capitolo 37/38

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- capitolo 37.

Justin’s Point of View:

"Bene ragazzi" Leo battè le mani, strofinandole insieme si lasciò cadere sul divano di fronte a noi. Eravamo tutti seduti all'ombra della capanna fuori la riva della spiaggia. le ragazze erano sdraiate sui loro asciugamani, lasciando la loro pelle abbronzarsi sotto il sole.

"Mettiamoci al lavoro, va bene?" fece un gesto al cameriere a cui avevamo ordinato un giro di birre che ci guardò e andò via. "Cosa sta succedendo a Stratford? Da ciò che si dice qui intorno avete un problema tra le mani"

Serrai la mia mascella, guardai lontano verso Kelsey e mi ricordai di mantenere la calma "Già." mormorai disgustato.

Appoggiando i gomiti sulle ginocchia ci guardò "chi sono?"

Tutti rimanemmo in silenzio, si sentiva solo il suono delle onde e delle risate delle ragazze.

"Allora?" Leo chiese, in attesa di risposte. Se c'era qualcosa che odiava, era l'essere ignorato.

John fu il primo a parlare una volta realizzato che io non l'avrei fatto, tutti gli occhi erano puntati su di me cautamente. "Uhg, Lyndon Methews, guida una gang al fianco di Cole Santangelo, i membri sono Sammy Constentino, Peter McCall e Connie Bergins" disse a denti stretti, ritornavano alla mente i ricordi della notte scorsa.

Leo annuì, elaborando i nomi "Ho parlato a telefono con Prince poche ore fa. Mi ha detto che loro non sono niente in confronto agli altri in cui vi siete imbattuti. Cosa sta succedendo?"

"Abbiamo affrontato una buona parte di quei bastardi, ma questi ragazzi...in un primo momento non ho pensaato niente di loro" Ammise John "solo quando un paio di ragazzi hanno provato a buttarci giù ho capito che volevano fare affari qui; hanno fallito e se ne sono andati ma avevano altre intenzioni per il loro soggiorno. Sono venuti con uno scopo ed era quello di capovolgere la nostrra città"

"e voi gliel'avete permesso" interruppe Leo, prendendo un sorso dalla sua birra, cogliendo John di sorpresa.

"Cosa?" chiese, sbalordito

"Gliel'avete permesso" repetè Leo scrollando le spalle "col modo il cui vi ho insegnato a comandare le cose a Stratford questo non dovrebbe essere un problema".

"Non capisci" ribattè Marco "Justin era appena uscito di prigione e non avremmo potuto batterli senza destare sospetti"

"Voi tutti lasciate che le vostre emozioni controllino la situazione " sospirò "Questo è quello che accade quando lavorate in questo modo. voi tutti pensate a cosa succede se accade questo o quello e non potete tornare indietro. Se volete vincere, dovete uccidere".

"E' troppo rischioso" Marcus scosse la testa "è come entrare in una gabbia con un leone aspettando che non ti mangi".

"Come pensate di aver ottenuto la reputazione che avete adesso?" ci guardò "aggiustando la situazione prima che diventi un problema"

"è facile per te dirlo quando non hai una ragazza che ti aspetta a casa" sbottai, perdendo la pazienza "prima nessuno di noi aveva qualcosa per cui interessarsi. ci preoccupavamo solo del lavoro. le cose sono cambiate, ora."

"non dovrebbero esserlo" ribattè Leo "Se volete sbarazzarvi di quei bastardi sapete cosa dovete fare"

"No" scossi la testa "Questo è come gestivamo le cose prima e guarda come siamo finiti. Gli Snipers, questo è più di una competizione per loro: è un gioco"

"Non lo state facendo nel modo giusto" Leo provò a negoziare ma senza riuscirsi

"No, è finita che io ho perso la mia famiglia, invece" ribattei, sentendo la rabbia salire dentro di me "Apprezzo il consiglio Leo ma non sai la merda che abbiamo dovuto superare negli ultimi mesi"

Danger's backDove le storie prendono vita. Scoprilo ora