Parte 26

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Fissavo fuori, il paesaggio immobile che mi trasmetteva sicurezza. Avevo sentito la porta della classe aprirsi, ma non le avevo dato importanza, quasi sicuramente era qualcuno in ritardo o qualcuno con delle comunicazioni.
Intenta ancora a guardare fuori, una presenza si fece viva al mio fianco. Mi giro quasi spaventata e noto il ragazzo seduto vicino a me. 

I capelli quasi neri tenuti corti ai lati e fatti crescere in un ciuffo abbastanza alto e dalla forma soffice. La mediamente chiara, i lineamenti dolci, le labbra sottili, gli occhi marroni. Quel marrone, da farli sembrare interamente neri, la grandezza pupilla non si distingue spingendomi in un buco nero malinconico.
Anche lui, a sua volta, sembra essersi perso nei miei. Ma abbassa lo sguardo velocemente e stringendo le labbra si lascia scappare un sorriso. La malinconia sembra essere ancora viva nei suoi occhi, come quel giorno, ma adesso che ho l'opportunità di guardarlo meglio vedo che il suo essere cupo e triste non si limita agli occhi ma si cospargono su tutto il viso; avvolto in una luce nera che mi risucchia.

La professoressa esce dall'aula dopo che la collaboratrice scolastica le porta un telefono, tutti gli studenti si alzano e, facendo alternare lo sguardo tra me e il ragazzo, bisbigliano chi con timore e chi con disprezzo. Il ragazzo moro serra i denti stringendo le labbra e i pugni.
La battaglia nella mia mente non cessa, ci sono troppi punti che non riesco a collegare ma che sono sicura che formino lo stesso disegno. Ma ancora una volta la mia empatia prende il sopravvento e anche se non capisco cosa stia accadendo di preciso decido di aiutarlo. Passo la lingua sulle labbra indecisa sul fare. Come se sentisse i miei pensieri si gira verso di me guardandomi confuso, sorrido imbarazzata e vedo che sembra rilassarsi e schiude le labbra in un mezzo sorriso.

<< Mi chiamo Miles>> mi porge la mano ridacchiando tra se e se come se questo momento lo avesse gia programmato, ricambio la presa sentendo la sua presa fredda 

<<Gabriella>> 

<<E sei inciampata sulla mia valigia all'aeroporto>> dice a voce cio che stavo pensando da quando si é seduto, eppure questa frase detta ad alta voce per la milionesima volta é capace di irritarmi particolarmente e in questo caso imbarazzarmi ulteriormente. 

<< Già >> rispondo vaga alzando lo sguardo sul muro << Scusami>> 

<< Tranquilla, é stato divertente. Non capita tutti i giorni>> 

<< Lo avevo capito >> dico ridacchiando pensando alla reazione di Adam, di Colin e di Maggie quando glielo ho raccontato. Certo i due ragazzi hanno avuto la reazione più esagerata ma ormai è uno dei puntini che non riesco a collegare.
Miles ridacchia scuotendo la testa e un barlume di gioia gli brilla negli occhi e il sorriso gli dona tantissimo. 

<< Voi due! Tornate nelle vostre classi! >> la voce della professoressa che sgrida due studenti fuori dalla classe fa girare tutti verso quel preciso punto, purtroppo non si riesce a vedere chi siano i due studenti. 

<< Idioti>> sussurra Miles scuotendo leggermente la testa, lo guardo corrucciata ma cambio subito espressione quando la professoressa inizia a spiegare e farci prendere appunti.

°

<< Bene, per oggi è tutto. Vi lascio al professore di religione. Arrivederci>> la professoressa ci saluta e finchè esce dall'aula raduno velocemente le mie cose e le metto nello zaino. 

<< Non fai religione?>> mi chiede il ragazzo alzando le sopracciglia 

<< No>> sorrido sbrigativa ed esco scontrandomi quasi con il professore di religione che dicendomi di stare più attenta entra nell'aula chiudendomi la porta davanti lasciandomi fuori.
<< Simpatico >> costato ironica e sottovoce gli atteggiamenti appena avuti dal professore << Alla faccia che fa religione>> parlando a voce "alta" penso meglio perciò continuo a pensare sul da farsi.

