Le strade di Parigi erano fantastiche, seppur colme di gente –sempre meno rispetto ad un anno prima, cosa che aveva notato solo chi abitava in città– che spintonava a destra ed a manca per passare.
Marinette respirò a pieni polmoni l'aria della città, tossendo subito dopo: aveva avuto l'influenza fino a due giorni prima ed i sintomi stavamo sparendo poco a poco, seppur fossero ancora presenti.
La sera prima, quando Chat le fece visita, gli disse che avrebbe ripreso lei a venire e che quindi non doveva più disturbarsi, cosa che in un primo momento l'amico non accettò, dato che preferiva che riposasse finché non fosse guarita del tutto, ma sapeva quanto Marinette fosse testarda, così si arrese al terzo tentativo; ora la ragazza camminava beatamente verso Villa Agreste, canticchiando tra sé e sé una canzone di Jagged Stone, il suo cantante rock preferito, entrando con facilità nelle mura interne dell'enorme abitazione e salutando con un caldo sorriso il suo amico felino, che ricambiò il gesto.
Durante le giornate precedenti impararono nuovi gesti del linguaggio dei segni, anche se molte volte dovettero ricorrere al quaderno poiché la ragazza non si ricordava il significato o non capiva; però si stavano divertendo come due bambini al parco giochi.
Dopotutto, per loro l'importante era stare l'una accanto all'altro.
—•—•—
Passarono quattro giorni da quando Marinette tornò a scuola a seguito della sua influenza, mettendosi subito alla pari con i compiti e programmando un paio di verifiche e interrogazioni perse.
Tutti sapevano che –malgrado arrivasse in ritardo, malgrado passasse la notte in bianco a sfogliare fumetti, giocare ai videogiochi, o guardare serie animate– Marinette era molto brava a scuola: in tutto l'anno aveva preso solo tre insufficienze, e nemmeno molto gravi, solo perché non aveva studiato per guardare dei finali di stagione di serie animate.
Alya e Nino sapevano meglio di chiunque altro che le bastavano solo un'ora in più da dedicare allo studio perché superasse nei voti persino Max, ma la stessa Marinette si accontentava di restare "nella media", anche se a Nino gli pareva ancora sconosciuto il reale significato di quella parola.
In quei quattro giorni Alya aveva chiesto alla sua migliore amica di uscire per recuperare un po' di tempo tra amiche, ma la corvina aveva sempre qualcosa da fare, che fosse recuperare i compiti, andando a studiare in biblioteca, o aiutare suo padre in negozio.
Tutta quella faccenda le puzzava, esattamente come quella volta che l'aveva vista entrare a Villa Agreste ma poi era uscita magicamente dalla sua camera.
C'era qualcosa che non andava.
Gli esseri umani non potevano teletrasportarsi e neppure volare; quindi non aveva nessun tipo di potere che le permettesse di fare ciò.
Eppure era sicurissima di averla vista uscire di casa ed entrare in quella stramaledettissima villa, per poi venire attaccata dalla Belva Nera.
Ad un certo punto, come se una scarica elettrica la colpì, le sembrò tutto più chiaro: le domande che le fece su Chat Noir, le sue assenze giornaliere, le scuse che prendeva pur di non uscire.
Ora tutto tornava: la volta in cui la Belva Nera non l'aveva attaccata quando si era messa davanti per proteggere Nathaniel, la misteriosa ferita sulla guancia e la sera in cui l'aveva vista entrare a Villa Agreste erano tutte collegate.
Si alzò di scatto dal materasso, realizzando che la sua migliore amica le aveva mentito per tutto il tempo; afferrò il cellulare e, non dando molto peso all'orario, chiamò Nino due volte prima che la sua voce stanca potesse essere udita.
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Monster
Fanfiction[COMPLETA] |Miraculous Ladybug AU!| Chat Noir, la Belva Nera, un ragazzo che ha il potere di distruggere tutto ciò che tocca: una maledizione che lo vede essere temuto da tutti. Solo una ragazza, Marinette, sarà in grado di conoscerlo meglio e capir...