Cap. 38

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Chat Noir sospirò di sollievo nel vedere la macchina della pattuglia della polizia andarsene dopo che avevano controllato casa sua in cerca di qualche traccia di Marinette.

Aveva messo le sue cose in uno zaino abbastanza grande che aveva sul fondo dell'armadio, per poi rifugiarsi sul tetto, dato che era l'unico che poteva arrivarci con facilità.

Fissò il cielo notturno, poi abbassò gli occhi sul quaderno che la sua amica gli aveva dato per comunicare, accarezzando la copertina e sorridendo al disegno stilizzato di quello che pareva un gatto nero volante, che fissava il vuoto con espressione annoiata ed un pezzo di formaggio sottobraccio –o sottozampa?–

Sorrise al ricordo di quando l'aveva disegnato in un momento di noia; non sapeva il perché avesse scelto il formaggio da disegnare, ma Marinette aveva dato un nome a qual gattino: Plagg.

Un nome buffo e privo di significato logico, ma gli era piaciuto si da subito e avevano iniziato a disegnare vari schizzi di questo Plagg sui fogli.

Era un bel passatempo stare con Marinette ed era capace perino di far passare la noia.

Anche i momenti di silenzio erano divertenti, dato che si inventavano diverse gare da fare o lui la aiutava a fare i compiti, soprattutto in quel periodo in cui doveva recuperare dopo la sua influenza divenne il suo insegnante personale: lui aveva sempre preso lezioni private ed era abbastanza avanti come corso, grazie un po' anche al fatto che fosse un ragazzo che imparava molto in fretta e aveva appreso un buon metodo di studio, accompagnati dal fatto che gli piaceva imparare, quindi si impegnava al massimo in tutto quello che faceva, che fosse scherma, cinese o sui set fotografici.

Poi l'anello distrusse tutto, ma se fosse andato avanti con la sua vita non avrebbe conosciuto Marinette.

Ricordandosi di quello che era accaduto quel pomeriggio si alzò di scatto, pensando in un primo momento di rientrare a casa e lasciar passare quella maledetta giornata, ma aveva altri programmi per quella sera.

Forse stava facendo una gran stupidata, ma voleva solo restare con Marinette.

Si mise lo zaino in spalla e si lanciò sui tetti della città, destinazione: casa della sua principessa.













—•—•—















Marinette sbadigliò annoiata.

Era consapevole del tardo orario, ma non era molto stanca, malgrado la giornata pesante che aveva passato.

Alya aveva avvisato la polizia, per ben due volte e questa volta aveva anche delle prove.

Si sentiva tradita dalla sua migliore amica, ma, dopotutto, lei era la prima ad averle mentito, tenendole nascosto il fatto che aveva stretto amicizia con niente e po' po' di meno che la Belva Nera, la persona che più temeva.

Però non gliel'aveva detto per tre motivi: il primo era che, molto probabilmente, non le avrebbe creduto; il secondo, al contrario del primo, era che avrebbe avuto paura anche di lei e non la considerasse più sua amica; ed il terzo, quello più plausibile è che effettivamente si era avverato, era che avrebbe immediatamente chiamato la polizia, così che lei e Chat Noir non avrebbero mai avuto possibilità di legare.

Oppure avrebbe accettato la cosa, così magari anche Nino, ed invece che essere solo lei e Chat Noir in quella casa abbandonata da Dio fossero in quattro e Adrien avrebbe iniziato a farsi di nuovo degli amici.

Ma aveva promesso a Chat che non l'avrebbe detto a nessuno, per nulla al mondo –certo, sua madre fu per estrema necessità e Fu era perché era l'unico a sapere cos'è che nessuno conosceva– e non intendeva venire meno ad una promessa.

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