Cap. 48

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«Gentile il signor Fu a prestarci la sua macchina.» esclamò felicemente Lloyd, facendo una smorfia quando, nel cambiare marcia, si udì il cambio grattare. «Anche se questa piccolina ha fatto la sua vita.» commentò, premendo sull'acceleratore.

Marinette era dietro con Chat Noir, stringendogli la mano, un po' per farsi forza e un po' perché voleva sentirlo sempre vicino a lei.

«Spero che nessuno ci stia seguendo perché con questa carretta non andremo molto lontano. Anche perché sta per finire la benzina.» osservò, notando la lancetta del serbatoio ormai quasi al limite.

Il ragazzo strinse ulteriormente la mano di Marinette, facendo cenno a Lloyd di dargli il suo telefono per scrivere.

"Questa storia deve finire. Riportatemi alla Tour Eiffel, affronterò Roux da solo. Non voglio che voi rischiate ulteriormente per me"

«Col cavolo che ti riportiamo là! Se Roux ti prende ti ucciderà!» rispose la ragazza, guardandolo seria.
«Mi dispiace micetto, ma non posso permettere che Roux ti prenda. Non dopo che mi sono divertito un mondo a fargliela sotto il naso più volte. Mi sa che mi sono giocato il mio posto di lavoro dopo questa.» disse l'uomo, svoltando in una via per immettersi nel traffico.

Erano imbottigliati in una fila di macchine, tutti diretti verso le Quartier de Montmartre.

Lloyd scese dalla macchina dopo dieci minuti che erano ancora fermi senza essersi mossi di un solo centimetro, rientrando subito dopo.

«Che cosa succede? C'è un incidente?» chiese Marinette, sporgendosi in avanti tra il sedile del guidatore e del passeggero.
«Ragazzi, dovete andarvene subito. Stanno controllando ogni passeggero.» esclamò lui con una nota di allarme.
«E tu che farai! Se ti prendono rischi di essere ritenuto un traditore!»
Lloyd sorrise. «Voi uscite dalla macchina e andatevene, io farò in modo di essere abbastanza convincente e farò in modo che Roux abbia ancora fiducia in me. Fidatevi di me, ho un piano.» Detto ciò, uscì dalla macchina, schiarendosi la gola e assumendo un'espressione terrorizzata. «La Belva Nera è qui! Presto! Ha in ostaggio me ed una ragazza!» urlò a pieni polmoni, attirando l'attenzione dei poliziotti che stavano controllando la zona.

Marinette lo maledisse, aprendo la portiera per scendere insieme al biondo.

Era davvero necessario una cosa del genere?! Erano uomini armati!

Il ragazzo la prese in braccio, facendo lo slalom tra le vetture e le persone che scesero incuriosite; saltò sul tettuccio di una macchina, dandosi lo slancio per saltare su un tetto ed allontanarsi da quella confusione.

Marinette guardò verso i poliziotti, che stavano contattando l'accaduto ai loro colleghi tramite una ricetrasmittente, allargando gli occhi quando vide Raincomprix fissarla sorpreso.

Si allontanò con Chat Noir per diversi chilometri, finendo sopra il suo attico.

«Perché mi hai portata a casa? Non dovevi portarmi qui! Io devo venire con te!»

Il felino scosse la testa, sospirando quando si accorse che non aveva nulla su cui scrivere, dato che il telefono di Lloyd lo aveva restituito al suo legittimo proprietario.

La corvina scese in camera, recuperando un paio di fogli bianchi ed una matita, guardandolo scrivere.

"Tu resti qui. Non posso permettere che ti facciano del male. La nostra fuga è stata inutile e abbiamo rischiato che il signor Fu e Lloyd venissero coinvolti. Non voglio vederti soffrire"

«Ma io soffro se non sto con te...» disse quasi con un sussurro, chinando il capo e sentendo le lacrime pungerle gli angoli degli occhi.

Il ragazzo abbassò le orecchie da felino, avvicinandosi a lei e accarezzandole la gota, per poi darle un bacio sulla guancia.

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