<< Allora, mi hanno detto che ho l'ora libera e posso fare "tutto quello che voglio" >> cammino per il corridoio fino ad arrivare a una porta esattamente opposta a quella di ingresso << Cosa è che sava di qui? >> apro la porta bianca ritrovandomi in un corridoio largo che presenta varie porte, apro la prima sulla sinistra e mi ritrovo nella palestra da basket << Ah è vero erano da questa parte le palestre! Per fortuna sono occupate solo al pomeriggio, sarebbe stata una bruttissima figuraccia>> 
Apro l'ultima piccola porta sulla destra ritrovandomi in una sala da ballo con tanto di palchè chiaro e gli specchi. L'ambiente è privo di oggetti aggiuntivi, cartelloni o sedie facendo sembrare il tutto abbandonato. Sospiro pensando a ciò che sto per fare, l'unica cosa che mi concede di rimanere a galla in questo oceano nel quale mi sono smarrita. Estraggo dalla taschina il cellulare e lo attacco alle casse portatili, mi sfilo la felpa e le scarpe basse rimanendo in calze e faccio partire la canzone "When the War Is Over "*  e mi lascio andare.
Ballando. Sfogando nei movimenti tutto il dolore che sento. Solo la musica ti fa dimenticare per un po' di questi macigni sulle spalle. La musica ormai è la mia sola ancora, che mi tiene attaccata alla vita, la mia zattera che mi fa stare in vita.
Solo lei.

La canzone finisce e il mio respiro pesante è l'unico rumore nell'aria, la mia immagine distrutta allo specchio e le emozioni che ancora una volta non capisco.
Un piccolo applauso irrompe all'improvviso nel silenzio, facendomi gelare il sangue nelle vene, il cuore che inizia ad accelerare. La paura che le persone sappiano troppo di me è costante nel mio carattere. 

<<Sei molto brava>> si congratulata con la ragazza dai capelli biondi
<<Grazie>> dico incerta e spaventata ed avvicinandomi << Cosa ci fate qui?>>
<< Dobbiamo sistemare questa sala, sai non è stata usata molto negli ultimi anni>> risponde la ragazza castana
<< Ed avete visto tutta la coreografia?>> chiedo a pezzi timorosa della possibile risposta.
<< Gli ultimi quaranta secondi>>  risponde la bionda
<<An>> riesco a pronunciare solamente e leggermente sollevata.
<< Vorresti unirti al gruppo di ballo?>> mi chiede emozionata sempre la ragazza bionda 
<<Oh no no, io non ballo in pubblico e voi..c'è.. io non..>> non riesco a spiegarmi, mi maledico perchè devo per forza essere così, non posso essere normale una buona volta. Sono stufa di essere così diversa
<< La danza è una parte di chi la pratica, non devi vergognarti>> inizia a rassicurarmi la ragazza castana, sembra più grande, più saggia << Lo abbiamo capito subito che non sei una di quelle che si mette in mostra, ma sappi che nel "gruppo" siamo solo io e lei>> 

Le sue parole riescono a calmarmi, forse per una volta potrei essere un po' più sicura di me   
<< Allora forse potrei provare>> dico sorridendo imbarazzata 

<< Fantastico! Comunque io sono Margaret>> mi porge la mano la ragazza castana e dal fisico snello 
<< Gabriella >>
<< Io sono Eleonor >> si presenta invece la ragazza bionda 

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*When The War Is Over è una canzone molto carina e dal ritmo lento e doloroso che esprime le emozioni della protagonista 

1)La ragazza che balla nella GIF non è Gabriella( Il personaggio è puramente inventato), è invece una ballerina nella serie televisiva "The next step" ed è presente nel capitolo per farvi capire più o meno il grado di livello che balla la nostra protagonista.

2) IMPORTANTISSIMO. La musica in questa storia è fondamentale (anche perchè è fondamentale nella mia vita e io la reputo davvero un'ancora che ci tiene attaccati al mondo ) per questo ho deciso di farla anche ballare, anticipo già che a parte degli episodi isolati, non s ene parlerà molto di questa sua dote poichè voglio che tutti si rispecchino nella protagonista e che non si sentano da meno.  Inoltre è un "concetto legante" (non so se esiste come termine) ma intendo dire che serve per legare alcuni fatti: ad esempio il perchè lega con queste due ragazze

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