Parte 6

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<<Gabriella, ti prego ascoltami>> ripete la sua voce alle mie spalle.

Mi volto e lo fisso nei suoi occhi scuri, ridacchio alzando gli occhi al cielo ripensando a quanto questa situazione l'ho vissuta ieri.
Riporto lo sguardo su di lui e lo vedo confuso, scuoto la testa evitando di spiegare il mio comportamento.

<< Ti ascolto>> rispondo fredda, non volevo fare fare questa conversazione ma spero solamente che dopo un penso si tolga dalle mie spalle.

<<Senti, mi dispiace...>> lo interrompo subito irritata dalla sua voce e dall'ignoranza delle sue parole.
<< Ti dispiace? Sono io quella che si doverebbe dispiacere, sono io che mi sono fidata di te, Stefano. Mi sono fidata delle tue parole, dei tuoi gesti e delle tue promesse. Mi ero illusa che stavi cambiando e invece ero solo una scommessa. Una scommessa? Ho sempre saputo di non essere molto bellezza, ma pensavo che qualcuno potesse guardare dentro a una persona non solo fermarsi all'aspetto fisico. Ma sai non mi importa. Sono felice che hai vinto la tua scommessa. Ma adesso basta scusarti perchè so che non ti importa, vuoi solo mantenere la tua immagine. Stammi bene>> detto questo mi avvio a passo veloce nella scuola. Le parole sono uscite libere, io mi sento più libera. Penso e credo a quelle parole, ma per gli altri e per lui sono solo parole al vento. Ormai so nessuno può cambiare una persona e io non sono di certo l'eccezione. 

Mentre cammino scruto attentamente gli alberi ormai spogli di metà ottobre, li guardo e chiudo gli occhi cercando di avere un'immagine fissa di essi. Andare a Londra e staccare da tutto questo mi farà bene, Quando quelle parole hanno raggiunto il mio cervello è stato come se la crepa dentro di me si fosse fermata, forse è destino che io parta.

Non ho mai creduto nel destino. Secondo me in ogni istante, siamo liberi di scegliere come affrontare le varie situazioni, se esporci a determinati rischi o se evitarli, se sferrare un pugno o fare una carezza. Possiamo scegliere se attraversare la strada senza guardare se arrivano auto o se attendere il semaforo verde, possiamo scegliere se rubare un portafoglio o se fare una donazione a fini benefici. Insomma, possiamo sempre scegliere, nel bene e nel male. Questo è il concetto di libero arbitrio, ciò che ci restituisce la sensazione di essere appunto liberi di scegliere, di non stare vivendo una vita predeterminata, dove siamo solo spettatori della recita della nostra vita. Ma come la mettiamo rispetto a ciò che ci fanno o non ci fanno gli altri, che dicono o non dicono a noi, abbiamo forse delle responsabilità? Che responsabilità abbiamo se, mentre attraversiamo sulle strisce pedonali, un'auto ci investe? O se, proprio nel momento in cui la nostra vita ci sembra perfetta, perdiamo la nostra compagna o il nostro compagno, o nostro figlio? O se, dopo una vita da salutista esemplare, riceviamo dal medico la notizia di avere una malattia incurabile? Che responsabilità abbiamo su tutto questo? 

La mia opinione è che il nostro futuro sia come domino, davanti a noi abbiamo varie scelte di tasselli e siamo noi che scegliamo quale fila far partire e come si dice: da una scelta derivano una serie di conseguenze. Ma se noi fermiamo il penultimo tassello, prima che butti giù l'ultimo ci ritroviamo davanti a delle nuove file di tasselli e la sequenza si ripete all'infinito.

La lezione comincia ma i miei pensieri sono altri. Dirò ai miei amici della partenza? Sicuramente lo sapranno dai professori ma al mio migliore amico dovrei dirlo? Insomma non è colpa sua se non riesco a essere me con lui, lui non mi può capire ma non salutarlo neanche sarebbe giusto? Ecco quale fila di tasselli soffio adesso?     

<< Gabi?>>

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