- capitolo 27.
Era da circa tre ore che Justin aveva chiamato i ragazzi e stavano discutendo di affari in salotto. L'aria intorno a noi era tesa.
Era tutto a dir poco snervante. Non sapevo cosa stessero facendo, di cosa stessero discutendo... cosa stessero progettando.
Non si sapevano mai i loro piani fin quando non li mettevano in atto, e a quel punto era già troppo tardi per riparare gli sbagli.
Mordendomi l'interno della guancia, camminavo avanti e indietro nella camera da letto mia e di Justin, Carly era seduta sul letto e mi guardava con occhi preoccupati. Come me, anche lei sapeva che c'era qualcosa di sbagliato, ma ormai non potevamo far più niente.
Gli Snipers erano uno dei più grandi problemi adesso, più di quanto lo fossero prima e mi spaventava immaginare cosa potesse accadere nei giorni successivi.
"Hai paura?" sussurrò Carly, temendo che se avesse parlato più forte, avrebbe messo in pericolo entrambe.
Alzai lo sguardo, feci una breve riflessione sulla sua domanda, appoggiai le mani sulle mie cosce asciugando il sudore che si era formato mentre nervosamente catturai il suo sguardo. "Impaurita?" mormorai scuotendo la testa "Io sono terrorizzata!" Feci un lungo respiro e mi sedetti accanto a lei per calmarmi.
Carly annuì, "Anche io" confessò con calma, la sua mano afferrò la mia "Non l'ho mai visto così arrabbiato prima d'ora..." abbassando progressivamente la voce, i suoi occhi brillavano per le lacrime "Ero uscita dal supermercato quando sono venuti da me."
Allargando lo sguardo, sentii il mio respiro bloccarsi mentre realizzavo che stava per dirmi cos'era accaduto esattamente la notte scorsa. Presi la sua mano per rassicurarla e attesi in silenzio che si fece coraggio.
"Non sapevo chi fossero, ma dal modo in cui mi hanno affrontata, avevo capito che qualcosa non andava" andava nervosamente su e giù con il ginocchio, una sua cattiva abitudine, si rivolse a me "mi hanno chiesto come stavo e in un primo momento ho creduto che volessero soldi o roba simile, credevo avessero intenzione di infastidirmi un po', prendere la borsa e scappare via..." emise un respiro tremolante, scosse la testa e posò lo sguardo sulle mani "Ma no. Loro erano schifosamente gentili. Usavano un tono come se stessero parlando a un bambino. Mi hanno messa con le spalle alla macchina, giocavano con i miei capelli, hanno provato a mettermi dentro ma io li ho spinti. Mi hanno detto che potevo spingere tutto quello che volevo, ma contro di loro non ci sarei riuscita perché ottengono sempre tutto quello che desiderano... anche se ci vorrà un po' tempo."
"Poi sono andati via. Ero così scossa che quasi dimenticavo di prendere la spesa." Asciugandosi gli occhi, Carly prese un lungo respiro "ho chiamato John appena sono salita in macchina. Mi ha detto di restare lì e che sarebbe venuto appena poteva. Sono corsa fuori dalla macchina e mi sono precipitata da lui. Gli ho raccontato tutto, da quando sono uscita dal supermercato a quando mi hanno lasciata andare. Il suo volto, Kelsey..." piagnucolando, Carly scosse la testa, cercando di rimanere forte "Mi ha guardata come se fossi un fantasma... poi è diventato rosso. Era così arrabbiato, ha ammaccato la macchina e ha preso a calci qualsiasi cosa trovasse davanti. Sapeva di essere così arrabbiato che non si è nemmeno avvicinato per abbracciarmi o toccarmi."
"Non l'ho mai visto così, Kelsey." Carly scosse la testa, deglutendo a fatica. "Questa cosa con gli Snipers..." Fece una pausa e soffocò un singhiozzo "Non va bene."
Sentii il mio cuore frantumarsi a terra, mi feci forza come la stretta di mano che diedi a Carly "Andrà tutto bene... Justin e John non permetteranno che ci accada qualcosa" sorridendo, sentii i miei occhi pizzicare "te lo prometto."
Costringendo se stessa a guardare avanti, i suoi occhi non brillavano come al solito "Come ci siamo entrate, Kelsey?" sussurrò Carly, le sue lacrime cadevano giù lungo le sue guance mentre tirava su con il naso, le sue spalle si abbassarono per la sconfitta mentre la pressione saliva su di lei.