Chat Noir rimase sdraiato prono sul letto di Marinette per svariati minuti, inspirando il dolce profumo che impregnava il tessuto leggero del cuscino e delle coperte, sorridendo e sentendo le guance scaldarsi.
Si ricordava perfettamente ciò che le disse prima che le porte del furgone si chiudessero davanti a lui, portandolo dove poi avrebbe vissuto per più di due settimane.
Ma ora era di nuovo lì, a casa di Marinette, la ragazza che amava.
Sentiva il cuore battergli velocemente nel petto alla sola idea che lei potesse entrare dalla botola sotto di sé da un momento all'altro, pensando alla possibile espressione che avrebbe fatto non appena l'avrebbe visto.
Voleva vedere la sua reazione quando le avrebbe detto, anzi, ripetuto, ciò che provava, preparandosi anche per un rifiuto, al quale avrebbe risposto che non importava, che sarebbero rimasti amici allo stesso se lei lo volesse.
La tensione di poter rivederla gli impediva di restare fermo, così scese dal letto, abbandonando momentaneamente le coperte calde per mettersi a carponi e rovistare tra le sue cose –senza, ovviamente, andare troppo oltre–
Era impossibile che quella stanza rimanesse in ordine anche per solo un'ora: si ricordava che prima che lui venisse a trovarla, la corvina sistemava le sue cose, ma poco dopo era di nuovo tutto in disordine, soprattutto quando si metteva a preparare degli schizzi per degli abiti e la camera diventava un enorme contenitore di cartacce e tessuti di prova.
Si raddrizzò, tornando sulle sue gambe, guardando la scrivania colma di sketchbooks, matite colorate, oltre che quelle per il disegno di varia durezza, gomme da cancellare ed un contenitore pieno di Copic.
Diede un'occhiata tra le sue creazioni, notando che da quando era sparito aveva disegnato solo tre nuovi abiti.
Eppure era solita idearne quasi il doppio in un pomeriggio che passava con lui; sembrava una macchina alimentata a fantasia e creatività, oltre che passione.
Un po' si rattristò nel vedere che aveva rallentato di così tanto, ma forse era per la scuola, pensò, chiudendo i quaderni e mettendo apposto il disordine sul tavolo, riponendo ogni oggetto nell'apposito astuccio.
Ora c'era meno disordine di prima sulla scrivania ed era più facile ritrovare gli oggetti.
Continuò a far passare lo sguardo sulla superficie piana, trovando un foglio scritto di suo pugno –riconoscendo la propria calligrafia– leggermente accartocciato, notando che si trattava della lettera che le aveva scritto e dove esprimeva ciò che provava per lei.
Un tuffo al cuore lo riportò alla sera in cui la vide per l'ultima volta, rileggendo le parole che aveva scritto.
Avrebbe voluto essere più profondo e poi usare più parole per dirle che l'amava. Effettivamente un foglio non gli sarebbe mai bastato per dirle quanto la trovasse bella e quanto fosse importante per lui, ma dovette arrangiarsi con quello che aveva.
Però l'avrebbe rivista, avrebbe potuto dirle tutto ciò che pensava è tutto ciò che avrebbe voluto dirle da molto tempo.
Si sedette sulla sedia da ufficio rosa e accese il computer, digitando la password che Marinette gli aveva rivelato in caso lui si fosse presentato in camera sua e lei non c'era, per poi arrossire quando vide lo sfondo del desktop: un collage di sue immagini prese dalle riviste e con dei cuori a fare da contorno.
Scosse leggermente la testa, sorridendo, per poi aprire internet sul notiziario locale per controllare se ci fosse già qualche notizia sul suo avvistamento e, effettivamente, fu così: Nadja Chamack presentava il TG, intervistando quelle poche persone impanicate sotto la Tour Eiffel, dove chiedeva loro cosa avessero visto e se realmente si trattava della Belva Nera, fino a quando non cambiò intervistato e Chat Noir sentì il sangue gelarsi nelle vene.
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Monster
Fanfiction[COMPLETA] |Miraculous Ladybug AU!| Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capir...