Erano passati sei giorni e diciotto ore dall'ultima volta che Chat Noir e Marinette si erano incontrati direttamente.
Di giorno la vedeva ridere e scherzare con i suoi amici, felice della sua vita da adolescente; ed era esattamente quello che lui voleva.
Ma la sera passeggiava per le vie di Parigi solo per cercarlo, chiamando il suo nome sottovoce in quei vicoli pericolosi per qualunque passante, ma lui vegliava su di lei e metteva in fuga qualunque malintenzionato si trovava nei paraggi.
Era già il terzo che faceva fuggire, e tutto senza che Marinette se ne accorgesse.
Vedere la ragazza che metteva in pericolo la propria vita solo per poterlo incontrare era uno strazio: non solo gli mancava sentire la sua voce, le sue mani tra i capelli ed i suoi confortevoli abbracci, ma sembrava che non le importasse di mettere a repentaglio la propria vita pur di stare con lui.
A quel pensiero gli si scaldò il cuore, ma l'unico modo che aveva di proteggerla era che la smettesse di cercarlo.
I tre segni che aveva sulla guancia erano ricoperti da delle croste arrossate, che teneva coperte durante il giorno per non impressionare troppo i suoi amici e per evitare domande sul fatto che assomigliassero troppo a dei segni di artigli.
Chat Noir si guardò la mano, la stessa mano con cui le procurò quei dannati segni, stringendola a pugno.
In quell'ultima settimana aveva perso il controllo troppe volte, tornando a rovinare la città e avvicinandosi troppo alle persone; sapeva che Marinette era come un sedativo per i suoi poteri distruttivi, anestetizzando la collera e la frustrazione per farlo rimanere in sé, ma da quando non andava più a trovarla la città era di nuovo immersa nel terrore ed i cittadini si rintanavano in casa non appena il sole tramontava.
Quella che prima era considerata la Ville Lumière per le migliaia di luci che illuminavano le strade ed i monumenti sin dal 1800, ora la città dell'amore era rinominata dai suoi abitanti la "città della paura" e le luci servivano solo per individuare qualunque ombra si muovesse nell'oscurità.
Marinette era terrorizzata dal più minimo rumore che le giungeva alle orecchie, ma avrebbe sopportato di tutto pur di rivedere di nuovo il suo amico.
Aveva visto dai telegiornali che gli attacchi a cose e persone erano ripresi, anche più frequentemente rispetto a prima, e lei voleva impedire che qualcun altro si facesse del male.
Camminò con gambe tremanti fino ad arrivare alla fine della stradina, raggiungendo un muro che segnalava la fine del percorso.
Con espressione triste –ma anche sollevata– raggiunse di nuovo la strada principale, sbucando a pochi metri da quella che prima era Villa Agreste, la casa del suo stilista preferito.
Spinta dalla curiosità e dal senso di mancanza, raggiunse il cancello scardinato, notando alcune sbarre tagliare e graffiare; entrò facilmente dopo aver superato i nastri della polizia, guardandosi attorno con i sensi all'erta, pronta a fuggire in caso ci fosse qualcuno.
Sapeva benissimo che stava violando una proprietà privata e, visto che era abbandonata da parecchi mesi ormai, poteva essere tappa di qualche malvivente o ladro in cerca degli ultimi oggetti di valore, ma non servì nemmeno quello a fermarla.
Dopo altri passi tremanti raggiunse le enormi porte di legno, entrambe poggiate al muro su cui, prima, vi erano i cardini.
Si avvicinò con cautela, notando sul legno lunghi segni di quelli che sembravano artigli.
«Questi segni li ho già visti...» sussurrò, sfiorandoli con le dita.
Riprese a camminare all'interno della casa, guardandosi attorno, stringendosi le braccia e strofinandosele per combattere la fredda umidità di quelle mura che trasudavano nostalgia da ogni muro.
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Monster
Fanfiction[COMPLETA] |Miraculous Ladybug AU!| Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capir...