsi accompagnare a scuola e durante la pausa dell'intervallo, quello era il momento che preferivo, durante i giorni avevo cercato di affinare le strategie, siccome Allyson si era innamorata persa delle macchinette che distribuivano gli snacks, per accontentarla, ci precipitavamo al piano terra , era bellissimo guardarla mentre ammirava i vari espositori prima di procedere alla scelta del giorno, anzi, alle scelte del giorno. Però non era il massimo avere per rivale un espositore di merendine, per cui elaborai il mio piano, la mattina prima di iniziare le lezioni passavo a fare la scorta e durante la pausa, la trascinavo sulla terrazza. Devo confermare che quegli istanti piacevano molto anche a lei, ormai con il tempo era diventata meno timida e a volte era lei che prendeva l'iniziativa di abbracciarmi e baciarmi e questo mi rendeva un ragazzo felice.

Di Bruce non avevo più saputo nulla, ero preoccupato, ma nello stesso tempo sapevo che quando fosse giunto il momento lui si sarebbe fatto vivo. Prevalentemente su insistenza di Allyson l'avevo inondato di chiamate e di sms , volevamo solo sapere se stesse bene, ma sembrava che non si fosse preso nemmeno la briga di leggerli o cancellare le chiamate.

Mi ero rivolto anche a Dorothy, in poche parole le avevo raccontato cosa era successo e mi ero accorto che durante il mio racconto le sue espressioni denotavano prima curiosità, poi sorpresa ed infine preoccupazione. Alla fine mi ero convinto che lei non sapeva niente, Bruce non aveva parlato con lei come avevo creduto, chissà dove si era cacciato. Quel giorno che Penny gli aveva confessato che non avrebbero potuto stare insieme, la sua vita che stava iniziando ad entrare negli schemi, improvvisamente aveva subito una deflagrazione e si era scomposta in tanti pezzi che erano stati scagliati violentemente in direzioni diverse. Avevo conosciuto un Bruce duro, spigoloso, autoritario, ma negli ultimi tempi aveva esternato qualche fragilità ed aveva deciso di fidarsi degli altri, non avrei mai pensato invece che fosse così dolce, affettuoso ed anche romantico. Penny ne era la prova vivente, una ragazza viziata all'inverosimile, capricciosa quanto bastava per farti impazzire che aveva fatto breccia nel suo cuore. Gli veniva spontaneo proteggerla e se qualche volta lei esagerava lui era capace di rimetterla al suo posto.

Erano davvero una bella coppia ed ero molto dispiaciuto che il loro amore sincero e profondo fosse destinato a sfumare per giochi di potere. Come un fulmine a ciel sereno mi ricordai che nonna Ester tempo prima gli aveva promesso che l'avrebbe aiutato, ma nonna Ester non sapeva nulla di quello che era successo, era arrivato il momento di metterla a conoscenza, questa volta non me ne sarei stato in disparte, se la nonna aveva qualche idea sicuramente avrebbe potuto contare su di me.

La voce di Allyson mi riportò alla realtà, eravamo seduti in auto e la stavo riaccompagnando a casa, quando la sua mano appoggiata sulla mia si strinse e la sua voce mi raggiunse nella foresta intricata dei mie pensieri. "Dove sei Sebastian?"

"Sono qui accanto a te, non mi vedi?" Risposi divertito.

"Che sei qui si vede, sei troppo bello per passare inosservato, ma la tua testa era altrove, cosa stavi pensando così intensamente, eri molto assorto, avevo paura che andassi a sbattere".

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